Ematemesi è un termine medico con il quale si fa riferimento all’emissione di sangue con il vomito (più popolarmente si parla di vomitare sangue). Il termine è di derivazione greca (àima significa sangue ed èmesis significa vomito, emesi). L’ematemesi non deve essere confusa con l’emottisi, con quest’ultimo termine, infatti, ci si riferisce all’emissione di sangue con la tosse. Nel vomito il sangue può essere presente in forma fluida oppure in coaguli; possono essere presenti anche residui di cibo.
Il vomitare sangue è una manifestazione clinica che di solito genera molta preoccupazione e, in effetti, la maggior parte delle condizioni patologiche che ne sono alla base sono particolarmente serie; non è quindi un sintomo da sottovalutare o, ancor peggio, da trascurare; richiede sempre un consulto medico urgente.
La perdita ematica che caratterizza l’ematemesi può essere avvenuta di recente oppure può essere ancora in corso; il sangue è di colore rosso vivo; si tratta quindi di sangue fresco, che non ha subito il processo digestivo. Il sangue può provenire dallo stomaco, dall’esofago o dal duodeno.
Se il sangue che viene espulso con il vomito ha un colore scuro, marrone-nerastro, significa che il sangue è stato digerito; in questo caso si parla di vomito caffeano; ciò indica che o l’emorragia del tratto gastrointestinale è finita o sta comunque terminando.
Vomitare sangue – Cause
Le cause di ematemesi possono essere le più disparate; si tratta sempre comunque di condizioni patologiche di una certa serietà.
Le cause più comuni del vomitare sangue sono due:
- ulcera gastroduodenale (ulcera gastrica e/o ulcera duodenale)
- rottura di una o più varici esofagee.
Nel primo caso, la perdita di sangue si verifica a causa dell’erosione di un vaso sanguigno gastrico o duodenale.
La rottura di una varice esofagea si verifica di solito nei soggetti affetti da patologie epatiche, in particolare in coloro che soffrono di cirrosi epatica a uno stadio avanzato; la rottura di una vena esofagea è determinata da ipertensione portale (aumento, sopra i valori normali della pressione nella vena porta, la vena che conduce il sangue dei vari organi coinvolti nel processo digestivo verso il fegato).
Le cause per cui si può vomitare sangue possono comunque essere molte altre, in particolare si ricordano
- alcolismo
- assunzione di farmaci gastrolesivi (i più comuni sono i FANS)
- assunzione di farmaci anticoagulanti (per esempio il warfarin)
- colite ulcerosa, morbo di Crohn e altre malattie infiammatorie intestinali croniche
- complicanze operatorie
- disturbi della coagulazione
- diverticoli esofagei
- esami strumentali invasivi (durante l’esplorazione del tratto gastrointestinale si possono verificare lesioni accidentali delle pareti)
- esofagite
- febbre emorragica
- gastrite acuta grave
- gastroenterite
- infarto intestinale (necrosi di un tratto dell’intestino)
- ingestione di corpi estranei o di sostanze caustiche
- malattie del fegato croniche (in particolare se complicate da cirrosi epatica)
- malformazione di vasi sanguigni presenti nel tratto gastrointestinale
- radioterapia o prolungata esposizione a radiazioni per altre cause
- schistosomiasi intestinale (una parassitosi causata da causata da Platelminti del genere Schistosoma)
- sindrome di Zollinger-Ellison
- traumi addominali
- tumore al duodeno
- tumore all’esofago
- tumore allo stomaco.
Nel caso di un’emorragia gastrointestinale acuta che si manifesta con un’ematemesi massiva e improvvisa è necessario intervenire con la massima tempestività perché si tratta di una condizione particolarmente grave che, potenzialmente, può avere esito fatale nel giro di poche ore.
Ematemesi e sindrome di Mallory-Weiss – Il vomitare sangue può essere dovuto anche a una patologia relativamente rara, la sindrome di Mallory-Weiss; inizialmente la patologia fu descritta negli alcolisti; in seguito si è osservato che può verificarsi in tutti coloro che abbiano un vomito particolarmente violento. Si stima che tale sindrome sia la causa di circa il 5% di tutti gli episodi di emorragia del tratto gastrointestinale superiore. La diagnosi è suggerita da una storia tipica di ematemesi verificatasi dopo uno o più episodi di vomito privo di sangue.
Vomitare sangue – Sintomi associati
Dipendentemente dalla condizione patologica che ne determina l’insorgenza e dalla sede in cui si verifica l’emorragia, l’ematemesi può essere associata a diversi altri sintomi e segni.
In alcuni casi, il soggetto si ritrova a vomitare sangue senza avvertire altri sintomi particolari; questo si verifica quando la perdita di sangue non è particolarmente copiosa; se, invece, la perdita ematica è abbondante, si possono avere accelerazione del battito cardiaco e caduta della pressione arteriosa (ipotensione); queste due manifestazioni sono conseguenti all’ipovolemia causata dall’emorragia.
È abbastanza comune, prima di vomitare sangue, avvertirne il sapore in bocca. Se la causa dell’ematemesi è un problema gastrico, è possibile che il soggetto avverta dolori addominali più o meno intensi e anche una sensazione di calore a livello della zona epigastrica.
Altre manifestazioni, correlate alla patologia di base, possono essere la perdita di sangue dal retto (enterorragia) e la melena (emissione di feci dal colore molto scuro, con aspetto catramoso e dall’odore fetido); quando si manifesta melena, un segno clinico frequentemente associato all’ematemesi, significa che la perdita di sangue è iniziata da diverso tempo.
Nel caso di perdite massive di sangue, oltre alla tachicardia e all’ipotensione, si possono avere tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), pallore cutaneo, sudorazione intensa, anemia e notevole debolezza.
Ematemesi – Diagnosi della patologia sottostante

Il vomitare sangue è una manifestazione clinica che di solito genera molta preoccupazione e, in effetti, la maggior parte delle condizioni patologiche che ne sono alla base sono particolarmente serie; non è quindi un sintomo da sottovalutare o, ancor peggio, da trascurare; richiede sempre un consulto medico urgente.
In caso di ematemesi, il consiglio è quello di recarsi il prima possibile in una struttura di Pronto Soccorso; come detto, il vomitare sangue è un segno clinico che indica una condizione patologica sottostante di una certa gravità ed è necessario intervenire il più tempestivamente possibile, considerando anche il fatto che, in alcuni casi, c’è un potenziale rischio di morte.
I medici dovranno innanzitutto valutare se l’emorragia è ancora in corso e la sua gravità. Si dovrà poi individuare la zona dalla quale si è originato il sanguinamento e considerare la presenza di patologie in corso (in un paziente affetto da cirrosi epatica, per esempio, l’individuazione della causa dell’ematemesi può essere più rapida).
Vista la molteplicità delle cause che possono essere all’origine del vomitare sangue, sono diversi gli esami strumentali e di laboratorio che possono risultare utili; fra questi ricordiamo:
- esami del sangue (fra cui emocromo, tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale, elettroliti, creatininemia)
- ricerca di sangue occulto nelle feci
- EGDS (esofagogastroduodenoscopia; il paziente deve essere stabile)
- endoscopia (nel caso in cui il paziente non sia stabile)
- ECG (elettrocardiogramma)
- emogasanalisi.
Vomitare sangue – Terapia
La prima cosa da fare è interrompere, se in corso, l’emorragia che ha determinato l’ematemesi.
Possono risultare utile l’applicazione di una borsa di ghiaccio in sede addominale, il digiuno e l’assunzione di farmaci emostatici. Fondamentale è preservare (o ripristinare) la stabilità clinica del paziente. Non sono infrequenti, in caso di ematemesi massiva, gli episodi di shock ipovolemico.
Nei casi particolarmente seri possono rendersi necessarie la trasfusione di sangue e/o l’operazione chirurgica.
Una volta risolta l’emergenza e individuata con esattezza la causa si procederà somministrando la terapia più adeguata; nella gran parte dei casi l’esito è positivo e spesso si ha un’autolimitazione spontanea dell’emorragia.
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