Il termine Pancafit ® indica un attrezzo brevettato costituito da due piani inclinati ed utilizzato per realizzare il metodo dell’allungamento muscolare globale decompensato (altrimenti indicato come AMDG). Si tratta di un’interessante variante dello stretching, utile in caso di particolari problemi di postura. Alcuni erroneamente pensano di poter estendere il metodo a tutti i soggetti, in particolare agli sportivi, proponendo Pancafit per prevenire gli infortuni e migliorare la prestazione. In realtà non è così. Il metodo ideato dal Prof. Raggi abbinato all’attrezzo da lui brevettato (Pancafit) si basa su considerazioni condivisibili dal punto di vista scientifico, ma le perplessità sorgono quando si vuole sostenere che ogni infortunio sia riportabile alla descrizione fornita da Raggi. Le divergenze d’opinione sono cioè nei numeri, nella percentuale di casi che sono descritti dal modello. Penso che Raggi abbia ottenuto nella sua carriera risultati interessanti. Ciò è tipico di professionisti validi che, oltre ad applicare il metodo, hanno sia l’intelligenza sia il tempo di seguire il soggetto, fornendo una consulenza che va molto oltre il loro metodo (per esempio fornendo consigli sulla limitazione del chilometraggio, sulla gestione stessa dell’infortunio, sconsigliando la ripresa dell’attività prima di una guarigione completa ecc.). In altri termini, un metodo X ha una resa inferiore se implementato da un terapeuta “normale” con una comprensione “normale” delle situazioni e con tempistiche che spesso sono troppo celeri.
Un’analisi in tre punti
1) Prevenzione degli infortuni – La scienza sportiva si è ormai sintonizzata sul vero problema degli infortuni: il sovraccarico. A prescindere da soggetti sfortunati (che sono una percentuale minima) con evidenti e gravi squilibri congeniti, l’atleta si infortuna perché pretende troppo (qualità o quantità o, peggio, entrambe) dal proprio fisico. Succede agli amatori come ai giocatori di serie A, che pure dovrebbero essere seguitissimi. Se il soggetto tende a dare il massimo ha una probabilità di infortunio X. Se si migliora la sua postura, si aumenta la sua elasticità, si aumenta la sua forza muscolare ecc., l’atleta tenderà sempre e comunque a dare il massimo, andrà forse più forte, ma la probabilità di infortunarsi resterà sempre X. Il semplice concetto del sovraccarico spiega i moltissimi studi americani che hanno mostrato come lo stretching (in tutte le sue varianti) non previene gli infortuni (La verità scientifica sullo stretching).
I sostenitori dell’AMDG e di Pancafit sostengono che la percentuale di guarigione è del 90%, ma tale percentuale è vantata da molti terapeuti; il problema è che il concetto di guarigione è fuorviante per diversi motivi:
1) Una grande percentuale (circa il 50%) di infortuni guarisce semplicemente con il riposo!
2) Un atleta infortunato spesso (circa il 30% dei casi) ha peggiorato la situazione con strategie dubbie (tipo “correre sul dolore”); una volta corrette le quali qualunque “metodo” funziona!
3) Si deve accettare il fatto che la carrozzeria dell’atleta più di tanto non può sopportare (concetto di distanza critica); il 20% degli infortuni è dovuto al fatto che il soggetto non accetta la sua distanza critica.
4) Molti terapisti considerano guarito un soggetto semplicemente perché non si fa più vedere senza avvertire il terapeuta dell’inefficacia della terapia (effetto fuga, presente nella metà dei casi di infortuni non risolti)!
2) Miglioramento della prestazione – Sicuramente con i metodi che migliorano l’elasticità (o la postura) si possono avere dei benefici, ma non bisogna illudersi più di tanto. Se l’elasticità non è il collo di bottiglia del “sistema atleta”, è illusorio sperare di migliorare.
Se fosse vero che la prestazione può sistematicamente migliorare con l’applicazione di un metodo, l’applicazione del metodo porterebbe al frantumarsi di decine di record mondiali e nazionali. Perché ciò non accade? Può essere vero che casi molto particolari possano essere aiutati da una strategia fisioterapica a tal punto da avere un miglioramento della performance (record), ma restano casi isolati, percentualmente non significativi.
Quindi anche l’uso di Pancafit a questo scopo è difficilmente giustificabile.
3) Cura di patologie ortopediche, sportive e no – È scorretto pensare che ogni problema dipenda da un’errata postura (come che ogni problema si risolva con un plantare o che tutto dipenda dalla muscolatura insufficiente ecc.): esistono almeno dieci cause principali predisponenti a un infortunio e almeno l’80% degli infortuni dipende solo ed esclusivamente dal sovraccarico. Tra l’altro, è anche ottimistico che l’AMGD possa risolvere ogni mal di schiena: nella maggior parte dei casi la lombalgia grave è dovuta a un’alterazione anatomica (per esempio una protrusione) che ovviamente nessun metodo può risolvere; al più, modificando la postura, possono diminuire gli effetti dell’alterazione anatomica (in altre parole, non si sente dolore), ma ciò ovviamente non è sicuro
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