L’indeciso è sistematicamente incapace di formulare criteri di scelta basati sulle informazioni che ha.
Gli indecisi sono una classe della popolazione tutto sommato molto ristretta. Se nel linguaggio comune l’indecisione sembra appartenere a ognuno di noi, per lo meno in particolari circostanze, per la personalità dell’indeciso è “sistematicamente” tipica.
Ciò che contraddistingue l’indeciso è quel sistematicamente; egli riesce a raccogliere le informazioni, ma non sa elaborarle con lo scopo di una decisione. La persona eternamente indecisa vede spesso scorrere la propria vita perdendo continuamente l’opportunità di migliorarla: come l’asino di Buridano, muore nell’inazione.
La mancata decisione è sempre correlata con una ricerca della soluzione ottimale. L’indeciso non ha cioè una visione probabilistica della vita, ma tende a ricercare una soluzione che non abbia punti oscuri, lati deboli oppure che abbia tutti i vantaggi ecc. Negli indecisi più razionali tale situazione deriva dall’illusione della certezza, cioè dall’errata convinzione che in molte situazioni si possa arrivare a una soluzione certa, giusta, corretta al 100%.
Nell’indeciso, più che ansia, si può parlare di perenne incertezza o di insicurezza. In fondo l’indeciso controlla ciò che gli sta intorno tranne che nel passo finale, la decisione.
L’indeciso è l’esempio classico di rinunciatario: non arriva a una decisione per paura di sbagliare, di conoscere la verità, di soffrire ecc. In ogni caso usa la sua indecisione per evitare un’analisi definitiva con cui arrivare a una deduzione. L’indeciso scambia la riflessione senza informazioni come positiva: non comprende che è inutile continuare a riflettere se il quadro delle informazioni è rimasto lo stesso: si deve decidere. La persona eternamente indecisa vede spesso scorrere la propria vita perdendo continuamente l’opportunità di migliorarla: come l’asino di Buridano, muore nell’inazione.
Qual è l’errore che si cela dietro all’indecisione, fenomeno che in misura più o meno grande può colpire chiunque? Per prendere la miglior decisione possibile occorre avere tutte le informazioni sull’oggetto del decidere; perciò, prima di macerarsi nell’indecisione, occorre fare di tutto per assumere le informazioni che serviranno per decidere. Terminata questa prima fase si soppesano i lati positivi e i lati negativi: qui molto spesso c‘è il blocco. L‘indeciso non riesce a pesare i vari fattori o addirittura pretende che esista una strada che presenti solo fattori positivi.
È fondamentale che l’indeciso capisca la natura probabilistica del mondo e si convinca che
non decidere è peggio che decidere male.
Se non si sa decidere, vuol dire che le strade sono effettivamente equivalenti oppure che non si è in grado di scegliere. In entrambi i casi è preferibile sbloccare la situazione lanciando una moneta: se si è deciso male si farà comunque esperienza che servirà la volta successiva per decidere meglio.

Fare come l’asino di Buridano (morto di fame nell’eterna indecisione tra due mucchi di fieno) è una notissima espressione usata con il significato di essere indecisi
Le tipologie degli indecisi
Le tipologie si basano sulla motivazione che porta all’indecisione. Sostanzialmente esistono indecisi positivi e indecisi negativi. I positivi sono coloro la cui indecisione è impedita perché vorrebbero avere tutti i vantaggi delle varie soluzioni, mentre gli indecisi negativi sono quelli che vogliono eliminare ogni svantaggio. Le due tipologie possono coesistere nella stessa persona in tempi e su decisioni diverse.
Esistono poi indecisi globali (indecisi su tutto!) e indecisi parziali: una persona decisa sul lavoro può essere indecisa sentimentalmente o viceversa.
La diagnosi differenziale
Personalità abbastanza facile da individuare, l’indeciso può essere scambiato talvolta con il debole (pensiamo a un soggetto che sentimentalmente non sa decidere); in realtà il debole, grazie alla strategia del compromesso, va avanti, mentre l’indeciso resta sempre al punto iniziale.
È possibile che l’indeciso lasci la sua vita in mano ad altri, che prendono le decisioni al posto suo, senza discutere criticamente ciò che gli viene proposto, avendo quindi tratti in comune con la personalità dell’insufficiente: la differenza è che anche con questa delega, l’indeciso non è mai convinto della sua strategia delegante e può ritornare periodicamente sul problema, finendo per stressare oltremisura chi ha deciso per lui (“sei proprio sicuro che…?”).
La qualità della vita degli indecisi
La qualità della vita dell’indeciso dipende molto da chi ha attorno; non sapendo decidere, alcuni indecisi demandano la decisione ad altri. Questa consegna è nettamente diversa da quella tipica di chi non ha informazioni (“mi fido di una persona esperta”) perché l’indeciso ha le informazioni, ma non sa giungere a una conclusione. Ovvio che l’indeciso non sarà mai un leader.
Nel caso manchi una guida di riferimento decisionale, l’indeciso può diventare un soggetto ansioso, conscio della sua incapacità di controllare ciò che ha intorno.
Dare la giusta importanza ai vari fattori in modo da concludere che A è meglio di B dipende spesso dalla capacità di giudicare il problema; questa è un’arte che si apprende con il tempo.
Un rimedio pratico – Per evitare di cadere nell’inerzia c’è comunque una regola molto semplice: se non si sa decidere vuol dire che le strade sono effettivamente equivalenti oppure che non si è in grado di scegliere. In entrambi i casi all’indeciso è consigliabile sbloccare la situazione lanciando una moneta: non decidere è peggio che decidere male. Se si è deciso male si farà comunque esperienza che servirà la volta successiva per decidere meglio.
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