Molti cristiani snobbano il discorso sul contrasto fra le tante contraddizioni e l’origine divina del Vecchio Testamento, forti del fatto che sia stato superato dalla venuta di Gesù. A parte che questo atteggiamento è contrario a tutte le varie Chiese cristiane (che ritengono anche il Vecchio Testamento un testo sacro), vedremo che anche la figura di Gesù e il Nuovo Testamento sono lungi dall’essere chiaramente “divini”.
Rispetto al Vecchio Testamento, il Nuovo ha sicuramente un minor numero di contraddizioni. J. F. Till nel suo The Skeptical Rewiew ha evidenziato una serie di errori di passaggio fra Vecchio e Nuovo Testamento. Fra gli altri:
Giovanni 7
[37] Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva”.
[38] chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.
Ma di questa profezia non c’è traccia nel Vecchio Testamento.
Matteo 2
[23] e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno”.
In tutto il Vecchio Testamento non compare né la parola Nazaret né la parola nazareno.
Matteo 27
[9] Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato…
Si parla del suicidio di Giuda. Peccato che Geremia non ne abbia mai parlato.
Corinzi I, 15
[3] Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture…
[4] fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture…
Ma nel Vecchio Testamento non si parla mai di una resurrezione il terzo giorno se non in un passo molto generico di Osea (6:2, non riferito a Gesù: “Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza…“).
Anche il confronto fra i quattro Vangeli è pieno di incoerenze. Segnaliamo per tutte la sfida lanciata da D. Barker: [in base ai Vangeli, cioè al racconto in Matteo 28, Marco 16, Luca 24 e Giovanni 20-21, Atti degli Apostoli 1:3-12, Corinzi I, 1:3-8] ditemi cosa è realmente accaduto il giorno di Pasqua.
Ci vuole al massimo un’ora per leggersi i passi corrispondenti. Barker invita a redigere poi un resoconto cronologico degli eventi accaduti fra risurrezione e ascensione, senza omettere alcun dettaglio dei passi letti.
Nessuno è mai riuscito a vincere la sfida di Barker perché i passi sono fra loro incompatibili.
Da queste prime riflessioni è ovvio che, come già sosteneva Thomas Paine,
i Vangeli sono frutto del sentito dire, opera di uomini e non di Dio.
Gesù e la storia
Un cristiano oggettivo dovrebbe riconoscere le tantissime contraddizioni presenti nei Vangeli (sulle quali potete documentarvi nel testo di Leedom Il libro che la tua Chiesa non ti farebbe mai leggere), ma potrebbe sempre sostenere che, pur essendo opere di uomini, raccontano veramente la storia del Figlio di Dio. A questo punto sorge un’altra difficoltà: il silenzio degli scrittori suoi contemporanei.
John Remsburg ha esaminato l’opera degli storici contemporanei di Cristo, circa 40 (fra cui i notissimi Marco Anneo Lucano, Plutarco, Publio Cornelio Tacito, Lucio Anneo Seneca, Gaio Svetonio Tranquillo, Marco Valerio Marziale, Plinio il Giovane, Marco Fabio Quintiliano, Plinio il Vecchio), un’intera biblioteca sul I-II sec. d.C. Se Gesù avesse compiuto miracoli, adunato folle ecc. come è possibile che scrittori del suo tempo non abbiano scritto nulla di lui?

Secondo la fede cristiana, Gesù Cristo è il Redentore del genere umano
Su 40 scrittori solo uno, Flavio Giuseppe, parla di Gesù, ma solo in un brano di una decina di righe:
“Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64).
Alcune frasi sono state probabilmente aggiunte da un credente (Flavio Giuseppe non lo era) che crede nella divinità di Cristo. La brevità del brano è la prova più evidente che trattasi di un falso: come è possibile che un autore che ha scritto venti libri, dedicando pagine intere a piccoli delinquenti e a sconosciuti agitatori di folle, quaranta capitoli alla vita di un singolo re, liquidi la vita del Figlio di Dio in dieci righe o poco più?
Massimo Stangalini osserva che la crisi dell’impero romano (e la crisi religiosa in particolare) provocò l’invasione di nuove religioni:
- religioni misteriche, cioè cui si accedeva solo dopo riti di iniziazione (come il battesimo);
- religioni orientali (Dioniso, Mitra, Iside);
- religioni rivelate, cioè promosse da santoni, chiamati il più delle volte filosofi, che dichiaravano di aver ricevuto rivelazioni direttamente dalla divinità e di cui si narravano miracoli.
Uno dei tanti filosofi/santoni che predicava nuove religioni e arrivava dall’Oriente, compiva miracoli, veniva perseguitato dalle autorità romane e millantava di non essere mortale si chiamava Apollonio di Tiana., oggi sconosciuto ai più. L’imperatore adolescente (di origine orientale) Alessandro Severo tenesse in cameretta, per paura di non sbagliare, un santino di tutti i “filosofi” alla moda: Socrate, Abramo, Apollonio di Tiana e anche Gesù.
L’errore di fondo – Molti credono che ci siano prove storiche dell’esistenza di Gesù, confondendo la storicità con la credenza di gruppi che comunque potrebbero aver distorto un fatto originario; è quello che in un tribunale si direbbe “riferimento per sentito dire” che non ha nessuna valenza giuridica. In altri termini, ci sono tante persone che credono agli extraterrestri, ma non per questo gli extraterrestri esistono.
Per esempio: Origine di questo nome (cristiani) era Christus, il quale sotto l’impero di Tiberio era stato condannato all’estrema condanna dal procuratore Ponzio Pilato (Tacito, Annali xv,44). Tacito scrisse gli Annali circa 70 anni dopo la presunta morte di Cristo ed è evidente che non riferiva qualcosa successo ai suoi tempi, ma ciò che i cristiani tramandavano (in altri termini, Gesù poteva essere stato un uomo particolarmente illuminato messo a morte e, come accade spesso ai martiri, poi “divinizzato”, con contenuti della sua vita inventati e leggendari). Si noti come parlare di Gesù come leggenda non vuol dire che non sia esistito un uomo che ha influenzato i cristiani, ma che moltissimi fatti straordinari legati a quest’uomo siano del tutto leggendari.
In altri termini, per la storia, la vicenda di Gesù è più mito che realtà. Se una persona accetta il racconto umano dei quattro Vangeli perché non crede nel Corano?
Chiamare “rivelazione” una cosa che ci giunge di seconda mano, verbalmente o scritta, è una contraddizione (T. Paine).

Secondo la tradizione cristiana, Gesù è il figlio di Dio
La croce
Per capire come la Chiesa abbia creato il mito di Gesù si consideri la croce. Quanti cristiani sanno che è impossibile che Gesù sia stato crocifisso?
Herbert Cutner (Jesus: God, Man or Myth? An Examination of The Evidence, 1950) scrive:
Lo stauros (il termine greco usato nei Vangeli per indicare il patibolo dove morì Gesù) era un semplice palo, orribile alla vista, usato nel modo più crudele per giustiziare i criminali. A volte era appuntito e conficcato nel corpo della vittima per fissarla al terreno; in altri casi la vittima era piazzata in cima al palo in modo da essere gradualmente trapassata o era legata al palo e lasciata morire. Non c’è nemmeno uno straccio di prova che lo stauros avesse una forma di croce o di una T.
Molti credenti penseranno che le riflessioni di Cutner (peraltro simili a moltissime altre di altri autori) derivino dal fatto che lui non sia un credente. Bene, ecco cosa dice la notissima enciclopedia Treccani sulla croce:
La croce, che in varie forme si trova come ornamento, o come segno di carattere religioso anche in ambienti pagani, specialmente in relazione con il culto solare (in particolare nella simbologia del mitraismo), è oggetto di culto da parte dei cristiani in quanto intimamente a contatto del corpo di Gesù, strumento della passione di lui, e simbolo del suo sacrificio redentore. Essa però ricorre di rado nei monumenti cristiani dei primi tre secoli: in Oriente, una iscrizione di Palmira del 136, quattro di Dura Europo (una del 163, le altre del 23; congiunta, in due di esse, con il crittogramma Sator Arepo ecc.), una di Madula in Siria, del 197-98; poche altre fino al 350…
A questo punto non è difficile capire che la croce non fu altro che una “decisione” del concilio di Nicea per dare maggiore dignità alla morte di Gesù (ricordiamo che il primo crocifisso apparirà solamente nel VII sec.; fino allora Gesù era sempre stato raffigurato come un pesce o un pastore e mai raffigurato su una croce).
La presunta visione di Costantino non era altro che la lettera greca chi attraversata dalla lettera rho. La croce è dunque uno degli esempi di come la vita di Gesù sia stata mitizzata.