Le acque continentali si differenziano da quelle marine perché si trovano sulle terre emerse e hanno una salinità decisamente inferiore (acque dolci). Queste acque sono contenute nei fiumi, nei laghi, nei ghiacciai, nelle falde sotterranee e sono coinvolte nel cosiddetto ciclo dell’acqua: l’energia solare provoca l’evaporazione di parte delle acque superficiali degli oceani, che entra nell’atmosfera e poi genera le precipitazioni per condensazione, in parte ritornando negli oceani e in parte cadendo sulle terre emerse, dove alimenta direttamente i fiumi oppure entra nella terra per infiltrazione e alimenta le falde sotterranee, che poi emergono in fiumi, laghi o sorgenti. Da qui l’acqua viene reimmessa negli oceani, mentre una parte di quella entrata nel suolo evapora nell’atmosfera o viene assorbita dalle piante e poi dispersa da queste nell’atmosfera per traspirazione, così il ciclo si ripete.
I fiumi sono corsi d’acqua permanenti che possono avere periodi di piena e periodi di magra a seconda dell’abbondanza delle precipitazioni e del ritmo di scioglimento dei ghiacciai. Un fiume può avere regime regolare se il suo volume d’acqua resta costante durante l’anno, oppure regime torrentizio se tale volume varia notevolmente nel corso dell’anno. Dai fiumi si distinguono quindi i torrenti, che contengono acqua solo in alcuni periodi dell’anno.
Un fiume è costituito da tre parti: il corso superiore, che procede in discesa ad alta velocità dalla sorgente a una zona pianeggiante, scavando con l’azione erosiva il cosiddetto letto o alveo, il corso medio, nella zona pianeggiante, dove il fiume scorre lento, deposita materiali e con l’erosione forma anse dette meandri, e il corso inferiore, la parte in cui il fiume sbocca in un altro fiume, in un lago, in un mare o in un oceano. La zona in cui un fiume confluisce nel mare/oceano è detta foce, ed essa può assumere forme diverse a seconda della disposizione dei sedimenti erosi e trasportati dal fiume nel suo corso: la foce a estuario, tipica dei fiumi che sfociano in oceani o mari aperti, ha una forma a imbuto, dovuta alle forti correnti che portano al largo i sedimenti, mentre la foce a delta è tipica dei fiumi che sfociano in mari chiusi, dove le correnti deboli fanno accumulare i sedimenti a formare lembi di terra che dividono il fiume in più bracci.
I laghi invece sono masse d’acqua dolce contenuti in conche o depressioni naturali e alimentati da un fiume detto immissario, oppure da precipitazioni e sorgenti sotterranee. Essi disperdono il proprio eccesso d’acqua per evaporazione o tramite fiumi in uscita detti emissari. I laghi si differenziano in base alle origini della propria conca:
- laghi glaciali (conche scavate dall’azione erosiva dei ghiacciai);
- laghi vulcanici (conche all’interno di crateri di vulcani spenti);
- laghi carsici (conche scavate dall’acqua piovana in rocce calcaree);
- laghi tettonici (conche sul fondo di fosse tettoniche);
- laghi di sbarramento (conche generate dall’accumulo di materiali all’imbocco di una valle).
I laghi sono temporanei e si estinguono progressivamente a causa della sedimentazione di materiali che li rendono sempre meno profondi fino a provocarne l’interramento, ma possono scomparire anche per eccessiva evaporazione o scarsità di apporto idrico.
La maggior parte delle acque continentali però sono contenute nei ghiacciai, masse di ghiaccio che si generano in seguito alla compressione delle nevi causata dalle basse temperature di alcune zone a quote o latitudini elevate, dove in estate la neve non si scioglie completamente accumulandosi negli anni fino a diventare ghiaccio. La quota oltre la quale le nevi non si sciolgono mai completamente è detta limite delle nevi perenni. Un ghiacciaio perciò è costituito da un bacino collettore, in cui la neve si raccoglie e si trasforma in ghiaccio, e da un bacino ablatore, in cui la neve si deposita e si scioglie, creando colate di ghiaccio dette lingue glaciali, che erodono le rocce e formano crepacci o accumuli di materiali (morene). Si distinguono dal punto di vista morfologico molti tipi diversi di ghiacciai, che possono essere raggruppati in due classi: i ghiacciai continentali, che si trovano sulle catene montuose, e i ghiacciai polari, che ricoprono l’Antartide e la Groenlandia.

Icerberg in Antartide
Fiumi, laghi e ghiacciai sono acque superficiali, mentre le falde sono acque sotterranee, che si formano per infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo in seguito alle precipitazioni. L’acqua penetra nel sottosuolo in quantità e a velocità variabili a seconda del grado di permeabilità delle rocce, che dipende dalla porosità di queste ultime (maggiore o minore presenza di interstizi fra i granuli di roccia). Quando l’acqua nella discesa incontra una roccia impermeabile si ferma e si accumula formando una falda freatica. Quando invece l’acqua si infiltra fra due strati di roccia impermeabile si trova in pressione e forma una falda ardesiana. Le sorgenti sono generate dalla fuoriuscita spontanea di acqua da una falda in superficie.
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