Alla fine dell’Ottocento, a Vienna, il neurologo Sigmund Freud pose le basi della psicanalisi partendo da una serie di studi sull’isteria e sui sogni, che lo portarono progressivamente a delineare le basi teoriche di una nuova disciplina, lo studio dei processi psichici e delle tecniche di cura delle malattie mentali, in breve diffuso in tutto il mondo. L’inconscio è la scoperta fondamentale di Freud, che lo definisce una dimensione anteriore, ulteriore e autonoma rispetto alla coscienza, sulle attività della quale interviene direttamente. Le elaborazioni successive della teoria dell’inconscio portarono il medico austriaco a descrivere una tripartizione della mente in un’area inconscia (l’Es, sede delle pulsioni rimosse), un’area preconscia (l’Io, sede della mediazione tra le pulsioni inconsce e la realtà e la coscienza), e un’area conscia (il Super-io, sede della coscienza morale, responsabile della censura e costituita dai valori appresi dai genitori).
I processi dell’inconscio che si manifestano poi in diverse forme nell’attività cosciente sono le pulsioni e i desideri, determinati dal principio di piacere, cioè quello che guida le azioni infantili e che viene negato invece nelle azioni coscienti adulte. Nei suoi studi Freud definì per la prima volta le nevrosi come malattie mentali e non del cervello, frutto di rappresentazioni (desideri e pulsioni) socialmente inaccettabili e quindi respinte nell’inconscio, dal quale riemergono in modi irrazionali. Il primo terreno privilegiato di manifestazione dei desideri rimossi è il sogno, risultato della deformazione inconscia del materiale rimosso.
La cura psicanalitica prevede la presa di coscienza delle rappresentazioni rimosse attraverso la narrazione per libere associazioni di pensieri, che pone il paziente in stretto rapporto con l’analista, in virtù del fenomeno del transfert, processo per cui il soggetto trasferisce desideri, paure, aspettative, sentimenti dall’oggetto inconscio di essi al medico.
L’approfondimento dell’azione del principio di piacere portò Freud a compiere ulteriori studi sul ruolo della sessualità nelle nevrosi, individuando i primi sviluppi della vita sessuale nell’infanzia. Questo lo condusse alla teorizzazione forse più nota dei suoi studi, quella relativa al complesso di Edipo, fenomeno psichico che fonda la costruzione dell’identità del bambino, attraverso l’identificazione con il genitore dello stesso sesso, ma che può avere sviluppi nevrotici nella rivalità con tale figura, nel desiderio sessuale inconscio verso il genitore del sesso opposto e nella gelosia per l’amore tra i due genitori.
Carl Gustav Jung inizialmente collabora con Freud, ma ben presto si stacca dal suo pensiero; Jung modifica il concetto freudiano di libido, definendola un’energia psichica primaria che non sempre ha a che fare con la sessualità.
Oltre alla nuova concezione di libido, nella sua dottrina (psicologia analitica), Jung ipotizza l’esistenza di un inconscio collettivo, appartenente a tutti gli uomini e depositario dell’intera esperienza umana, i cui ricordi, detti archetipi, si ritrovano nelle leggende e nei simboli usati dai popoli o possono riemergere durante i sogni. Introduce poi l’introversione e l’estroversione come due caratteristiche di base della personalità individuale.
Sigmund Freud e il suo influsso sulla filosofia
Più avanti, Freud ritocca la sua originaria teoria delle pulsioni (con la libido esiste una pulsione autodistruttiva) e definisce una suddivisione della mente che supera il semplice io. Nella filosofia moderna, infatti, l’io viene posto come principio basilare di ogni conoscenza. Il primo che ne parla in questi termini è Cartesio (il principio è da lui riassunto nella celebre proposizione Cogito ergo sum, penso dunque sono). Dal concetto di io dato dagli empiristi, per i quali esso assume un ruolo solo funzionale, si passa all’io puro di Kant inteso come percezione trascendentale, condizione necessaria per ogni conoscenza.
Gli idealisti fanno dell’io assoluto un principio base universale. Per l’esistenzialismo, l’io viene considerato l’espressione dell’essere nel mondo caratteristico dell’uomo. Da un punto di vista diametralmente opposto, Nietzsche rifiuta la nozione stessa dell’io, in quanto le forze eterogenee che agiscono nel soggetto non sono riconducibili a unità.
Nella fase finale della sua opera, Freud arriva a una partizione finale della mente in Es (la parte dell’apparato psichico in cui nascono le pulsioni), io e Super-io. L’io corrisponde all’insieme delle azioni di un individuo e costituisce l’interfaccia tra le richieste istintuali e il mondo esterno. Ha contenuti sia consci che inconsci. La parte inconscia dell’io emerge soprattutto nei meccanismi psicologici di difesa, mentre la parte conscia è quella che controlla il comportamento e il pensiero logico. Trovandosi a contatto con il mondo esterno, l’io mira a raggiungere un adattamento con l’ambiente che lo circonda. L’io aspira al piacere e si sforza di evitare il dispiacere.
Il Super-io può essere considerato corrispondente alla coscienza morale. Si sviluppa durante l’infanzia, tra i cinque e i sei anni, attraverso processi d’identificazione attuati dal bambino nei confronti dei genitori, i quali ai suoi occhi appaiono come l’autorità morale.
Biografia e opere
Freud nasce nell’attuale Repubblica Ceca (1856) in una famiglia ebrea. Si laurea in medicina, specializzandosi in psichiatria, e si trasferisce a Parigi interessandosi alla cura dei fenomeni isterici, in particolare con l’ipnosi. Tornato a Vienna, apre uno studio privato continuando a indagare le cause dell’isteria e le cure per le altre patologie nervose, sviluppando le proprie teorie grazie anche alla collaborazione con il fisiologo Josef Breuer nel caso della paziente affetta da isteria Anna O., che diventerà nota per lo stimolo dato dal suo caso allo sviluppo della psicanalisi. Freud inizia quindi gli studi sui sogni e sui ricordi traumatici, che conducono alla sua prima opera importante, L’interpretazione dei sogni, seguita dopo poco dalla Psicopatologia della vita quotidiana. Le sue teorie non hanno immediato successo ma la risonanza è internazionale, tanto che viene invitato negli Stati Uniti con altri specialisti (tra cui lo stretto amico e collaboratore Jung) e studiosi per un ciclo di conferenze, e nel 1910 partecipa alla creazione della società internazionale degli psicanalisti. Dopo questi importanti riconoscimenti Freud scrive le altre sue opere fondamentali: Al di là del principio di piacere e Tre saggi sulla sessualità.
Con l’avvento di Hitler Freud è costretto a fuggire a Londra, dove il tumore che lo affligge già da anni lo conduce alla morte (1939).

Sigmund Freud fece anche studi sulla cocaina, allora sostanza ancora poco nota, convincendosi inizialmente delle sue potenzialità terapeutiche
Freud – Frasi celebri
Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l’attenzione.
La folla è un gregge docile incapace di vivere senza un padrone. È talmente desiderosa di obbedire che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo.
La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti.
Dimenticare è molto spesso determinato da un motivo inconscio e permette sempre di dedurre le intenzioni segrete della persona che dimentica.
Il sogno è il tentato appagamento di un desiderio.
Scherzando si può dire di tutto, anche la verità.
I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l’amore con l’odio nelle loro relazioni.
Niente di ciò che abbiamo posseduto nella mente una volta può andare completamente perduto.
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