Secondo il comune uso del termine, l’autosufficienza è spesso associata alla soluzione di necessità di tipo economico: chi è autosufficiente non richiede (o ha deciso di non richiedere) aiuti per il suo sostentamento.
Dal punto di vista psicologico, il concetto si collega più direttamente al benessere della persona, estendendo il campo d’azione non solo all’economia del singolo, ma anche a tutta la sua sfera privata.
Non è autosufficiente (insufficiente) chi si appoggia ad altri per il sostentamento economico, ma non lo è anche chi si affida ad altri per la soluzione di problemi che molte altre persone gestiscono da sole senza grandi difficoltà. Così si dice che una persona avanti con gli anni non è più autosufficiente quando suoi coetanei riescono comunque a gestire una situazione per lui invece insostenibile. Per capire correttamente il concetto si veda lo scenario della valigia.
Con la forza di volontà anevrotica e un’autostima basata su valori morali ed esistenziali, l’autosufficienza è fondamentale per essere una persona equilibrata e completare il percorso verso la saggezza.
Chi invece accetta consciamente di avere un basso livello di autosufficienza vira verso la personalità critica degli insufficienti.
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