Il prurito acquagenico è un disturbo che si manifesta con crisi di prurito che vengono indotte da contatto della pelle con l’acqua. Non sono osservabili modificazioni della cute quali bolle, pomfi o arrossamenti. Le crisi durano generalmente alcuni minuti e cominciano ad attenuarsi dopo l’interruzione dell’esposizione all’acqua; in soggetti particolarmente sensibili il prurito può manifestarsi anche in caso di copiosa sudorazione. Si ipotizza che questo problema dermatologico dipenda da un eccessivo rilascio di acetilcolina nelle zone che vengono a contatto con l’acqua.
Tutto il corpo può essere interessato dalla sensazione di prurito, ma, più comunemente, le parti interessate sono le braccia, le caviglie e i polpacci.
Patologie associate al prurito acquagenico
In alcune circostanze il prurito acquagenico è una manifestazione precoce di alcune patologie sistemiche; fra queste si ricordano:
Talvolta il prurito acquagenico viene riferito da coloro che sono affetti da alcune forme di policitemia.
Anche alcuni principi attivi, per esempio, i farmaci anti-malarici possono determinare l’insorgenza di crisi di prurito acquagenico.

In alcuni soggetti, il solo contatto con l’acqua può provocare prurito.
Prurito acquagenico e orticaria acquagenica
Il prurito acquagenico deve essere distinto dall’orticaria acquagenica; per effettuare tale distinzione si deve verificare se siano o no presenti le caratteristiche manifestazioni cutanee dell’orticaria (che in caso di prurito acquagenico non sono presenti), ovvero i cosiddetti pomfi (lesioni cutanee di dimensioni variabili). La certezza diagnostica di orticaria può essere ottenuta tramite l’esecuzione di un TOF (test orticaria fisica), esame che può essere effettuato presso uno studio dermatologico.
Trattamento del prurito acquagenico
Sono diversi i rimedi che vengono suggeriti; fra questi ricordiamo:
- applicazioni di soluzioni saline (bicarbonato di sodio)
- applicazioni di creme a base di capsicina o di glicerolato d’amido
- esposizione a raggi UVB.
Questi trattamenti dovrebbero essere effettuati a scopo preventivo, cioè qualche ora prima del contatto con l’acqua; non devono mai essere praticati durante una crisi in quanto potrebbero aumentarne l’intensità.
Alcuni suggeriscono che la doccia o il bagno dovrebbero essere fatti con acqua non troppo calda; altri che la parte finale della doccia dovrebbe essere fatta con acqua fredda e che l’asciugatura dovrebbe essere delicata (si deve cioè evitare un eccessivo sfregamento della cute).
Infine, si può tentare un cambiamento della temperatura dell’acqua, poiché per alcuni pazienti il disturbo si manifesta solo con acqua a determinate temperature.
Alcuni soggetti hanno trovato sollievo dopo un trattamento con propranololo, un farmaco appartenente alla categoria dei beta-bloccanti, impiegato per lo più nella terapia dell’ipertensione arteriosa e dell’angina pectoris.
Potrebbe essere d’aiuto anche l’assunzione di un antistaminico (che dovrà essere indicato dal medico) prima di ogni contatto con l’acqua (bagno in mare, in piscina, doccia ecc.).
Si veda anche l’articolo generale sul prurito.
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