Chi soffre di talassofobia sente il mare e la sua sostanza come un elemento minaccioso, da evitare. “Preferisco più la montagna. Al mare è come se di fronte a me si aprisse l’immenso”.
“Quando sono in mare aperto mi assale il terrore, non è l’acqua in sé ma la profondità che mi spaventa”.
“Resto sempre a riva, alla sola idea di potermi allontanare mi sento perso e impotente”.
Quelle citate sopra sono alcune delle frasi ricorrenti che caratterizzano alcuni di noi, per i quali il mare rimanda a qualcosa di arcano, sinistro. A volte, anche senza ragione. Per altri, andare al mare può addirittura diventare un vero incubo, una situazione dalla quale fuggire a gambe levate. Così, invece di rappresentare un modo di godere appieno della possibilità di rilassarsi durante una vacanza, da soli o con gli amici, il mare può diventare una fonte di disagio che condiziona e mette in difficoltà. Cosa si nasconde dietro questa paura (talassofobia, dal greco thalassa, mare)?
Certo è strano. L’acqua costituisce uno degli elementi cardine della vita. Fin dai primordi, tutto sorge dall’ acqua. Le specie animali, compreso l’uomo, ritrovano le proprie origini in antenati acquatici. Ognuno di noi nasce da quell’ “oceano” amniotico che dal grembo materno origina tutto. Eppure, chi soffre di talassofobia sente il mare e la sua sostanza come un elemento minaccioso, da evitare. Non è l’acqua in sé che spaventa, quanto piuttosto le infinite sfumature di significati più profondi e oscuri che questo elemento porta con sé. Capirne il significato sottostante è il primo passo da fare per superare la fobia e il terrore del mare.
L’acqua è il principio “primo” che rimanda alla perdita di controllo. In acqua vigono regole diverse da quelle della terraferma. Si respira in modo differente, cambiano la forza di gravità, il nostro modo di muoverci, di sentire il corpo. Il mare può spaventare, ma ciò che è temuto, in realtà, ha a che fare con la più generica paura dell’ignoto, dell’inesplorato, del diverso.
Il mare può trascinare dentro di sé senza possibilità di aggrapparsi a nessun appiglio. Così, d’improvviso può togliere il respiro e portarci lontano. In un certo senso la paura del mare rimanda per analogia alla possibilità di vivere la propria dimensione profonda, inconscia.
Spesso, questo genere di fobia caratterizza persone che temono di abbandonarsi, di lasciarsi andare a situazioni non controllabili, se non anche di affogare nel caotico e sconosciuto profondo che le abita. Per queste persone guardare dentro di sé, immergersi nella profondità del proprio mondo interiore significa esporsi alla minaccia di perdersi nell’ignoto, esperienza terrifica di per sé. Spesso questa terribile paura ha a che fare con la difficoltà a fidarsi, col non sentirsi protetti e sostenuti dall’ambiente circostante.

La maggioranza dei talassofobici non sa nuotare e nei casi più gravi non riesce nemmeno a mettere la testa sott’acqua anche per brevissimi periodi
Cura della talassofobia
Per superare questa paura occorre procedere però con cautela. Non sempre è necessario iniziare un percorso psicoterapeutico, si può provare per esperienze progressive, calandosi nella dimensione acquea per piccoli passi. Dapprima seduti da soli sulla battigia, imparando a prendere confidenza con le onde e i suoi movimenti. Poi, con l’aiuto di una persona fidata che ci resti accanto finché non ci sentiamo sicuri, possiamo provare a immergerci poco a poco. Ogni volta un po’ di più, finché non ci si sente più sicuri a contatto con l’acqua.
Ciò che ci può aiutare per davvero è imparare a guardare l’acqua in profondità. Le sue regole sono semplici. Probabilmente molto più semplici di quelle solitamente utilizzate. Questa fobia può essere superata raramente con la razionalità. Ed è un invito a sperimentare territori antichi, già conosciuti e forse dimenticati.
Nella profondità dell’acqueo ignoto può celarsi un tesoro nascosto; la capacità temuta di affidarsi. L’acqua può diventare il varco per affacciarsi su un mondo “altro” che abbiamo perso strada facendo. Un mondo conosciuto bene dai bambini, che senza sforzo già alla nascita sanno galleggiare.
La fiducia è l’elemento con cui bisogna prendere confidenza. D’altronde tutti quelli che si lasciano andare sanno galleggiare nel mare. La paura di cedere può diventare un mostro immaginario contro cui lottare, che ci allontana di fatto da un mondo nascosto nelle nostre profondità, forziere di inestimabili tesori, le emozioni e ciò che davvero sentiamo nella vita di tutti i giorni.
Crediti
Dr.ssa Monia Battistutta
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