La locuzione una vita da leggenda è abbastanza comune: il suo significato è semplicemente “una vita da 10”.
Dal punto di vista esistenziale, ogni individuo aspira ad almeno due stadi:
- Il primo è raggiungere una sufficienza esistenziale. C’è chi si ferma alla serenità, chi vorrebbe arrivare alla felicità, ma si accontenta dei problemi quotidiani (personalità sopravvivente). Per questo stadio si veda l’articolo Come essere felici.
- Il secondo stadio è quello di chi, partendo dalla sufficienza, “vuole di più”. Anche, qui, a seconda della personalità del soggetto (in particolare, delle sue personalità critiche), delle condizioni facilitanti della sua vita (per esempio lo status economico) e della sua energia vitale è possibile raggiungere determinati livelli (che sono, per analogia, simili ai colori delle cinture delle arti marziali!).
Innanzitutto, passiamo in rassegna gli strumenti che normalmente sono impiegati per implementare lo stadio 2.
Che differenza c’è fra la vita di un sopravvivente e quella di un top people? Anche se il top people non ha particolari condizioni facilitanti, sicuramente una differenza fondamentale è una vita da leggenda.
Se volete capire esattamente la differenza fra un sopravvivente e un top people, considerate un sopravvivente che ha una vita soddisfacente, diciamo da 7 come tanti (ha già superato lo stadio 1). Nella sua vita ci sono momenti piacevoli (in misura superiore ai problemi, altrimenti la sua vita non avrebbe la sufficienza!); in quella del top ci sono tanti momenti intensi, che restano scolpiti nella memoria e il cui ricordo genera comunque ancora emozioni che derivano dalla grande energia vitale con cui li ha vissuti.
L’intensità crea ricordi indelebili e quindi “stati emotivi rinnovabili”.
Riflettete: sapete rispondere e spiegare la differenza fra momenti piacevoli e momenti indimenticabili/intensi? Io l’ho imparata tanti anni fa quando ero pendolare; al mattino sul treno c’era chi leggeva un libro, ogni giorno una decina di pagine. Un momento piacevole, un passatempo per sconfiggere la noia del viaggio. Perché non era un momento intenso? Perché il giorno dopo notavo che il libro era lo stesso. Chi ama veramente la lettura un libro se lo divora, non accetta di gustarselo solo dieci pagine al giorno. Un po’ come chi dice di amare il partner, ma, se ci sta troppo insieme, incomincia a stufarsene.
Per migliorare il proprio bilancio esistenziale risulta chiaro che una strategia (la definiremo del piacere) sta nel riempire la vita di momenti piacevoli. Vediamo le tecniche più comuni con cui si cerca di implementare questa strategia.
Per tutti coloro che lavorano, nella strategia del carcerato si cercano evasioni dalla propria quotidianità: l’uscita settimanale al ristorante, la colazione al mattino al bar, la classica vacanza estiva, la fuga nel week-end al mare o in montagna, la domenica allo stadio (il tifo sportivo non può essere considerato un oggetto d’amore perché si lascia il proprio stato emotivo in balia di altri), lo shopping ecc.
Molti cercano momenti piacevoli negli hobby (nell’articolo scoprite la differenza fra hobby e oggetti d’amore), con risultati alterni. Ci sono hobby da altri, vissuti per imitazione o come membri di un gruppo: spesso non durano molto anche se qualche momento piacevole lo danno. Ci sono gli hobby per curiosità: in genere dotato di grande energia vitale, il soggetto cerca ogni volta qualcosa di nuovo (strategia della novità) per avere un guizzo di vita; la scelta solitamente cade su qualcosa che nella società è visto come positivo. Ovviamente, svanita la curiosità, l’hobby si spegne. Ci sono gli hobby da successo: in genere troppo sensibile al giudizio altrui, il soggetto sceglie come hobby qualcosa che può portargli una certa visibilità/plauso sociali, investe anche molte energie nello scalare il suo hobby (tanto da farlo confondere all’inizio con un oggetto d’amore, una vera e propria passione), ma, una volta convintosi che i risultati non saranno mai eclatanti, abbandona, nonostante i piacevoli momenti che l’hobby può avergli dato.
Infine, possiamo citare la strategia del pensionato: cercare momenti piacevoli in attività comuni, vissute comunque con un trasporto non eccezionale, ma comunque con un piacere contenuto; fanno parte di questa strategia la visione di un film senza essere cinefili appassionati, la lettura di qualche pagina di un libro (in entrambi i casi accade che il soggetto si addormenti prima della fine del film o dopo una decina di pagine!), la scelta di un hobby per riempire il tempo (“sono andato in pensione e mi sono dato alla pesca”) ecc. Si tratta sostanzialmente di riempire il tempo con qualcosa che “non dà problemi”. Fa parte della strategia del pensionato anche la vita virtuale sui social: chi passa parte delle sue giornate a riempire lo stato di WhatsApp, a pubblicare su Facebook o su Instagram (magari illudendosi di avere una vita migliore: fra parentesi, chi opterà per la vita virtuale del Metaverso è ovviamente un fallito nella vita reale): momenti piacevoli, ma con scarsa intensità, un po’ come fare una gara di Formula 1 con una buona utilitaria o con una Ferrari.
La strategia della leggenda
Il limite della strategia del piacere è che ampi spazi della propria vita risultano scoperti. Che dire del carcerato che aspetta il week-end per vivere due giorni la settimana, quando gli altri cinque sono comunque densi di problemi, stress o semplice noia? Analogamente, chi persegue l’hobby dalla curiosità riesce a trovare tanti momenti piacevoli, ma ogni volta deve reinventarseli, ma fra uno e l’altro resta una calma piuttosto piatta.
Nella strategia della leggenda c’è un continuo di momenti significativi, momenti che, come dice il mio amico Amalio, “lasciano il solco”. Sono momenti intensi che, a differenza di quelli piacevoli, il soggetto può facilmente replicare e quindi danno un continuo all’esistenza, portando il bilancio esistenziale (e quindi il grado di felicità) sempre più in alto.
Si noti come molti giovani che cercano lo “sballo “intuiscano che momenti piacevoli a bassa intensità non sono una valida risposta esistenziale, solo che scelgono una strategia fallimentare!
L’importanza della memoria nella sfera esistenziale – Se andate in una residenza per anziani e incominciate a parlare con i ricoverati, non sarà difficile scoprire che molti di loro raccontano episodi della loro vita accaduti nella giovinezza. Certo, si sa che la memoria a breve termine in molti soggetti anziani è carente, ma perché hanno ancora presente aneddoti di quando avevano 20 o 30 anni e molti di meno di quando ne avevano 40 o 50? Visto che parliamo comunque di 20 o 30 anni fa, si sta considerando solo la memoria a lungo termine.
Un altro esempio. Quando si incontrano, magari dopo anni amici del liceo o dell’università, dopo un breve aggiornamento della situazione (“mi sono sposato, ho due figli, lavoro in banca” ecc.), quasi inevitabilmente si ritorna a parlare di quegli anni invece di dettagliare meglio all’amico quello che è successo dopo.
I due esempi soprariportati dovrebbero far capire l’enorme importanza della memoria nella valutazione esistenziale. Infatti, chi è vittima di un’amnesia totale cade in un’angoscia profonda perché di fatto gli sembra di non essere mai esistito prima.
Nell’articolo sulla memoria evidenziamo che ciò che accade resta impresso nella nostra mente a seconda dell’impatto psicologico (positivo o negativo) che ha avuto su di noi. Anche la persona che ha una “memoria di ferro” può non ricordarsi il volto di una persona incontrata poche settimane prima, semplicemente perché quella persona gli era “indifferente”.

La memoria ha una profonda importanza nella sfera esistenziale
Gli scacchi confermano l’importanza dell’impatto psicologico sulla memoria e quindi sull’esistenza: il dilettante, che gioca per puro piacere, ma senza grande passione, non riesce mai a ricostruire la sua partita, anche se ha appena finito di giocarla. Il forte giocatore non ha invece nessuna difficoltà e non tanto perché è “forte” quanto perché ha ” vissuto” e “capito” ogni singola mossa che gli è entrata nell’anima.
Ora supponiamo che una persona arrivi a 40, 50 o 60 anni e le venga chiesto che cosa si ricordi dei suoi ultimi 15 anni della sua vita, della sua, non di quella di chi gli sta attorno (“mio figlio si è sposato” quindi non vale). Se non sa farci che un elenco striminzito (“ho cambiato lavoro”, “sono stato promosso”, “sono andato in vacanza qua o là” ecc.), diventiamo più cattivi e chiediamole:
- cosa hai fatto di significativo nel 2004?
- cosa hai fatto di significativo nel 2012?
Spesso l’unica cosa che viene ricordata è “dove si è andati in vacanza” (si veda la strategia del carcerato). Non a caso, quando adulti si incontrano una tantum l’unico argomento di conversazione positivo sono proprio le vacanze (quello negativo spesso sono i problemi lavorativi).
Molti riterranno ciò normale, come riterranno normale ricordarsi il primo amore, il primo bacio, il giorno dell’esame di maturità, il primo giorno di lavoro, il giorno del matrimonio, la nascita dei figli ecc. D’accordo, ma insieme a questi “must” della memoria c’è chi ricorda centinaia di altre giornate e altri solo poche decine.
Chi vive una vita da leggenda ha riempito la sua memoria di tantissimi ricordi positivi.
Quindi “è esistito”.
Ricordo, quindi ho vissuto.
La tecnica della strategia della leggenda
La tecnica è semplice: avere oggetti d’amore che possano rendere moltissime giornate momenti indimenticabili. Un oggetto d’amore non prevede che ci sia altro in quel momento. Se si ha la capacità di riempire la propria giornata con oggetti d’amore, diventa tutto automatico, si sa già che domani sarà un bel giorno.
Prendo un anno di 5, 10 o vent’anni fa. Mi riesce facile ricordare i particolari di tanti momenti passati con mia moglie, i dettagli di tante gare o allenamenti che ho fatto con veri amici (di molti ricordo anche i tempi), i tanti fagiani presi qua e là, persino quelli che ho mancato clamorosamente, le partite di scacchi più belle o quelle dove ho perso una grande opportunità ecc. Insomma, tu mi dai un anno e ti scrivo il diario come se fosse ieri. Peraltro, non è questione di memoria perché sono uno che non si ricorda le facce di persone con cui ho parlato “per caso” o “per cose che non mi importavano”. Non è la capacità di memoria che “segna” il ricordo, ma l’intensità con cui si è vissuto.
Per contrasto, dovrebbe essere chiaro che un sopravvivente non riesce a ricordare che pochi significativi eventi: se è stato condizionato su valori come il lavoro, il matrimonio, i figli, potrà raccontarci che lui ha un ottimo lavoro, un’eccellente carriera, che ha una moglie che ama e che i suoi figli gli danno tante soddisfazioni. Ma cosa vuol dire tutto ciò se non ricorda che i particolari di poche giornate? Approfondiamo questo punto.
Ricordare che si andava al parco con i propri figli a farli giocare è come quello che ci racconta che lui tutti i week-end andava al parco a correre. Va bene, ma tutti quei giorni sono stati condensati in un’unica frase “che bello era quando andavo al parco con i miei figli!”. Centinaia di giornate che vengono riassunte in una frase di qualche decina di caratteri. Probabilmente era sereno, il suo cuore era in pace e batteva piano mentre guardava i figli, ma erano giorni tutti uguali che non hanno lasciato che un ricordo sintetizzabile in una frase.
Il sopravvivente può al massimo aspirare a una buona vita, ma non certo alla leggenda: nel diario della sua mente non scrive che poche righe. Analogamente si è ammazzato di lavoro per fare carriera, ma di quei vent’anni anni passati in ditta non ricorda che qualche decina di episodi veramente significativi, per il resto ricorda colleghi o lavori, ma nessuna giornata. Alla Fantozzi, ha lavorato per vent’anni con il Filini di turno, ma quante sono le giornate che ricorda con esattezza perché in quel momento gli hanno riempito il cuore con qualcosa di “leggendario”?
Il futuro del sopravvivente
Anche se la strategia del piacere può essere gratificante a 30 anni, più il tempo passa e più diventa difficile implementarla. Mentre l’oggetto d’amore è un incendio che resta comunque vivo, i momenti piacevoli sono fuocherelli che via via si spegneranno e resteranno solo rimpianti.
Promenade (Nizza)
- Una fila di vecchi
- sulle panchine azzurre
- della loro Promenade.
- Caldi nel sole d’inverno
- piacevolmente vivi.
- Gli occhi sono sul mare,
- ma la mente galoppa
- rimpiangendo i ricordi.
Aspira a non essere fra questi, che la tua vita abbia sempre oggetti d’amore.
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