Questa la brutta notizia: il paradiso non esiste. Nella religione cristiana nulla si dice su cosa faremo nell’aldilà e questo è sicuramente un minus che la rende molto meno vendibile della religione islamica dove in paradiso la gente si “diverte” alla grande. Nonostante gli islamici tentino di contestare la storia delle vergini destinate a chi va in paradiso (evidentemente accorgendosi della poca sostenibilità della cosa), il Corano è chiarissimo nel parlare di un generico numero di “spose purissime” (Cor. II:25; III:15; IV:57;) di “fanciulle, modeste di sguardo, bellissime d’occhi” (Cor., XXXVII:48), di “fanciulle dai grandi occhi neri” (Cor., XXXVIII:52; LII:20; LV:72; LVI:22), di “fanciulle dallo sguardo modesto, mai prima toccate da uomini” (Cor., LV:56 e 74), di “fanciulle buone e belle” (Cor., LV:70) o di “fanciulle dal seno ricolmo coetanee” (Cor., LXXVIII:33), ricordando anche la presenza di ghulām, ossia di paggi, al servizio dei beati: “E s’aggireranno tra loro giovani a servirli, giovani come perle nascoste nel guscio” (Cor., LII:24). Insomma, se uno potesse scegliere, non c’è scelta: Corano-Bibbia 1-0.
Cosa sappiamo noi del paradiso cattolico? Per chi è minimamente concreto una delusione totale. Provate a chiedere e troverete risposte come queste: “dopo la morte ci sarà la vita eterna, non una vita in un paradiso materialista, ma spirituale, di gioia e amore” (veramente l’amore io qui sulla terra ce l’ho già); “l’anima sta alla presenza di Dio e gode intimamente e totalmente della sua amicizia di Padre” (più che una gioia è una profondissima noia che se dura per l’eternità è un supplizio) ecc.

Siccome è chiaro a molti cristiani che dietro a quelle porte non c’è nulla, ognuno cerca il paradiso in terra e dice chiaramente che “il paradiso non esiste“, inutile sperare in un premio futuro…
Del paradiso (islamico o cristiano che sia) non saprei cosa farmene. Che me ne faccio di tante spose purissime senza mia moglie? E senza gli amici e le cose che amo fare dalla mattina alla sera? Mah, il paradiso è una grande fregatura con cui le religioni vogliono infinocchiare chi ha paura del dolore e della morte.