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Islam: il sorpasso

L’islam per molti è un problema, per altri un’opportunità di arricchire la nostra cultura. Queste due posizioni, praticamente opposte, mostrano che l’argomento non è facile da trattare. In linea generale, il Neocinismo promuove il separatismo fra culture che comunque non sono conciliabili (vedasi la pagina sul razzismo). Questa posizione sarà sicuramente contestata da tutti coloro che credono che gli incontri (o scontri?) di culture diverse arricchiscano. In realtà, ciò è vero solo quando c’è compatibilità fra le culture e per esserci compatibilità non deve esserci integralismo.

In campo religioso, affinché non ci sia integralismo è necessario che la maggioranza dei credenti sia neofarisea, cioè, di fatto, abbastanza tiepida nei confronti della religione. In Italia l’integralismo cattolico è ai minimi termini perché a fronte di un 20% di veri credenti, un altro 60% della popolazione è neofariseo e “tiene a freno” i più ortodossi. Temi come il divorzio o l’aborto non sarebbero mai passati se l’80% della popolazione fosse stato rappresentato da cattolici praticanti, inutile negarlo.

Nel caso dell’islam, il neofariseismo inizia ora il suo percorso e sicuramente si affermerà come nelle comunità cattoliche. Un potente acceleratore di questo processo è dato dalla laicità dello Stato: se lo Stato è laico, è molto più difficile che ci sia una reazione a una religione che non è la propria e i costumi si ammorbidiscono. Per esempio, in Francia molti islamici sono ormai neofarisei e non disdegnano di vivere all’occidentale, proprio perché su di loro non c’è stata una pressione di un’altra religione cui avrebbero risposto con una difesa per risentimento, rimanendo più integralisti, per scelta di parte piuttosto che per convinzione. In Italia la situazione è totalmente diversa: il peso opprimente della Chiesa (in ogni telegiornale il papa ci racconta come dobbiamo vivere), rende più difficile per l’islamico accettare una società che, di fatto, continua a sbattergli in faccia una religione che non è la sua; come risultato, il processo di neofariseizzazione sarà molto più lento.

Il problema della crescita dell’islam in Italia non è dunque legato all’integralismo in sé, al terrorismo ecc., ma al fatto che non ci sono le condizioni per una laicizzazione degli islamici.

Islam e terrorismo – Se è giusto avere il massimo livello di attenzione e combattere in tutte le sedi e nei modi migliori il terrorismo, la minaccia terroristica non è sicuramente il problema maggiore per la popolazione occidentale. Finché la si contiene in questi termini, una mamma deve essere molto più preoccupata che il figlio torni vivo il sabato notte dalla discoteca piuttosto che perisca andando al lavoro in metropolitana per colpa di una bomba. Infatti, i morti delle stragi del sabato sera in un anno superano di gran lunga quelli degli attentati terroristici. Un po’ come per le Brigate Rosse negli anni di piombo, il problema è appunto politico (ogni governo vuole avere il massimo controllo sulla sicurezza dei suoi cittadini, ed è giusto che sia così). Un attentato terroristico ingenera paure, scenari ed emozioni ben maggiori che la caterva di morti sulle strade del divertimento, morti alle quali siamo “abituati” e che sentiamo non minacciarci più di tanto. Il terrorismo potenzialmente potrebbe fare migliaia di vittime in una giornata, mentre i morti per strada sono ormai quelli e vengono “accettati” come normali. Quindi, almeno per ora, la matematica condanna la paura esagerata che tende a legare ciò che è islamico ad atti di violenza contro gli occidentali. La paura nasce dal fatto che sul per ora è lecito discutere con attenzione.

Fanatici o …? – Gli integralisti musulmani non possono essere giudicati dei fanatici. Sono persone coerenti: credono nel loro Dio, credono che chi non crede sia il male, credono che chi dà la vita per la fede sia ricompensato con un aldilà splendido. Certo sono molto più credenti di gran parte degli occidentali che credono (o dicono di credere) in un Dio, ma poi vivono “coscientemente” in modo spesso in contrasto con ciò che il loro Dio predica; occidentali che hanno paura della morte, dimenticando che, per chi crede, questa vita non è che un piccolo viaggio: è proprio la paura della morte che rende ipocrita la fede di gran parte degli occidentali.

Cosa succederà? – Ma la matematica condanna senza scampo anche tutti i discorsi politici sulle radici dell’occidente, sulla sua degradazione, sui rapporti fra le confessioni religiose, sull’integrazione ecc.

Consideriamo che la popolazione sul suolo italiano è di 60.200.000 di persone (per i pignoli: i numeri sono indicativi, le conclusioni restano valide anche per dati leggermente diversi da quelli indicati!) e che vi sono 2.700.000 musulmani, il 4,9% della popolazione (Pew Research Center, 2020). Mentre il numero dei non islamici è praticamente fermo, quello degli islamici cresce sia per flusso migratorio dall’esterno sia per una maggiore natalità. Se si suppone che ci sia un incremento annuo della popolazione islamica (ipi) del 10% (circa quello attuale), quando ci sarà il sorpasso? Quando cioè i musulmani saranno più dei 57.500.000 non islamici? Nel 2063 circa.

Provate a divertirvi con questo semplice modello (inserire una percentuale fra 0 e 100)

Popolazione islamica (2020)Percentuale annua di crescita:
Repubblica italiana islamica nel

Qual è l’ipi (incremento annuo della popolazione islamica) corretto?

Nel 2011 gli islamici erano 1,5 milioni (fonte Caritas), nel 2020 2,7. l’ipi è pari al 6%. Perché dovrebbe (potrebbe) scendere?

1) Crescono anche i non islamici. Perché questo accada, visto che è impensabile che la natalità degli italiani si inverta (ovvio: il benessere abbassa il tasso di natalità), si deve ricorrere a immigrazione non islamica. Ma ciò vuol dire comunque una distruzione della nostra identità mediterranea: Paesi dell’Est, sudamericani, cinesi ecc.

2) Il tasso di incremento si attenua, magari per il minor numero di nuovi arrivi. Oppure per una diminuita natalità delle nuove generazioni islamiche. In realtà nessuna delle due condizioni sembra essere ragionevole; nel marzo 2023 arrivavano giornalmente sulle coste italiani circa 1.000 migranti al giorno, un record.

3) Il sorpasso avviene, ma non si creerà una repubblica islamica d’Italia. E perché no? Pensiamo che l’influenza della Chiesa cattolica nella politica italiana è ancora fortissima dopo quasi 150 anni di storia d’Italia. Certo, forse fra 150 anni i giovani islamici vorranno essere più liberi, ci saranno musulmani non praticanti (come oggi ci sono cattolici non praticanti), ma ci vorranno 150 anni.

Impariamo a ragionare

Incredibile come la gente non capisca semplici messaggi perché le sue convinzioni, i suoi sentimenti, i suoi condizionamenti ne distorcono l’udito cerebrale.

Il modello matematico del sorpasso dell’islam è stato “contestato” da diverse persone con argomentazioni che nulla hanno a che vedere con le conclusioni per le quali il modello è stato pensato; si tratta di un semplice modello che dà il sorpasso a fronte di una percentuale di incremento della popolazione islamica. Tale percentuale può essere zero (e allora il sorpasso non avverrà mai), può essere per esempio del 7% e allora avverrà nel 2080 ecc.

La percentuale può essere discussa, ma il modello NO. Quindi inutile attaccare un risultato del modello (quello del 7%) dicendo che è assurdo ragionare con i numeri, quando poi a parole, di fatto, non si fa altro che dire che la percentuale diventerà molto bassa. Può darsi che la percentuale sia bassa per questi motivi:

  • si avrà una laicizzazione dello Stato e degli islamici, per esempio a partire dalla seconda e terza generazione (per cui nel computo degli islamici vengono scorporati i non praticanti);
  • si fermeranno gli arrivi per vari motivi (non ultimo che l’Italia sia così disastrata che i migranti preferiranno altre mete);
  • il tasso di natalità degli islamici scenderà ancora ecc.

Tutti questi scenari sono proponibili, ma non è ragionevole bocciare il modello, basta dire che si crede che la percentuale sarà bassa, cioè ipi per esempio 2% (sorpasso nel 2226). A questo punto si apre un secondo fronte di discussione.

Chi ragiona in base a semplici speranze o a certezze non motivate (“il sorpasso non avverrà mai!”) di fatto ha una posizione molto semplicistica. Se vuole contestare il sorpasso (non il modello!) deve a sua volta usare i numeri per costruire una curva di probabile incremento della popolazione musulmana, arrivare a una percentuale bassa, inserirla nel modello e vedere che il sorpasso avverrà per esempio solo nel 2300, cioè tanto in là che ogni previsione sociologica diventa abbastanza inutile perché interverranno altri fattori a oggi sconosciuti o poco conosciuti. Per esempio, dire che gli islamici di seconda e terza generazione non saranno molto osservanti (cosa che a me sembra comunque ottimistica, visto che per esempio nel caso del cattolicesimo ci sono voluti ben più di 2-3 generazioni per portare dal 100% di osservanti all’attuale 20-25%) cosa vuol dire? Come incide sulla percentuale? La fa decrescere, ma di quanto?

C’è poi un problema di fondo che i fautori dell’integrazione a tutti i costi non vogliono affrontare. Poiché stiamo ragionando nel campo delle probabilità, noi costruiamo una curva che in base all’ipi dà l’anno del sorpasso. Sappiamo che per esempio se ipi=0 non ci sarà mai sorpasso, se ipi=7 sarà nel 2080 ecc.

Il modello non dice che il sorpasso avverrà, ma che può avvenire. Quindi

  1. Si dimostra che un’alta percentuale è impossibile
  2. Non si può escludere che avverrà.

Visto che il punto 1 non si dimostra con le speranze, le buone intenzioni ecc., si deve ragionevolmente concludere per il punto 2 è possibile. Siccome

  • tale scenario sarebbe comunque catastrofico per chi ha valori occidentali,
  • prevenire è meglio che curare,

una reale politica di accoglienza deve basarsi sullo scenario peggiore e quindi sulla possibilità del sorpasso. Per spiegarci meglio, se c’è solo una possibilità su 100 che un gruppo di volontari di ritorno dalla Sierra Leone sia contagiata dal virus Ebola, le autorità non dicono “si, vabbè, ma la probabilità è bassa”, ma prevedono la loro quarantena, di tutti quelli con cui hanno avuto contatto, magari isolando interi paesi o città, a prescindere dai gravi disagi provocati. Si ragiona sull’avverarsi della probabilità avversa, pur se piccola.

Se dopo questa lettura, obiettate ancora con “si, vabbè, ma..” vi consiglio la lettura di questo interessante libro.

C’è una soluzione?

Qualcuno di fronte a questi dati si preoccuperà, ma è nella logica delle cose, del resto noi per secoli abbiamo vissuto la nostra civiltà e ora, come gli indiani d’America, stiamo per diventare minoranza. E nel 2060 i telegiornali racconteranno la domenica dell’imam più rappresentativo come oggi si racconta quella del papa, le autoambulanze avranno la mezzaluna e il libro più venduto sarà il Corano. Che problema c’è? È una conseguenza del nostro modo attuale di vedere la religione.

L’unica soluzione è che, come in Cina, si convincano i giovani che la religione (qualunque essa sia) non ha il diritto di permeare la società e deve restare un fatto privato, un colloquio fra il singolo e Dio. Visto che è di moda parlare di loro, sicuramente si può pensare che i cinesi debbano imparare molto da noi in tema di democrazia e di diritti umani, ma forse qualcosa dobbiamo anche noi imparare da loro… Infatti bisogna capire che esistono due tipi di tolleranza religiosa.

  • La tolleranza giusta è quella che permette a ogni individuo di professare la propria religione, ma non permette a nessuno di parlare in nome e/o per conto di Dio. Una Chiesa può consigliare, ma non ordinare.
  • La tolleranza sbagliata è quella che invece permette che qualcuno possa parlare in nome e/o per conto di Dio.

Le guerre di religione nascono proprio da una tolleranza sbagliata perché tutti coloro che parlano per conto di Dio pretendono (giustamente, è Dio che parla!) di avere ragione e di imporre il proprio modello etico dell’uomo e della società.

La tolleranza giusta si attua attraverso uno Stato laico. La Francia è un esempio di Stato laico, l’Italia (ricordiamo il crocefisso nelle scuole) o gli Stati Uniti (ricordiamo che il Presidente è comunque eletto grazie al supporto dei maggiori gruppi religiosi americani) no.

Islam: il sorpasso

Islamic Prayer

Islam moderato?

Le polemiche sull’islam moderato sono sicuramente una delle pagine più squallide della politica italiana. Infatti prima di polemizzare tanto per farlo, chiunque prenda posizione deve chiarire a sé e ai suoi interlocutori la definizione di islam moderato. Tutti ne parlano, ma nessuno lo definisce, forse perché nessuno ha il coraggio di farlo o ha la chiarezza di idee per non dire sciocchezze.

L’islam moderato può esistere solo se cresce la percentuale di islamici non praticanti, proprio come il cattolicesimo moderato esiste solo perché oggi solo il 20% della popolazione italiana è veramente praticante. Se tutti fossero rigidamente osservanti, l’Italia sarebbe rimasta quella del 1950 nella quale si condannava l’adulterio, non c’erano divorzio e aborto ecc.

Islam moderato significa l’accettazione di uno Stato laico.

Nessuna influenza della religione sulla società, cosa che per un islamico praticante considerato dai più come “moderato” non è possibile.

Partiamo dalla religione cattolica e dall’assurdo tentativo di tenere in piedi il Vecchio Testamento, un’accozzaglia di contraddizioni. Pensiamo solo al secondo comandamento “non avrai altro Dio all’infuori di me“. Secondo logica chi non segue la religione cristiana (o ebraica) infrange tale comandamento e quindi è assimilabile a chi ne infrange altri, ruba, tradisce il coniuge o persino uccide. Integralismo puro.

Con il crescere della civiltà, nelle società occidentali tanti divieti biblici in campo alimentare, sessuale e sociale sono stati semplicemente “dimenticati” arrampicandosi su concetti come “la Bibbia va interpretata” e altre bugie simili. Di fatto la Bibbia è stata dimenticata o distorta, ma ci si continua a ritenere cristiani (storicamente, il grave errore è stato quello di non gettare il vecchio Testamento e tenere solo il Nuovo che ha un numero molto minore di contraddizioni).

Un processo analogo sta avvenendo nel mondo islamico, dove la parte più civile ha “dimenticato” una parte del Corano o finge di non vederla. Confrontate i due versetti:

Chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità, 5:32).

Combatteteli [i non credenti] finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah. Se desistono, non ci sia ostilità, a parte contro coloro che prevaricano, 2:193).

L’islam moderato tiene la prima e getta la seconda; anzi della prima “dimentica” la parte “o che non abbia sparso corruzione sulla terra”: se il non credente è considerato un corrotto, il primo versetto non condanna chi lo uccide e il secondo può arrivare a giustificare l’azione!

In sostanza gli islamici moderati sono neofarisei come tali, se sono sinceri, possono essere utili nel processo di laicizzazione della società, ma è un errore pensare che essi rappresentino “il mondo islamico” come sarebbe un errore giudicare il mondo cattolico composto da coloro che, fra i cattolici, sono a favore del divorzio, dell’aborto o dei matrimoni di coppie omosessuali.

Il Nuovo Medioevo

L’11 settembre 2001 è iniziato il Nuovo Medioevo, con un declino lento, ma inesorabile, della civiltà occidentale. La crisi del 2008 ancora ci attanaglia, la pandemia del 2020 ci ha dato un’altra mazzata, ma il vero colpo alla grandezza occidentale si è materializzato in questi ultimi anni con l’integralismo islamico sempre più potente.

Ormai è cosa nota e praticamente certa: l’islam dominerà il mondo, almeno numericamente. Sui numeri divulgati dalla Chiese ci si deve comunque andare cauti perché ogni religione tira l’acqua al suo mulino; normale quindi che siti islamici diano già avvenuto il sorpasso nel mondo, anche perché avrebbe poca importanza se una religione fosse la più numerosa, ma concentrata in pochi Stati.

In realtà l’islam sta conquistando il mondo anche secondo fonti indipendenti. Secondo un rapporto pubblicato (aprile 2015) dal Pew Research Center che ha fatto il giro del mondo per i dati inquietanti che presenta, entro il 2070 i musulmani eguaglieranno i cristiani e verso fine secolo li supereranno decisamente.

Il motivo alla base di questi numeri è semplice: i musulmani fanno più figli dei cristiani e soprattutto dei non religiosi.

Il vero problema è però che i musulmani cresceranno nettamente anche in Stati ora a maggioranza cristiana, tanto che non è azzardato parlare di Eurabia. Persino negli USA i cristiani diminuiranno del 12% nei prossimi 40 anni; sempre negli USA il numero di musulmani supererà quello degli ebrei entro il 2035.

In Europa, la percentuale dei musulmani raddoppierà a circa il 10% entro il 2050. Il 20% nelle grandi città. Realisticamente nel 2100 potranno diventare maggioranza in diverse zone dell’Europa. Assai meno probabile che ciò avvenga in Oceania e nelle Americhe.

Perché si parla di Nuovo Medioevo? Perché la situazione è molto simile a quella che nel 476 d.C. portò alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, dando inizio alle invasioni barbariche in Italia con un Medioevo che durò almeno 6-7 secoli prima di rivedere un rifiorire della civiltà.

Primo punto da chiarire per capire l’analogia. Si può obiettare, ma è logico sostenere che, a livello di civiltà, l’islam sta a noi come gli unni stavano ai romani. Chi non ne fosse convinto consideri comportamenti e scelte riguardanti l’abbigliamento, il sesso, il cibo, il ruolo della donna e di altri gruppi e scoprirà che l’islam moderato attuale è analogo ai modi comportamentali dei cattolici europei del primo ottocento: un ritardo di 200 anni. Per capirci, in Arabia non comandano certo l’Isis o Al-Qaeda, ma le donne non possono guidare!

Appare del tutto ragionevole pensare che dove i musulmani avranno la maggioranza imposteranno la società secondo la loro etica (non è nemmeno necessario parlare di religione) e la società diventerà simile a quella di 200 anni fa. Questo ammesso che non prevalgano i più fanatici. Tutte quelle conquiste che noi oggi riteniamo “consolidate” saranno nuovamente messe in discussione (cosa già di per sé grave) e, forse, smantellate. Già oggi, in Francia, i praticanti musulmani superano in numero i cattolici e chiedono alla Chiesa di concedere loro le chiese “vuote”.

A questo punto, chi non è interessato o non è d’accordo con quanto sopra commentato ha due possibili reazioni.

  • “Non mi interessa, tanto nel 2100 io non ci sarò”. Un comportamento che si potrebbe giudicare egoistico, superficiale.
  • “Non succederà, i nostri valori non moriranno”. Un comportamento sordo a ogni analisi numerica che si basa solo su ottimistici ragionamenti qualitativi (i musulmani non continueranno a fare figli come ora) oppure su risonanze sentimentali tipiche di chi non sa far funzionare il cervello (“l’integrazione arricchisce sempre”). Se appartenete a questo secondo partito, così, giusto per mettervi al riparo nel caso foste in errore, comprate un Corano ai vostri nipoti.

Che fare? Il Vaticano e il buonismo degli aiuti al Terzo Mondo non aiuterà certo perché sembra che si preferisca passare per martiri per guadagnarsi il paradiso piuttosto che reagire con fermezza. Inoltre nei Paesi cristiani continua ad aumentare la percentuale di coloro che si dichiarano “non religiosi” (nel 2012 in Italia il 73% era religioso, ma negli USA solo il 60%, in Germania il 51% e in Francia solo il 37%), il che vuol dire che la “voce” del Vaticano si farà sentire sempre di meno in campo internazionale.

E allora che fare? Semplice, chiudere le frontiere e parlare solo di accoglienza compatibile.

 

Indice materie – Religione

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