Il vomito (anche emesi o, più raramente, emesia) è un disturbo che consiste in una violenta espulsione retrograda del contenuto gastrico attraverso il cavo orale. Generalmente è preceduto da nausea, una spiacevole sensazione che non è semplice descrivere, in quanto strettamente legata a una percezione del singolo individuo; si riscontrano inoltre, nella maggioranza dei casi, incremento della salivazione, eruttazioni, modificazioni del ritmo respiratorio e pallore. Molto spesso il vomito è preceduto da conati*.
Meccanismi e cause del vomito
Il meccanismo dell’emesi viene coordinato da una specifica zona cerebrale, un centro nervoso situato nel bulbo. Tale zona viene anche detta “centro del vomito”; è a questo centro che arrivano i segnali da varie parti dell’organismo (gola, stomaco, intestino, corteccia cerebrale, orecchio ecc.); una volta che questo centro è eccitato partono da esso gli stimoli che si traducono nell’espulsione violenta e forzata del contenuto gastrico. Il meccanismo di azione dei farmaci antivomito (i cosiddetti antiemetici) consiste proprio nell’inibizione delle attività del centro di regolazione del vomito.
Le cause possono essere le più disparate e sarebbe impossibile elencarle tutte. Qui di seguito tratteremo brevemente soltanto le più comuni.
Talvolta il vomito non è che un vero e proprio meccanismo di difesa contro l’ingestione di corpi estranei e/o sostanze pericolose, altre volte, invece, non si ravvisa nel vomito alcuna funzione difensiva e non è quindi sempre semplice determinarne le cause.
In molti casi l’emesi non rappresenta che uno dei vari segni che caratterizzano diversi disturbi dell’apparato digerente (ulcera, gastroenterite virale, motilità gastrointestinale alterata ecc.) che possono essere causati da infezioni batteriche o da virus; piuttosto comune è riscontrarlo durante i primi mesi di gravidanza.
Ci sono poi molti soggetti che soffrono di nausea e vomito quando si trovano a viaggiare in auto, in nave o in aereo, è il cosiddetto “mal di movimento” o, più tecnicamente, cinetosi. Meno comuni sono i disturbi legati al sistema di controllo della posizione nello spazio, in questi casi il vomito accompagna la fastidiosa sensazione di vertigini.
Altre cause sono inoltre quelle legate a forti stimoli dolorosi (violente emicranie, dolori legati al ciclo mestruale ecc.) o emotivi (situazioni di eccessivo stress, angoscia e ansia).
Nausea ed emesi non sono infrequenti inoltre durante i trattamenti chemioterapici.
Conseguenze del vomito
Sporadici o singoli episodi di vomito raramente comportano seri problemi. Se invece il vomito è continuo può causare un’eccessiva perdita di acqua e sali minerali che dovrebbero essere reintegrati. Si deve inoltre considerare che, di norma, quando il vomito è persistente viene a essere impedita una normale alimentazione con tutte le conseguenze che ne derivano.
Una grave conseguenza del vomito può essere la cosiddetta polmonite ab ingestis (da materiali ingeriti), tale disturbo è essenzialmente causato dal contatto del contenuto gastrico, piuttosto acido, con il tessuto polmonare; la polmonite ab ingestis è un disturbo che viene riscontrato in quei soggetti che, per le più svariate cause (traumi, interventi operatori) presentano un alterato stato di coscienza.

Il vomito caffeano è un sintomo da non sottovalutare perché può essere la spia di patologie importanti a carico dell’apparato gastrointestinale
Trattamento
Il trattamento passa attraverso la risoluzione del disturbo sottostante. Quando la causa è una condizione patologica di poco conto è in genere sufficiente una dieta appropriata. Di seguito vengono fornite alcune indicazioni per le forme più comuni.
- Vomito da disturbi dell’apparato gastrointestinale – Se nausea ed emesi sono la conseguenza di una gastroenterite è necessario ricorrere a farmaci antiemetici quando il sintomo è particolarmente ricorrente. Infatti, i disturbi sono destinati a scomparire in un lasso di tempo relativamente breve, ma i ripetuti conati* possono prostrare notevolmente il paziente; per cui, se si suppone che il problema possa perdurare oltre le tre ore (come avviene, per esempio, nel caso di un attacco influenzale), è opportuno intervenire per bloccare il vomito ed evitare una massiccia perdita di liquidi.
- Vomito da disturbi della digestione – In questi casi l’emesi è la spiacevole conseguenza del rallentato passaggio del cibo attraverso l’apparato digerente. Classiche cure consistono nell’assunzione di farmaci quali il Plasil (metoclopramide), il Peridon e il Motilium (domperidone). Tali farmaci agiscono sia bloccando lo stimolo del vomito a livello centrale sia stimolando le contrazioni dell’intestino affinché ne venga favorito lo svuotamento grazie all’accelerazione del transito dei cibi.
- Vomito da mal di testa – Non è infrequente che un mal di testa particolarmente intenso sia accompagnato da nausea ed emesi. In questi casi è consigliabile assumere un antiemetico e un farmaco analgesico (antidolorifico) e soprattutto riposare in un ambiente tranquillo, arieggiato e in penombra.
- Vomito in gravidanza – Circa l’80% delle donne in gravidanza sono interessate da questo disturbo (si parla di nausea gravidica, argomento che trattiamo nel nostro articolo Nausea in gravidanza), uno dei sintomi più frequenti delle prime settimane. Talvolta il problema può essere così intenso da richiedere il ricovero ospedaliero affinché venga trattato lo squilibrio elettrolitico che ne deriva. Di norma il disturbo scompare dopo il quarto mese di stato interessante; può essere utile per limitare il senso di nausea e l’emesi conseguente fare una colazione ricca di cibi solidi evitando di assumere troppi liquidi; fare, durante la giornata, piccoli pasti a intervalli piuttosto frequenti (circa 2 ore) può contribuire a ridurre la fastidiosa sintomatologia. Non è invece consigliabile assumere di propria iniziativa farmaci antiemetici, dovrà infatti essere il medico, dato lo stato di gravidanza, a decidere quali siano gli opportuni provvedimenti farmacologici da adottare.
- Vomito da causa sconosciuta – In questo caso contattare il medico al fine di effettuare una diagnosi precisa e tempestiva.
* I conoati sono atti involontari che riproducono le varie componenti del vomito, fatta eccezione per il rilasciamento del cardias (l’orifizio di sbocco dell’esofago nello stomaco), per cui non si ha espulsione del contenuto gastrico.
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