Come essere felici nella vita spiegato con una semplice immagine: può sembrare impossibile, ma in pochi minuti si può apprendere uno dei più importanti segreti dell’esistenza.
L’analogia dell’ascensore è il modo più potente di comprendere la vita e la strada che porta alla felicità. Di seguito viene fornita una spiegazione dell’immagine che riassume l’analogia. Sono forniti i principali link necessari alla comprensione, ma, prima di indagarli singolarmente, si consiglia una lettura completa della spiegazione, approfondendola in una seconda passata con i link indicati.
Per capire come essere felici partiamo da due importanti concetti:
- Lo stato emotivo è il pilastro su cui si costruisce la felicità.
- La felicità è il bilancio dei nostri stati emotivi.
L’analogia dell’ascensore spiega perché solo poche persone arrivano ad avere una vita veramente felice (e non semplicemente soddisfacente: le soddisfazioni non sono la felicità perché spesso sono accompagnate da preoccupazioni e problemi).

L’analogia dell’ascensore: un modo semplice e rapido per spiegare come essere felici
Inizialmente, l’ascensore è al piano terra. Può spostarsi al piano 10 o al piano -10. Il piano che noi raggiungiamo è il nostro stato emotivo del periodo (per esempio, il bilancio della giornata che, nella speranza non sia stato “un giorno da cani“, non dovrebbe essere il piano -10 ovvero non dovrebbe arrivare al piano -10).
Sulla sinistra c’è una pulsantiera che spinge l’ascensore in su e in giù, a seconda delle nostre scelte e dell’interazione del mondo esterno con noi. Spingono in su una personalità equilibrata (provare il test di personalità di Albanesi per verificare se si è equilibrati) e le condizioni facilitanti (come la ricchezza; attenzione, oltre certi livelli la ricchezza può essere penalizzante). Spingono in giù le personalità critiche che noi abbiamo (molto grossolanamente i difetti che penalizzano la qualità della nostra vita) e le condizioni penalizzanti (sono quelle condizioni “oggettivamente” penalizzanti come problemi di salute non causati dalle proprie scelte, tenore di vita sotto la soglia di povertà ecc.). Alcune precisazioni per non barare.
Come essere felici: salute, lavoro, famiglia
Sulla salute: sentirsi bene non vuol dire stare bene, se si è costretti a prendere farmaci per “sentirsi sani”, se durante la giornata proviamo stanchezza, stress, depressione, ansia ecc. la nostra salute non è il massimo e non siamo sulla strada giusta per essere felici. Vedasi Lo stile di vita.
Sul lavoro; può piacerci, avere un indice di qualità molto alto, ma nel caso in cui, se potessimo, lo limiteremmo o non lo faremmo proprio, inutile illudersi di essere al piano 10. Non barate: se vinceste una fortuna alla Lotteria, continuereste a lavorare senza essere pagati? Vedasi Il lavoro.
Sulla famiglia; per essere felici è inutile dirsi che tutte le coppie hanno problemi; inutile dirsi che i figli richiedono sacrifici, ma danno anche tante soddisfazioni; inutile dirsi che single è bello se poi si soffre la solitudine ecc. Vedasi Matrimonio/convivenza; Figli e qualità della vita, Solitudine.
Sul prossimo; poiché parliamo di persone adulte, il concetto di prossimo, va dai genitori/suoceri ai parenti, dagli amici parziali o totali ai vicini ecc. Vedasi: I tre mondi, Il distacco, Genitori e suoceri, I parenti, Amicizia.
La pulsantiera sulla sinistra permette di salire, ma fino a un certo punto. Se per esempio il lavoro ha un ottimo indice di qualità, ma non è un oggetto d’amore che produce ricchezza (non è cioè un lavoro, ma un’attività economica con indice di qualità molto vicino a 100) abbiamo bisogno anche della pulsantiera di destra. Lì troviamo quattro pulsanti.
Hobby, passioni, evasioni
Gestione; il pulsante delle attività di gestione, quelle che a molte persone riempiono la vita, ma non ne aumentano la qualità: ritirare la pensione, pagare la bolletta, lavare la macchina ecc. fino a quelle attività di volontariato che servono appunto per riempire il proprio tempo, lenire la propria solitudine. Anche i figli sono un’attività di gestione quando fatti “perché si deve”, spinti dai genitori (“quando mi dai un nipotino?”), dalla società (“serve un ricambio generazionale”), dalla propria personalità (“devo avere un bastone per la mia vecchiaia”) ecc.
Evasione; fa salire l’ascensore, ma di poco (il pulsante è giallo perché vuole avvertire che non è il caso di accontentarsi, che si potrebbe salire ancora). Sono attività piacevoli che permettono di evadere dalla routine quotidiana, ma senza dare veri scossoni emotivi alla propria vita, quindi senza portare a essere davvero felici, o perché sono “occasionali” (caso classico le vacanze, viste come strumento per creare ricordi più o meno indelebili e che quando diventano quasi una necessità non hanno un effetto molto diverso dalle attività di gestione; nel caso del tifoso, la partita domenicale allo stadio che può rivelarsi anche un boomerang esistenziale se la propria squadra viene massacrata) oppure emotivamente poco coinvolgenti (come l’uscita settimanale al ristorante o, nel caso dei giovani, la discoteca, luogo in cui, diciamoci la verità, senza alcol o droghe, ben pochi saprebbero caricarsi a livello emotivo). Vedasi, per esempio, La strategia del carcerato, La strategia del servito.
Hobby; sono attività che sono piacevoli, si possono vivere con una certa continuità e possono dare anche stati emotivi molto intensi; sono però instabili perché in presenza di fattori negativi vengono messi da parte. Per capirci, a volte basta un fattore climatico per non farci vivere un nostro hobby. Non bisogna banalizzare il concetto di hobby; anche i figli possono essere un hobby, quando, cresciuti, non vivono più con i genitori e con essi non hanno oggetti d’amore in comune! Vedasi gli hobby e la loro differenza con gli oggetti d’amore.
Oggetti d’amore; volgarmente vengono definite passioni, ma non sono passioni che creano dipendenza o possono deprimere (come le passioni “classicamente” intese) la nostra qualità della vita. Possono essere persone (il partner, i figli nell’età dell’oro ecc.) oppure attività perseguite con grande intensità. La pulsantiera di destra ha lo scopo di rendere libero il soggetto. Un bambino è felice quando è libero, qualunque impedimento alla sua libertà lo porta al pianto. Sebbene i condizionamenti portano l’adulto ad accettare anche pesanti restrizioni della sua libertà, interiormente vi aspira sempre e la pulsantiera di destra è quello che lo aiuta: gli oggetti d’amore sono la massima espressione della ricerca della libertà:
gli oggetti d’amore rendono liberi.
Vedasi Gli oggetti d’amore.
Arrivati al piano 6 (sufficienza esistenziale),
provate a salire ancora e ad avere una vita da leggenda.
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