Solo una piccola parte della popolazione sa reagire ai condizionamenti subiti dalla famiglia, dalla società e dalla religione, tanto che alcuni che non riescono a farlo commettono il classico errore di generalizzazione che li porta a dire che “tutti, più o meno, siamo condizionati”. Un esempio di condizionamento da tutti compreso è quello del giudizio pubblico: “e poi cosa dice la gente?”. Le nostre azioni sono modificate per aderire a un cliché che non è detto sentiamo intimamente nostro.
Per il Personalismo è fondamentale liberarsi dai condizionamenti per potere aspirare a essere una persona equilibrata. Per farlo, è necessario avere spirito critico e sottoporre al vaglio della ragione ciò che ci viene proposto: un buon inizio (condizione necessaria, ma non sufficiente!) è ritenere che
un concetto che ci viene proposto come positivo non lo è mai al 100%.
Esattamente come un farmaco, può avere controindicazioni ed effetti collaterali, così un concetto positivo per altri, per noi può non esserlo per tanti motivi. Figuriamoci se poi, in una data condizione, il farmaco diventa addirittura un veleno!
Esistono due tipi di condizionamenti:
- quelli assoluti, cioè quelli che non si dovrebbero neppure discutere;
- quelli relativi, che molti riescono comunque a evitare perché all’interno della nostra società si possono mettere in discussione.
Per i condizionamenti assoluti si veda l’articolo I DIECI CONDIZIONAMENTI, fondamentale per la comprensione del Personalismo.
“Si deve lavorare”, “Si deve andare in chiesa”, “Ci si deve sposare”, “Si deve fare un figlio”, “Si deve far visita ai parenti”… Con i “si deve” non si migliora la propria vita.
I condizionamenti relativi
Famiglia, scuola, società, religione ecc. possono condizionarci relativamente su molti punti; come detto, questi condizionamenti sono relativi a come il soggetto ci è arrivato e li vive; sono condizionamenti “personali” che altri (spesso la maggioranza) non hanno e che condannano apertamente.
Alcuni esempi:
- il romanticismo (“al cuore non si comanda”)
- la gelosia, purché non sia patologica
- fino ad arrivare a condizionamenti irrazionali come l’astrologia.
Il meccanismo con cui il condizionamento relativo agisce è sempre lo stesso:
chi ha una posizione sociale che riteniamo superiore alla nostra ci indica una strada e noi la seguiamo senza sottoporla a verifica.
Non è detto che la strada sia errata, che non porti a nulla di buono, ma il condizionamento scatta perché noi non la mettiamo in discussione: ci fidiamo dell’insegnamento. Metterla in discussione non significa essere totalmente critici (bastian contrari), ma capire, avere le prove del perché possa essere utile per la nostra qualità della vita.
Per capire bene questo concetto si pensi all’adolescente che va in visibilio quando riesce ad avvicinare il suo cantante preferito: immaturo? Proprio come l’adulto condizionato! Si pensi anche ai genitori che, parlando del figlio, dicono che “è finito su una brutta strada per colpa degli amici”. Qui spesso si parla di un adolescente ancora immaturo, ma cosa dire di persone ormai oltre i 30 anni che accettano acriticamente certi concetti che la società continua venderci come positivi.

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Gli effetti dei condizionamenti
Gli effetti dei condizionamenti possono essere devastanti: si pensi, per esempio, ai risultati che può produrre una setta sui propri adepti che accettano qualsiasi ordine senza giudicare.
Il senso comune ritiene che ci sia un’enorme differenza fra una setta e le regole di vita comunemente trasmesse da ambienti istituzionali come famiglia, comunità religiose o società. Ma il buon senso deve dirci che non c’è nessuna differenza se il soggetto non sottopone le regole a critica precisa e costruttiva; in particolare, se non verifica la coerenza di quelle regole con il reale benessere.
Molti ritengono che il Personalismo sia una setta per il semplice fatto che esprime regole non sempre allineate con quelle usuali; in realtà non lo è perché pone alla base di queste regole la loro valutazione critica da parte di chi eventualmente vuole sostenerle. Hanno maggiori caratteristiche di setta una religione improbabile, i dogmi di una multinazionale, una famiglia dove non si discutono gli ordini del capofamiglia ecc.
Gli idoli
Molti condizionamenti portano poi alla costruzione di idoli (ricordo la famosa la teoria di Francesco Bacone sugli idola, cioè le illusorie immagini individuali, sociali o culturali che allontanano dalla verità) che spesso ci fanno sopravvivere, ma non vivere.
Gli idoli sono come la catena che il lupo, diventato mansueto cane agli ordini dell’uomo, ha accettato per avere una sicura ciotola di cibo,
ovviamente passando il resto dell’esistenza cercando di convincersi che la catena sia l’unica soluzione o che sia molto più nobile stare accanto all’uomo che vagare libero nella foresta in cerca di cibo. Ha barattato la sua libertà e vuole illudersi di essere libero!
Gli idoli sono concetti a cui affidiamo ciecamente la nostra vita con la speranza che ci ricambino con gioia, serenità, felicità. Di solito derivano dalla nostra educazione (la famiglia, la scuola), comunque dalle nostre esperienze giovanili (l’adesione acritica a determinati gruppi). Infatti, essendo idoli, non vengono mai messi in discussione ed è difficile crearsi idoli da adulti: se si ha spirito critico non si accetta nulla ciecamente e quindi si è immuni da questa situazione, se invece non lo si ha, difficilmente si cambiano gli idoli giovanili per altri dei.
Molti idoli appartengono a quelle che il Personalismo chiama condizioni facilitanti: avere un buon matrimonio facilita la vita, idem per una buona posizione economica, per un buon lavoro, per una buona famiglia ecc. La differenza sostanziale è che chi li adora ciecamente dimentica il “buon” che deve esserci, lo dà per scontato.
Poiché gli idoli richiedono un certo impegno per la loro adorazione, sono tipici di quelle personalità dove comunque c’è un grado non minimo di forza, ma non sufficiente ad arrivare a una forma di libertà intellettuale che possa mettere sotto osservazione l’educazione ricevuta, di quelle personalità che non sono dotate di spirito critico e di quelle che tendono a identificarsi con pochi e chiari ideali: irrazionali, deboli, succubi, mistici, romantici, statici, semplicistici, contemplativi.
Come liberarsi dagli idoli? Semplicemente con la verifica molto critica se l’idolo migliori la nostra qualità della vita o no. Se non lo fa, abbattiamolo!
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