Da un commento (sicuramente di un “non praticante”): “cosa diciamo a nostro figlio quando lui ci dice… gli altri vanno a messa?”.
Prima di affrontare la domanda, mi preme mostrare come gli adulti vanno spesso in crisi nel raccontare la realtà ai loro figli. Cosa significa ciò? Che la realtà non l’hanno ben capita!
Per convincersene pensiamo a un esempio classico: il genitore che deve spiegare al figlio come nascono i bambini. Si spera che oggi le cose siano migliorate, ma probabilmente molti genitori sono ancora in difficoltà e, come gli adulti di qualche generazione fa, evidenziano tutte le loro inibizioni nel gestire la cosa. L’educazione sessuale ha probabilmente dato una mano, suggerendo risposte, ma pensiamo a come sono ridicole cicogne e cavoli. Come pure è ridicolo ogni differimento della spiegazione con la scusa che “sei troppo piccolo”.
- “Papà, perché si muore?”.
- “Papà, perché ci sono bambini che muoiono di fame?”.
- “Papà, cosa vuol dire stupro?”.
- “Papà, perché i genitori del mio amico si sono separati?” ecc.
Quando un genitore non sa dare risposte immediate, chiare ed esaurienti e ha bisogno di “ritoccare” la realtà, allora, nonostante tutta la sicumera che dimostra verso gli altri adulti, non ha capito ancora tutta le realtà.
Torniamo alla domanda iniziale che può essere utile per sviluppare un dialogo su molti punti.
Il comportamento del gregge – Un genitore non credente userebbe la situazione per insegnare molte cose a proprio figlio, in primis a evitare il comportamento del gregge, un insegnamento che potrebbe tornare molto utile quando gli stessi amici, diventati più grandi, useranno in maggioranza comportamenti discutibili (tutti i miei amici si ubriacano, che male c’è?). Basta far presente al figlio che le persone spesso si comportano come pecore che, poiché non hanno forza, tendono a raggrupparsi insieme, inventandosi falsi muscoli (credere in qualcosa che dovrebbe proteggerli) che poi si sbriciolano alla prima prova di forza; altri preferiscono essere lupi, liberi di pensare e di agire. Si sa che il mondo è dei lupi (quelli veri non i deboli che giocano a fare i lupi), non delle pecore.
Si può mostrare al figlio come diventa la gente che si adagia sulla mediocrità (nel senso di media della popolazione), gli si può far capire che nella vita esistono leader e gregari e che i primi hanno in pugno la loro vita mentre i secondi sopravvivono. Gli si insegna a pensare con la propria testa, a diventare forte e autosufficiente. Può addirittura essere utile evidenziare i propri limiti: “non fare come me… e la tua vita sarà migliore!”.
Non lavarsene le mani – Che fa invece il genitore non equilibrato (che nella maggioranza dei casi pensa di esserlo!)?
Se è uno svogliato, un irrazionale, un debole o un sopravvivente manderà il figlio a messa con il penoso alibi che quando sarà grande deciderà lui (ma allora perché non mandarlo anche a una scuola islamica?), lavandosi così le mani delle sue responsabilità di genitore che dovrebbe educare nel modo che ritiene migliore. Come abbiamo visto, la cosa più grave è che ha perso un’occasione per forgiare il carattere del figlio, evitandogli il terribile “comportamento del gregge” che trasforma le persone in sopravviventi.
Il genitore ti dirà che tutto sommato “i preti male non fanno”. Beh, vediamo come influiscono sulla personalità dei ragazzi, tralasciando il caso in cui il ragazzo si trasformi in un mistico che pensa che chi non crede in Dio sia una cattiva persona (bollando così anche il padre!).
L’educazione cattolica certo non è un buon cammino verso la razionalità; mi ricordo come in montagna una suora faceva il lavaggio del cervello a bambini di 6-7 anni che la stavano ascoltare estasiati: spirito critico nullo. E lo spirito critico è come il fisico: se non lo coltivi da bambino/ragazzo, da adulto non diventi un campione.
L’educazione cattolica è una strada in discesa verso una personalità debole: il “porgi l’altra guancia”; “non giudicare” ecc. sono solo alcuni esempi di negazione assoluta della forza.
L’educazione cattolica favorisce la patosensibilità.
L’educazione cattolica favorisce la personalità vecchia perché la Chiesa ha sempre osteggiato o guardato con diffidenza ciò che è nuovo, ma soprattutto per il vecchio comandamento Onora il padre e la madre (il potere agli anziani) che, modernamente, dovrebbe essere sostituito da Onora i tuoi figli.
Insegnare al figlio l’uso dei numeri per capire la realtà – In Francia meno del 5% della popolazione va a messa alla domenica; in Italia si dice che ci vada il 30%, ma le due uniche statistiche serie (condotte fra l’altro in collaborazione con le diocesi in regioni decisamente “cattoliche”) mostrano che il 30% “dichiara” di andare a messa tutte le domeniche, ma poi si è accertato dal conteggio dei presenti che solo la metà ci va!
Parallelamente è cresciuto il numero di atei e agnostici che hanno superato ormai il 20%.
Una volta, disadattati erano i ragazzi che non erano battezzati, oggi rischiano di diventarlo quelli che vanno a messa tutte le domeniche! Su questo dovrebbero riflettere i genitori neofarisei che di fatto non praticano, ma continuano a mandare in Chiesa i loro figli per paura che siano poi giudicati “diversi”.
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