Un inibito è un soggetto che non ha elaborato una sufficiente facilità nel gestire la sessualità. La facilità di gestione della sessualità è una condizione necessaria perché non si sia inibiti e si possa essere persone equilibrate, ma ovviamente non è una condizione sufficiente (basti pensare a chi gestisce la sessualità molto facilmente, ma è addirittura sulla sponda opposta dell’inibito, vivendo perversioni sessuali di ogni tipo).
Cosa significa “sufficiente facilità nel gestire la sessualità”? Semplice: il soggetto non è a disagio di fronte a situazioni sessuali. Quanto più è inibito quanto più il disagio è maggiore. Un paio di test classici.
La visione di un film pornografico. Chi ha una sana sessualità, di fronte a un film pornografico, ritiene le situazioni normali o talmente inverosimili da giudicarle ridicole. In entrambi i casi non ci trova nulla di particolarmente sconvolgente.
Entrare in farmacia e comprare una confezione di profilattici. C’è chi non ci riesce, chi non vuole farlo (per motivi morali) o chi lo fa, ma avverte che comunque non è come comprare mezzo chilo di pane: questo esercito di persone dovrebbe correre ai ripari.

Oggi, il termine “puritano” indica una persona di strette vedute a proposito della sessualità, che disapprova i divertimenti e che cerca di imporre il suo credo sugli altri. Il puritanesimo fu un movimento inglese sorto durante il XVI secolo con lo scopo di “purificare” la Chiesa d’Inghilterra da tutte le forme non previste dalle Sacre Scritture.
Il grado di inibizione
Per giudicare il grado d’inibizione esaminiamo tre possibili situazioni.
Immaginatevi in un parco; mentre passeggiate vedete seminascosti da un cespuglio due ragazzi che, completamente nudi, stanno facendo l’amore. Se vi indignate avete sicuramente delle inibizioni. Il punto centrale è che
(1) ciò che è moralmente sbagliato fare in pubblico, lo è sicuramente anche in privato
e se ritenete moralmente colpevoli i due giovani allora non potete assolvere nemmeno una coppia che nell’intimità della propria casa fa l’amore per tutta una notte.
Attenzione: qui si sta discutendo nel campo della morale. Infatti, analizzando la (1) si potrebbe pensare che esistano molte eccezioni a essa, ma si scoprirebbe ben presto che si tratta di eccezioni che non hanno (o non dovrebbero avere!) una motivazione morale. Per esempio, se espletare i propri bisogni in pubblico è sbagliato, sembra assurdo pensare che lo sia ancora di più nel privato. Il punto è che i motivi non sono morali: per legge è vietato sporcare il suolo pubblico (si pensi ai cani) e sempre per legge si tende a vietare l’esibizione di nudità in pubblico per evitare di turbare minori (in un campo di nudisti la legge permette di girare nudi). In sostanza si possono censurare per legge i due giovani se non fanno nulla per nascondere le loro effusioni, ma, se noi li scopriamo per caso seminascosti dal cespuglio, non dovremmo curarcene più di tanto, visto che non siamo tutori della legge.
Immaginatevi di passare su una strada ai bordi della quale una prostituta sta attendendo un cliente. Se vi indignate per lo spettacolo o se sentite pena per la donna, provate a considerare quante persone vendono il loro cervello o le loro braccia per tutta una vita a un’azienda che li ripaga con uno stipendio che consente loro a volte solo di sopravvivere: non sono forse anche loro sfruttate? Che differenza c’è fra il vendere la capacità di usare il cervello o le braccia e il vendere il proprio corpo? Quando si è assunti, pur di lavorare, non si è disposti ad accettare la compagnia e a volte l’autorità gerarchica di persone che riteniamo insopportabili: non è anche questa una forma di prostituzione? Il motivo per il quale la gente normalmente non dovrebbe fare l’amore con una prostituta non è il pudore, ma la consapevolezza che comprare il sesso è come comprare una promozione o la vittoria in una gara sportiva: piuttosto squallido, no? Comunque si dovrebbe al massimo condannare chi è tentato, non chi tenta: sarebbe come condannare dopo un furto un portavalori che trasportava milioni e non il ladro che l’ha derubato.
Il terzo esempio: immaginate di dover tenere una lezione di educazione sessuale in una scuola. Se dovete cercare le parole giuste, se vi sentite un po’ imbarazzati nel trattare certi temi, allora avete dei problemi di inibizioni sessuali.
Quest’ultimo esempio è importante perché, per i primi due, molti lettori avranno sicuramente giustificato l’indignazione provata non con il loro stato d’animo, ma con il danno che tutto ciò che è immorale può provocare ai bambini, alla famiglia e alla società. Come dire: se fosse per me non mi scandalizzerei, ma la morale non deve tener conto solo di me, ma di tutti. Niente di più ipocrita. Oggi i bambini sono bersagliati in televisione da immagini ben più negative: è meglio (limitandoci a una scena nemmeno troppo violenta) vedere un killer che fa saltare le cervella a un altro gangster (con tanto di sangue e materia cerebrale che imbrattano i muri) o due giovani che fanno l’amore? Nella seconda scena si può trovare qualcosa di positivo, ma nella prima?
Per ciò che riguarda la disgregazione dei costumi (cioè considerando anche l’influenza negativa su persone maggiorenni), si può semplicemente constatare che i giornali non fanno altro che parlare di omicidi, rapine, furti e di criminalità in genere: perché non impediamo loro di parlare e di mostrarci il male? In verità chiunque uccide o ruba perché ha letto sul giornale che altre persone lo hanno fatto aveva già in sé il germe del male che prima o poi sarebbe esploso.
Le tipologie di inibiti
Considerando la causa del blocco che ha impedito di avere una normale sessualità, esistono inibiti familiari per i quali è la famiglia che ha educato a una rigida morale in cui la sessualità non è sufficientemente libera. Altri inibiti sono quelli religiosi, dove è la religione la principale responsabile delle inibizioni.
Più utile suddividere gli inibiti in totali (restano stabili per tutta la loro vita) e parziali. Questi ultimi giustificano il sesso sotto determinate condizioni (per esempio il matrimonio: “non fare sesso prima del matrimonio”) nelle quali il loro grado di inibizione diminuisce nettamente, pur rimanendo sempre sopra la soglia di pericolo per la qualità della loro vita.
La diagnosi differenziale
Non è possibile confondere la personalità dell’inibito con altre personalità, anche se altre personalità (come il succube, il debole, il romantico ecc.) possono avere un grande impatto sulla sessualità individuale. Per esempio, il concetto di “idea dominante” è presente anche nel romantico, ma in quest’ultimo l’idea dominante dà forza e slancio (per esempio vivere la sessualità solo con il “grande amore”), mentre nell’inibito non modifica di una virgola la sua energia vitale.
La qualità della vita dell’inibito
L’inibito totale rimuove il sesso dalla sua vita con un bilancio esistenziale molto pesante; a volte, la sua sessualità ha comunque il sopravvento e lo porta a vivere il sesso in situazioni che poi generano sensi di colpa e vengono vissute come vere e proprie “cadute nella droga”: pornografia, prostituzione fino a, raramente, veri e propri crimini.
Se trova le condizioni in cui la sua sessualità può avere uno sfogo, più o meno soddisfacente, la qualità della vita dell’inibito parziale può essere sufficiente, anche se resta legata alla stabilità delle condizioni che gli permettono di sentirsi “sessualmente normale”.
L’uscita dalla personalità critica dell’inibito è una delle più difficili e spesso non c’è che il ricorso a un terapeuta professionista.
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