I test della personalità sono progettati per definire la personalità del soggetto in esame. Alcuni misurano solo un aspetto della personalità (monofasici), altri diversi (multifasici). Ogni test è accompagnato da una metodica di valutazione che ovviamente non ha una validità universale. Per questo moltissimi sono i test proposti e anche in ambito professionale sono qualche decina quelli utilizzati.
Nella prima parte dell’articolo è descritto come eseguire il test della personalità di Albanesi, uno strumento moderno, scientifico ed efficiente; nella seconda è esposto un breve riassunto della teoria alla base di questo test.
Regole del test
Si compone di 113 domande a risposta chiusa. Per ogni domanda sono proposte cinque risposte che, nel limite del possibile, esauriscono tutte le principali possibilità.
- Il test chiede il nickname, poi permette di iniziare il test.
- Per passare alla domanda successiva premere il pulsante Avanti. Si possono scorrere le domande anche Indietro (per un’eventuale correzione). Per salvaguardare la spontaneità delle risposte, si consiglia di non abusare della possibilità di modificare una risposta già fornita. Prestare la massima attenzione nella risposta scelta, riflettendo con calma su ogni domanda.
- Con il pulsante Ricomincia, il test viene ripreso dall’inizio. Per tale motivo è consigliabile eseguire il test in tutta tranquillità, avendo almeno un’ora di tempo per dare risposte sensate e significative ai fini del risultato finale.
- Le domande vengono presentate secondo una sequenza casuale, per cui, rifacendo più volte il test, verranno presentate in ordine sempre diverso.
- Alla fine del test verrà segnalata l’eventuale presenza di personalità critiche.
Test della personalità – Albanesi (2022)
I test della personalità possono essere obiettivi (anche se il termine è un po’ pretenzioso) e proiettivi. I test obiettivi (detti anche strutturati) sono basati su stimoli univoci quasi sempre rappresentati da domande a risposta singola, multipla o che richiede una percentuale di adesione alle varie possibili risposte. Non si deve confondere “obiettività” con universalità: il test è obiettivo perché sono molto precisi i punteggi attribuiti alle risposte del soggetto.
I test proiettivi cercano invece di cogliere processi spontanei del soggetto. Notissimo è il test di Rorschach che si basa su 10 tavole, su ciascuna delle quali è presente una macchia d’inchiostro simmetrica (monocromatica, bicolore o colorate). Le tavole sono sottoposte all’attenzione del soggetto una alla volta e, per ognuna, e senza alcun limite di tempo, gli viene chiesto di esprimere ciò cui secondo lui la tavola somiglia.
Il test della Personalità di Albanesi (2022, vers. 4 disponibile da ottobre 2022) è un test basato sulla teoria della personalità elaborata e perfezionata da R. Albanesi (2010-2022). In breve, ognuno di noi è una somma pesata delle varie personalità elementari. Quando il “peso” di una personalità supera certi livelli (soglie), si ha un soggetto “non equilibrato” e, in genere, (a meno di grandi condizioni facilitanti) un decadimento della qualità della vita. Spesso questo decadimento è anche correlato alla condizione di felicità/infelicità esistenziale del soggetto.
Il test si avvale dell’enorme numero di feedback ricevuti tramite la Rete. Si tratta infatti di un test
- anonimo
- online
- veloce (anche con molta riflessione sono sufficienti un paio d’ore per terminarlo)
- efficiente (esaminare un soggetto per mesi/anni per capire cosa non va nella sua vita, non è che sia molto utile).
Nel 2022 il test è arrivato alla quarta versione del test, ormai riconosciuto valido anche dagli addetti ai lavori. La seconda versione ha ulteriormente migliorato l’interfaccia. La terza versione si è proposta di massimizzare comunque ulteriormente la sensibilità e specificità del test rispetto alla personalità equilibrata. La quarta versione ha portato le domande a 113.
Nel Test della personalità di Albanesi si usano 113 domande; se ciò appare banale, che dire del test di Rorschach (consiste in una serie di dieci macchie preparate dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach; aveva osservato che il modo di percepire dell’individuo è in rapporto alla sua personalità) oppure del T.A.T. (Thematic Apperception Test, elaborato da Morgan e Murray per misurare i diversi “bisogni psicologici” e consistente di una serie di 20 tavole)?

Lo sviluppo del test della personalità incominciò nel XIX secolo grazie a psicologi come il tedesco Hermann Ebbinghaus, il francese Alfred Binet e l’americano Lewis Terman
Test della personalità di Albanesi – Domande comuni
Qual è la differenza con i test che appaiono sui giornali? – La stessa che passa fra un modello alimentare serio e l’ennesima dieta in una paginetta del giornale considerato: il tempo speso per studiare, sintetizzare, elaborare.
I test di molti giornali sarebbero serissimi se solo fossero stilati con maggiore complessità e senza la paura di perdere audience (le risposte sono sempre “addolcite”, a differenza di quelle del test della personalità di Albanesi); nel test della personalità di Albanesi si deve rispondere a 113 domande, non a dieci.
Del resto, anche psicologi e psichiatri ufficiali sono in grado (o pensano di esserlo) di delineare la personalità di un soggetto dopo un colloquio di un’oretta e per rispondere a tutte le domande del test della personalità di Albanesi ci vuole molto più di un’ora.
Perché si usa l’espressione personalità critiche? – Se si ha una personalità critica, la propria visione del mondo ci espone ai tanti problemi della vita: se si è fortunati sono piccoli problemi, se si è sfortunati sono disastrosi.
La “brutalità” della terminologia è voluta. È qualcosa che resta dentro comunque. Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità dei violenti, forse la prossima volta eviterà di dare un inutile scapaccione al figlio.
Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità dei romantici, può darsi che riesca a non farsi coinvolgere in un’altra relazione tormentata, tipica di un feuilleton ottocentesco.
Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità degli irrazionali, forse, prima di farsi fregare dai tanti truffatori che ci sono in giro, ci penserà su due volte.
Che cosa provoca il superamento della soglia di pericolo? – A una determinata domanda ognuna delle possibili risposte ha un peso diverso e ogni risposta può essere collegata a una personalità critica e ricevere per essa un punteggio. Questi punteggi si sommano e, alla fine del test, vengono confrontati con la soglia di pericolo.
Che riscontri ha con una normale valutazione psicologica? – Abbiamo sperimentato il test con circa 400 soggetti, esaminati prima con un colloquio che tendeva a classificarli in una delle personalità proposte. Il margine di errore del test (errore relativamente al colloquio, ma chi può dire con certezza che il colloquio fosse più preciso del test?) è stato inferiore al 4%.
Perché ci sono domande simili all’interno del test? – Per verificare il livello di affidabilità del soggetto esaminato (se le risposte sono completamente diverse, si può supporre che il soggetto risponda a caso) e il suo grado di coerenza (se le risposte sono leggermente diverse).
NON BARARE! L’obiettivo del test non è di essere promossi in tutte le personalità, ma definire la personalità! Quindi non rispondere per risultare “equilibrati”, ma dare risposte sincere che indichino i propri reali comportamenti. Rispondere come si è, non come “si vorrebbe essere”.
IMPORTANTE – Se, rispondendo sinceramente, non si ottiene una valutazione sufficiente è inutile rifare il test cercando le domande giuste per essere promossi. Si deve lavorare sulle proprie personalità critiche per migliorare la propria vita. Il test serve come punto di partenza per un viaggio verso una vita migliore (ved. La teoria della personalità o La felicità è possibile), non è un punto d’arrivo.
NON TROVO LA RISPOSTA! – Per ogni domanda è proposto un numero limitato di risposte che, nel limite del possibile, esauriscono tutte le principali possibilità. Può darsi che non sia presente la risposta che si desidera. In tal caso si verifichi che non ce ne sia una simile. L’atteggiamento mentale corretto non è quello di cercare la propria risposta, ma quello di essere di fronte a cinque persone ognuna delle quali esprime un giudizio: scegliere quella con la quale si è più in sintonia. La mancanza di una “propria” risposta non inficia il risultato del test poiché il test non vuole determinare esattamente il livello di una condizione psicologica (per esempio quanto una persona è debole), ma se si è superato il livello di attenzione (se cioè la persona è “debole”); tale livello può essere determinato anche se il soggetto sceglie fra le varie possibilità quella più vicina al suo modo di sentire.
Le statistiche del Test della personalità di Albanesi
Dalla nascita (gennaio 2014) il test ha esaminato (considerati solo i test completati) circa 104.000 soggetti. Questi i dati della versione 3 (da luglio 2019 a luglio 2022).
Sopravviventi | 76,21% |
Apparenti | 46,11% |
Fobici | 45,86% |
Vecchi | 39,54% |
Violenti | 39,30% |
Romantici | 39,23% |
Patosensibili | 33,14% |
Irrazionali | 31,07% |
Svogliati | 29,78% |
Dissoluti | 29,32% |
Deboli | 29,13% |
Succubi | 24,80% |
Insofferenti | 24,67% |
Inibiti | 21,05% |
Insufficienti | 20,15% |
Mistici | 19,20% |
Insoddisfatti | 17,98% |
Contemplativi | 15,87% |
Semplicistici | 12,88% |
Indecisi | 12,82% |
Statici | 9,61% |
5,51% dei soggetti: equilibrato – Si consideri che con un test parallelo condotto con 4.600 risposte circa, il 64% della popolazione si è reputato equilibrato, mentre riteneva che solo il 15% degli altri lo fosse!
Numero di personalità critiche medio per i soggetti non equilibrati: 3,2.
Alcuni dati che possono stupire.
Il sopravvivente accetta i problemi dell’esistenza come se facessero parte della normalità, senza nessuna azione che tenda a eliminarli. Qui siamo alla tragedia e forse alla maggiore utilità del Personalismo. Ben tre persone su quattro si limitano a cercare la sopravvivenza senza cercare di portare la propria vita a livelli massimi, credendo che “tutti siamo condizionati”, che “i problemi li hanno tutti” ecc.
L’apparente preferisce apparire anziché essere. Quasi metà della popolazione è apparente e ciò non deve stupire, visto che è la nostra società che ci spinge più ad apparire che a essere. Solo il 5% delle persone è completamente immune (cioè ben sotto la soglia) dall’apparenza, cioè è veramente semplice.
I fobici sono la terza personalità; il dato può essere stato “gonfiato” dalla pandemia che ha amplificato le paure della gente, non solo quelle verso la salute.
Il vecchio ha un’età psicologica elevata, a prescindere dalla sua età cronologica. Circa il 40% è più vecchio dell’età che ha e questo può causare gravi danni sociali.
Il violento, senza giustificato e oggettivo motivo, utilizza la forza in modo da limitare la propria o l’altrui qualità della vita. I violenti sono la quinta personalità critica della popolazione, circa i due quinti, una percentuale che rileva l’ampio numero di violenti non criminali; basta navigare nei social per accorgersi di quanta gente usi la violenza verbale accompagnata da vero e proprio odio verso l’interlocutore. Solo meno del 5% non ha alcun problema con questa personalità e probabilmente è la percentuale che passerebbe il test di John Wayne.
Indice materie – Psicologia – Test della personalità