La fede religiosa come si relaziona con la superstizione da un lato e con la scienza dall’altro? Qualche anno fa, in un famoso dialogo fra l’astrofisica Margherita Hack (1922-2013) e il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti si sono scontrate le due visioni della fede; da una parte si sosteneva che la fede non ha nulla di scientifico/razionale e dall’altra che essa è una scelta razionale.
Detto in termini più semplici, la fede religiosa può essere irrazionale (e allora non è che superstizione, speranza ecc.) oppure può essere razionale e allora aumenta il bagaglio operativo del singolo (che ha un’arma in più).
Chi vuole far passare sempre e comunque la fede come “scelta razionale” in realtà confonde il termine “razionale” con il semplice uso del cervello: qualunque azione volontaria lo è, ma noi commettiamo anche tante azioni stupide che con la razionalità nulla c’entrano!
Non è difficile mostrare (vedasi Fede razionale) che
una fede è razionale se non è in contrasto con la ragione.
Se, per esempio, parto dalla proposizione
(1) “è possibile che Dio esista“.
vado sul sicuro e inizio bene il mio viaggio.

La lunetta di una delle porte laterali raffigurante San Tommaso d’Aquino, particolare della facciata della Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Secondo Tommaso d’Aquino, la fede sarebbe la disposizione ad accogliere come vere le informazioni che non si conoscono direttamente, basandosi sull’autorità altrui (ovvio il riferimento alla Chiesa).
Sono esempi di fedi irrazionali:
a) quella del credente irrazionale che afferma “sono sicuro che Dio esiste” perché di fatto trasforma uno scenario incerto (incertezza sulla quale il credente concorda perché ammette che una dimostrazione razionale dell’esistenza è impossibile) in uno certo. Sostanzialmente è un teista.
b) Quella dell’ateo che è tale per fede. Questo punto potrebbe sorprendere perché chi ragiona (solo) logicamente vede equivalenti le due posizioni credere per fede che Dio esiste o che non esiste. In realtà non lo sono perché il credente per fede che sostiene la (1) indica una probabilità compresa fra 0 e 1 mentre l’ateo per fede, di fatto, pone tale probabilità a zero; se infatti la ponesse maggiore di zero (è possibile che Dio non esista), di fatto sarebbe anche lui un credente per fede (probabilità complementare a quella secondo cui Dio non esisterebbe)!
Quindi l’ateo per fede è irrazionale proprio come il teista in a). Fra l’altro, la definizione stretta di ateo (che non è quindi del tutto speculare con quella di credente -razionale-, nella cui fede il dubbio è legittimo, ma lo è con quella di teista) non è “chi crede che Dio possa non esistere”, ma chi nega l’esistenza di Dio (cioè probabilità nulla).
Come vedremo considerando gli attributi di Dio, non sarà però facile andare oltre la (1) tanto che le fedi associabili alle religioni rivelate sono tutte irrazionali.
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