La legalità è il valore che il soggetto deve possedere per poter vivere al meglio in una comunità. Certo, essere buoni, onesti, semplici ecc. può fare di noi brave persone, ma l’interazione con gli altri richiede comunque che ci si metta d’accordo su tanti punti che con questi valori poco c’entrano. Banalmente, se vivessi da solo su un’isola deserta, nessuno potrebbe condannarmi se andassi in giro nudo oppure se buttassi una buccia di banana dove mi capita, appena finito di gustarmi il frutto.
La legge serve per comporre gli egoismi individuali e la legalità misura la capacità che abbiamo di vivere civilmente in una società.
Ovviamente la legge si occupa anche di colpire i gesti criminali, quindi i gesti di persone che non sono né buone né oneste, ma questa parte dell’azione della legge riguarda in gran parte soggetti che non rispecchiano già gli altri valori del Personalismo descritti nella sezione Valori di Felicità.
La legalità diventa cioè la ciliegina sulla torta per poter dire di essere persone veramente top; è necessario comunque precisare che nella popolazione esistono due tendenze che distorcono il concetto di legalità.
Da un lato c’è chi preferisce alla legalità la giustizia; in realtà la giustizia (come l’etica) non è definibile in modo chiaro e chi vuole farlo in modo sommario e sbrigativo finisce per apparire semplicistico, spesso dominato dal “suo” concetto di giustizia. Diventa cioè un giustiziere che giustifica le sue azioni riferendosi a una giustizia che lui ha bellamente definito mettendo sé stesso al centro della società.
Dall’altro lato c’è chi è ossequioso della legge a tal punto da considerare la legalità come la virtù di chi non infrange mai la legge. In realtà, come dimostra il concetto di disubbidienza civile, si può infrangere una legge (se la si ritiene ingiusta), purché si accetti la pena senza pretendere di avere ragione e di essere assolti.
Sia al giustiziere sia all’integralista della legalità consiglio di leggere l’articolo sulla legge.
Legalità: le colpe del singolo
Una ragazza viene uccisa da un treno mentre attraversa i binari ascoltando musica. Il concorso di colpa della ragazza è evidente e appare del tutto assurdo buttare via una vita in modo così superficiale. La vicenda però può far riflettere su colpe più generali che molti non hanno visto per mancanza di una cultura della legalità.
Se per una caduta accidentale (senza le classiche buche che chiamerebbero in causa l’amministrazione comunale) un ragazzo muore in un incidente con il motorino perché non indossava il casco, si è portati ad attribuire la colpa alla cattiva condotta del ragazzo; ma, se poi si scopre che nel 90% dei casi nella zona nessuno porta il casco, forse è il caso di fare altre riflessioni sulla legalità e su come viene percepita.
In Italia ci sono troppe leggi che vengono puntualmente disattese da tanti cittadini (una legge che non si sa far rispettare non è più una legge), infatti c’è:
- chi guida con una mano sola perché l’altra è incollata all’orecchio per parlare al cellulare
- chi scrive sms alla guida
- chi butta le cicche sul suolo pubblico (per non parlare di cartacce, lattine ecc.)
- chi non raccoglie gli escrementi dei propri cani
- chi guida senza casco o senza cintura
- chi scrive sui muri (appena dipinti e no) o su monumenti
- chi non rispetta le strisce pedonali
- chi parcheggia in doppia fila o sui marciapiedi ecc.
Mettiamoci poi chi attraversa i binari del treno dove non dovrebbe e chi più ne ha più ne metta.

L’educazione alla legalità deve avvenire sin da piccoli e deve diventare qualcosa di ovvio
Legalità: la colpa delle istituzioni
Perché gli italiani sono così incivili e restii alla legalità? Non è che in certe nazioni ci siano più santi, è che semplicemente gli italiani non vengono sanzionati. Nel commentare davanti alle telecamere la vicenda della ragazza morta sotto al treno, la polizia ferroviaria ha cercato di fare opera di convincimento, salvo il fatto che il giorno dopo tutto era come prima.
Sicuramente sarebbe stato molto più efficace prendere i primi dieci che attraversavano i binari e comminare loro 100 euro di multa. Invece vigili e forze dell’ordine sembrano ricordarsi di multare i cittadini solo per far cassa con assurde multe per presunti eccessi di velocità. Se si usasse lo stesso zelo nei confronti di tutte le manifestazioni di piccola illegalità, sicuramente la società avrebbe un notevole salto di qualità e la legalità tornerebbe a essere un valore.
In realtà, sembra che i controllori solidarizzino con i cittadini perché “in fondo che male c’è se…”. Sembra quasi che si vergognino di quelle leggi così restrittive. Il male è che, se si tollera la piccola illegalità, come si può pretendere di fermare corrotti e corruttori, motivati da ben più grandi interessi di quelli che sono alla base delle piccole marachelle?
Si deve invertire la valutazione e capire che un agente di polizia o un vigile sono dei falliti se non sanno neanche multare chi non raccoglie la cacca del proprio cane o chi deturpa i muri della città. E un sindaco si dovrebbe vergognare se non riesce a far rispettare quelle piccole leggi che sono alla base della vera civiltà del terzo millennio.
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