Il termine svenimento indica, in modo abbastanza generico, una condizione in cui si verifica una perdita di sensi o di coscienza. Il termine svenimento viene da molti considerato quale sinonimo di lipotimia o di sincope. In realtà, sembra più corretto operare qualche distinzione fra questi due ultimi termini e considerare lo svenimento come termine generico che può riferirsi all’una o all’altra condizione.
Sia nella lipotimia che nella sincope, lo stato di coscienza risulta alterato e vi è impossibilità a mantenere la posizione eretta; ciò che sostanzialmente le differenzia è che nella lipotimia l’alterazione dello stato di coscienza risulta essere più lieve e, solitamente, si hanno dei sintomi premonitori: il soggetto avverte una sensazione di malessere generale, impallidisce, si sente debole, è coperto di sudori freddi (si parla di “sudorazone algida”), la vista si offusca, ha difficoltà a rimanere in piedi, in alcuni casi si provano nausea e si sentono ronzii agli orecchi; se non è la prima volta che il soggetto prova tali sensazioni, riesce a mettersi sdraiato evitando di cadere pesantemente, cosa che non accade nella sincope in cui l’alterazione dello stato di coscienza è brusca e il soggetto cade violentemente a terra con tutte le conseguenze che possono derivarne.
Si può quindi affermare che ciò che distingue la lipotimia dalla sincope è l’intensità della sintomatologia.
Le cause che provocano lo svenimento possono essere le più svariate; solitamente gli episodi di svenimento si verificano in soggetti particolarmente predisposti e sono provocati da emozioni particolarmente intense, da eccessivi stati di ansia, da traumi fisici, da dolori intensi e da situazioni che favoriscono una condizione di vasodilatazione (tipici sono gli svenimenti che si verificano in ambienti affollati in condizioni caldo-umide); lievi episodi di lipotimia sono quelli che si verificano quando un soggetto passa bruscamente dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta (vedasi per approfondimenti l’articolo Pressione bassa (ipotensione)).
In molti casi si avverte la sensazione di svenimento, ma non si arriva alla perdita di sensi vera e propria (si parla in questo caso di presincope).
Svenimento – Cause
Lo svenimento può essere suddiviso in quattro tipologie diverse:
- svenimento vasovagale
- svenimento da ipotensione ortostatica
- svenimento da cause cardiologiche
- svenimento da cause neurologiche.
Gli svenimenti vasovagali colpiscono generalmente soggetti di giovane età e in buone condizioni di salute; tali soggetti, in presenza di fattori scatenanti, possono andare incontro a episodi di svenimento; alla base vi sono spesso situazioni di affaticamento o stress psicofisico, lunga permanenza in ambienti eccessivamente caldi e umidi, stati di digiuno, vista del sangue, prolungata permanenza in stazione eretta in condizioni climatiche sfavorevoli ecc.
Gli svenimenti dovuti a ipotensione ortostatica sono quelli causati da una eccessiva diminuzione della pressione arteriosa nel momento in cui si passa molto velocemente dalla posizione sdraiata o seduta a quella eretta. L’ipotensione ortostatica vede solitamente una diminuzione della pressione sistolica superiore a 20 mm di mercurio e una diminuzione della pressione diastolica superiore a 10 mm di mercurio.

In molti casi si avverte la sensazione di svenimento, ma non si arriva alla perdita di sensi vera e propria.
Le cause alla base della ipotensione ortostatica possono essere di vario tipo, una delle più comuni è la diminuzione del volume di sangue circolante (ipovolemia) conseguente a emorragia, vomito o diarrea; un’altra causa può essere la vasodilatazione causata da febbre o da particolari farmaci (per esempio, calcio-antagonisti, nitrati, antidepressivi triciclici, farmaci antipertensivi ecc.).
Gli svenimenti da cause cardiologiche sono provocati generalmente da aritmie (bradiaritmie o tachiaritmie) o da cause meccaniche che possono diminuire la gittata cardiaca (per esempio le cosiddette sincopi da sforzo legate a stenosi aortica, una seria patologia cardiaca che è caratterizzata dal restringimento patologico del lume della valvola aortica); in linea generale, comunque, sono moltissime le problematiche cardiologiche che possono determinare svenimento (infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, miocardite, tumori cardiaci, valvulopatie ecc.).
Gli svenimenti da cause neurologiche sono spesso molto seri; tipiche sono le sincopi causate dalle crisi epilettiche; durante una crisi epilettica il soggetto perde completamente coscienza, cade a terra, ha convulsioni e può esservi perdita di urine o feci; dopo la crisi il soggetto si trova spesso in uno stato semi-confusionale.
Altri svenimenti da cause neurologiche sono quelli legati a episodi ischemici a carico dell’arteria vertebro-basilare (un vaso sanguigno che vascolarizza numerose strutture dell’encefalo), generalmente associati a problemi di tipo cerebellare (ovvero che riguardano il cervelletto).
Talvolta gli svenimenti possono essere dovuti a emicrania o a crisi ipoglicemiche.
La maggior parte degli svenimenti è comunque dovuta a cause vasovagali o a episodi di ipotensione ortostatica.
Generalmente la diagnosi si avvale della raccolta dei dati anamnestici che consentono, nella stragrande maggioranza dei casi, di escludere cause cardiologiche o neurologiche.
Cosa fare
Cosa fare in caso di svenimento? Nel caso non sia possibile escludere fattori di tipo cardiologico o neurologico, è ovviamente necessario ricorrere ad accertamenti di tipo strumentale; purtroppo l’elettrocardiogramma non è sempre di aiuto perché non è semplice documentare episodi di aritmia nel corso dell’esame; se si ritiene che gli svenimenti siano dovuti a crisi epilettiche è opportuno eseguire un elettroencefalogramma.
Si può richiedere un ecodoppler (una tecnica che consente un’accurata analisi dei flussi sanguigni nei vasi arteriosi e venosi) nel caso si avvertano soffi carotidei oppure se vi sono segni di tipo neurologico.
Se lo si ritiene opportuno è anche possibile richiedere una risonanza magnetica nucleare (RMN) oppure una tomografia assistita dal computer. Il ricovero ospedaliero generalmente non è necessario a meno che non si sospetti la presenza di gravi disturbi cardiaci o neurologici.
La terapia degli svenimenti varia ovviamente a seconda della causa; se gli episodi di svenimento hanno origine vasovagale, ma non sono invalidanti o recidivanti non è generalmente necessario intervenire. Se invece gli episodi possono creare problemi di tipo invalidante è possibile ricorrere a farmaci simpaticomimetici oppure a farmaci SSRI.
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