Le placche in gola rappresentano generalmente il segno di un processo infettivo di origine virale o, più frequentemente, di origine batterica, che interessa le vie aeree. Le placche in gola possono manifestarsi a qualsiasi età, ma sono più comuni nei bambini piccoli (il cui sistema immunitario è ancora immaturo) e nelle persone immunocompromesse.
Le placche in gola si presentano come piccole vescicole dal colore bianco-grigiastro che, quando il processo infettivo è nella sua fase più acuta, si riempiono di pus; normalmente si formano sulle tonsille, ma possono interessare anche il palato molle e l’ugola. Spesso sono associate ad altri sintomi e segni quali febbre, gola infiammata e dolente, alitosi, difficoltà nella deglutizione e linfonodi ingrossati.
Si deve notare che la febbre non sempre è presente; in genere è più lieve nelle formi virali e può essere anche molto alta in quelle batteriche.
Come detto, generalmente le placche in gola sono causate dalla presenza di un’infezione batterica (l’agente eziologico più comunemente coinvolto è lo Streptococco), ma i responsabili possono essere anche un fungo o un virus.
Le cause
Anche se non sono accompagnate da febbre o da altri sintomi e segni particolarmente evidenti, la presenza di placche in gola è spesso indicativa di un processo patologico in corso ed è comunque opportuno un consulto con il proprio medico curante. Infatti, come vedremo, le cause sono diverse ed è errore piuttosto comune assumere antibiotici (che funzionano solo quando la causa è batterica).
Al fine di mettere a punto la terapia più idonea, è necessario accertarsi se le placche in gola siano legate a un processo virale, batterico o micotico; a tale scopo si può ricorrere in prima battuta a un test rapido per lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A che, come detto, risulta essere il più frequente aggressore batterico, soprattutto in età pediatrica; si tratta di un test che fornisce una risposta affidabile in soli 10-20 minuti; se il test rapido dà esito negativo si può ricorrere a un tampone faringeo; in questo caso occorreranno alcuni giorni prima di conoscere il microrganismo coinvolto.
I farmaci
Una volta noto l’agente eziologico coinvolto, il medico sarà in grado di mettere a punto la terapia più idonea. Nel caso di infezione batterica il medico prescriverà un antibiotico (uno dei più utilizzati è l’amoxicillina; se le placche in gola sono legate a un processo virale (per esempio la mononucleosi), il medico valuterà se attendere una risoluzione spontanea o prescrivere un antivirale; se l’agente eziologico è un fungo, si ricorrerà a un farmaco ad azione antimicotica.
Nel caso di febbre o di dolore, un farmaco generico antidolorifico è una semplice soluzione. Tra i principi attivi da citare il paracetamolo.

Spesso le placche in gola sono associate a dolore, bruciore e difficoltà di deglutizione.
Placche in gola senza farmaci – Rimedi naturali
I rimedi naturali contro le placche in gola sono di solito semplicemente dei lenitivi che risolvono la situazione… solo se si risolve da sé. Consigli come l’uso del miele (che alcuni spacciano come antinfiammatorio e antibatterico: si tratta di ottimismo pseudoscientifico) sono inefficaci, l’unico effetto del miele è l’attenuazione del dolore.
Anche la vitamina C contenuta negli agrumi non può fare granché; ormai si deve sapere che la vitamina C è contenuta in grandi dosi come antiossidante in moltissimi alimenti, quindi qualche goccia di limone o un’arancia non sono in grado di risolvere situazioni infiammatorie e infettive come quelle che causano le placche in gola.
Altri rimedi (pepe di Cayenna, aceto di mele ecc.) sono abbastanza gettonati, ma, come detto, funzionano solo perché molto spesso la patologia guarisce spontaneamente. Ultimo rimedio della nonna che si può citare sono i gargarismi con acqua tiepida e sale.
Uno dei motivi che dovrebbero consigliare di astenersi da rimedi fai da te è una possibile grave complicazione delle placche in gola che può insorgere dopo un’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A: la febbre (o malattia) reumatica.
Placche in gola: i calcoli tonsillari
In alcuni casi, con placche in gola si fa riferimento ai tonsilloliti ovvero ai calcoli tonsillari (anche pietre tonsillari); si tratta di piccole formazioni solide costituite da cellule morte, leucociti, muco, residui di cibo ecc. il tutto inglobato in una formazione calcifica dal colore bianco-giallastro con una consistenza più o meno solida e che emana un odore alquanto sgradevole (i tonsilloliti sono alla base di molti casi di alitosi); interessano soprattutto i giovani adulti, sia maschi che femmine, in particolar modo coloro che hanno una lunga storia di tonsilliti ricorrenti. Frequentemente i tonsilloliti vengono espulsi a seguito di violenti starnuti.
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