Giuseppe Verdi fu il maggiore compositore italiano dell’Ottocento. Nacque nel 1813 a Roncole di Busseto, presso Parma, ma entrò ben presto nell’ambiente musicale e culturale di Milano. Qui, dopo le prime rappresentazioni alla Scala, il compositore assimilò le sollecitazioni risorgimentali dell’ambiente patriottico romantico, che tradusse nell’intensità della tensione drammatica e negli sfondi o significati storici delle sue opere.
Con le opere risorgimentali, Verdi iniziò il rinnovamento delle strutture del melodramma, che si esplicò soprattutto nel ruolo di primo piano conferito al coro come protagonista dell’azione, e sviluppò l’attenzione per temi sociali, storici e morali.

Statua di Giuseppe Verdi a Milano
Le prime opere di Verdi non ebbero grande successo e fu solo con il Nabucco (1842), a quasi trent’anni, che arrivò la fama, anche se le successive molte opere ebbero alterna fortuna. Consolidato il proprio successo a livello internazionale, Verdi si stabilì definitivamente presso Busseto e lì compose le sue opere maggiori. Con Macbeth (Firenze, 1847) Verdi affrontò per la prima volta un modello shakespeariano.
Tra il 1851 e il 1853 compose i suoi capolavori, Rigoletto, Il trovatore, La traviata, in cui egli, ormai ricco e affermato, affrontò senza paura temi anticonvenzionali e scabrosi. Censurate e inizialmente accolte negativamente dal pubblico, le tre opere raggiunsero presto grandissima popolarità.
Successivamente, il mutato clima storico-sociale dell’Italia postrisorgimentale suggerì a Verdi nuove riflessioni e nuovi stimoli, che si accompagnarono al generale ripensamento, da parte della classe intellettuale, del proprio ruolo e dell’idea di patriottismo. Di questa fase furono il frutto opere come Simon Boccanegra (1857) e Un ballo in maschera (1859). Nel 1867 ci fu la prima rappresentazione del Don Carlo.
L’ultima produzione di Verdi, dominata dall’Aida (1871), accentua ulteriormente lo scavo psicologico nei conflitti dell’animo umano, a discapito dell’ambientazione di sfondo, e l’attenzione per la parola e per i dettagli della rappresentazione teatrale. Ultimi lavori furono l’Otello (1887) e il Falstaff.
La sua produzione sacra, a confronto con quella operistica, è decisamente più limitata, ma famosa è la sua Messa da Requiem (conosciuta anche semplicemente come Requiem, 1869) composta in onore della morte di Manzoni.
Dopo essere stato nominato senatore per i suoi meriti artistici e aver ripreso alcune opere di Shakespeare, Verdi morì nel 1901, salutato come un simbolo nazionale.
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