Esistono diversi test per il ginocchio e la loro importanza non è da sottovalutare in quanto le diagnosi delle patologie del ginocchio sono sicuramente più complesse di quelle delle patologie del piede; infatti il ginocchio è una struttura complessa in cui le diverse subunità cooperano in maniera molto stretta per realizzare il movimento. Nei soggetti di sesso maschile, le patologie relative al ginocchio sono di solito legate a problematiche di tipo traumatico o degenerativo a motivo di attività fisiche solitamente più pesanti, mentre nei soggetti di sesso femminile il problema è più frequentemente associato a debolezze o squilibri muscolari; nelle donne, il rischio di problemi degenerativi legati a fenomeni artrosici aumenta decisamente nel periodo post-menopausale.
Problemi al ginocchio e attività sportive
Per quanto concerne le attività sportive, la maggior parte degli incidenti acuti relativi all’articolazione del ginocchio interessano i legamenti crociati e i menischi; in chi pratica la corsa, queste problematiche dovrebbero essere rare (il movimento della corsa è ripetitivo, fluido e armonico), ma sono abbastanza frequenti in quegli sport che vengono spesso associati all’attività della corsa come il calcio, il basket e lo sci. Per un intervento tempestivo è perciò importante comprendere subito quale sia la parte realmente interessata.
Le parti interessate
Come detto, le parti solitamente interessate da eventi traumatici sono i legamenti crociati e i menischi.
I crociati – Sono due, uno anteriore (che impedisce che la tibia si sposti troppo avanti rispetto al femore) e uno posteriore (che svolge la funzione opposta). Di solito è l’anteriore che subisce i maggiori danni da un trauma poiché in genere sono i movimenti in avanti che sollecitano maggiormente il ginocchio, caricandolo maggiormente.
I menischi – Sono due, laterale e mediale, e funzionano come ammortizzatori proteggendo le ossa che si uniscono all’articolazione del ginocchio. Il legamento mediale è generalmente più sollecitato poiché è meno mobile del laterale. Spesso le lesioni meniscali derivano da movimenti troppo bruschi che non danno tempo al menisco di seguire il movimento.
La diagnosi
Ovviamente il racconto del trauma fornisce informazioni interessanti per orientare il terapeuta verso la parte offesa; se il dolore non è particolarmente intenso (esistono anche casi con dolore minimo) è possibile eseguire una serie di test esaustivi. Infine radiografia (per la parte ossea) e risonanza magnetica (per la parte tendinea e cartilaginea) completano il quadro della situazione.
Vediamo adesso i test.
I test per il ginocchio
Come accennato in apertura, i test per il ginocchio sono veramente tanti; non è possibile descriverli tutti nel dettaglio; di seguito una breve rassegna di quelli utilizzati più frequentemente.
Test di Lachman – Serve per diagnosticare la presenza di lesioni al legamento crociato anteriore. Il paziente è in posizione supina e tiene il ginocchio flesso (15-25 gradi circa). L’esaminatore è posizionato dal lato del ginocchio in esame e con una mano stabilizza la parte distale del femore, mentre con l’altra effettua una trazione in avanti della porzione prossimale della tibia. In un soggetto sano si avverte, di norma, un blocco del movimento, blocco che invece risulta assente nel caso in cui il legamento crociato anteriore sia lesionato.
Il Lachman test è considerato uno dei test per il ginocchio più affidabili nella ricerca di lesioni al crociato anteriore e presenta meno falsi negativi rispetto al test del cassetto anteriore (vedasi più avanti); i falsi negativi possono essere causati da una lesione a manico di secchio del menisco mediale che arresta la traslazione del condilo.
Test di Apley (Grinding test) – Il test di Apley viene utilizzato per indagare lesioni meniscali.
Il paziente è prono e tiene il ginocchio flesso (60 gradi circa); il manipolatore ferma col ginocchio la parte posteriore della coscia e comprime l’articolazione premendo la pianta del piede. Poi ruota la tibia all’interno (menisco mediale) o all’esterno (menisco laterale). In caso di lesione al menisco interno, la rotazione esterna forzata del piede causa dolore sull’emirima articolare interna.
In caso di lesione al menisco esterno, la rotazione interna accentua il dolore.
In entrambi i casi il dolore viene enfatizzato ancora tramite la pressione sulla pianta del piede.
Test del cassetto anteriore – Con il paziente supino con il ginocchio flesso a 90 gradi circa; l’esaminatore si siede sul piede del paziente e prende la tibia con entrambe le mani tirandola verso di sé ricercando uno spostamento anteriore. Se il crociato anteriore non è lesionato si avverte un brusco arresto al movimento (massima estensione del legamento).
L’esame prevede l’esecuzione della manovra con la tibia in tre diverse posizioni (neutra, rotazione esterna e rotazione interna); la manovra in posizione neutra permette un giudizio clinico spesso esatto.
Test del cassetto posteriore – Fra i vari test per il ginocchio, questo è probabilmente quello più significativo nei confronti di una lesione a carico del legamento crociato posteriore; con l’articolazione flessa a 90 gradi, il test rivela una traslazione posteriore del piatto tibiale rispetto al femore. Un cassetto posteriore compreso tra i 3 mm e un centimetro è indice di una lesione parziale, un cassetto posteriore maggiore di un centimetro deve far sospettare una lesione totale.
Jerk test – È un test che serve a rivelare l’eventuale presenza di un’insufficienza funzionale del legamento crociato anteriore.
Il test viene eseguito sollevando l’arto da esaminare e mantenendolo intraruotato con una mano posta a livello del collo del piede; con l’altra mano, posta a piatto a livello della testa del perone, si fanno compiere al ginocchio piccoli movimenti di flesso-estensione. La positività al test è data dalla presenza di uno scatto (jerk) che viene percepito dalla mano posta a livello della testa del perone nel momento in cui si passa dall’estensione ai 20 gradi di flessione circa.
Il test richiederebbe un buon rilassamento del paziente; ciò purtroppo non è sempre possibile perché la manovra richiama il movimento traumatico lesivo.
Test di McMurray – Un altro test per il ginocchio molto noto. Con il paziente supino, l’esaminatore ferma con una mano il tallone e con l’altra sostiene la parte inferiore del ginocchio, cercando di far estendere completamente il ginocchio mentre ruota la tibia prima verso l’interno poi verso l’esterno.
La comparsa di dolore nella flessione forzata suggerisce la presenza di una lesione a carico dei corni meniscali posteriori (queste porzioni meniscali scivolano all’indietro quando si flette il ginocchio e vengono compressi tra la superficie prossimale della tibia e i condili del femore), la comparsa del dolore in estensione forzata fa sospettare una lesione dei corni meniscali anteriori (nell’estensione, i menischi hanno la tendenza a slittare in avanti e i corni meniscali anteriori subiscono una compressione tra i condili tibiali e quelli femorali). Una sintomatologia dolorosa evocabile con 90 gradi di flessione è indice di una lesione del corpo meniscale.
Il test di McMurray non deve essere effettuato durante la fase acuta e nel caso in cui sia presente una lesione del legamento collaterale in quanto la rotazione può aggravare la condizione del legamento collaterale lesionato e dare un falso positivo al test.
Indice materie – Medicina – Terapie – Test per il ginocchio