Le perdite vaginali sono un fenomeno che può avere connotazioni fisiologiche o che, al contrario, può essere sintomo di un problema di tipo patologico. Normalmente, nel canale della vagina si forma un fluido denominato fluor la cui funzione principale è quella di mantenere lubrificate le pareti vaginali allo scopo di prevenire le infiammazioni da sfregamento che potrebbero essere causate dai normali movimenti quotidiani. In condizioni normali il liquido vaginale non fuoriesce, ma vi sono determinate condizioni che, pur non assumendo connotazioni di tipo patologico, possono provocare il fastidioso fenomeno.
Le perdite vaginali fisiologiche
Le perdite vaginali sono per esempio un fenomeno comune a molte ragazze nell’età adolescenziale (si parla infatti di leucorrea delle adolescenti); queste perdite sono provocate dall’instabilità della situazione ormonale tipica del periodo puberale; quando tale situazione si stabilizza, le perdite solitamente scompaiono.
Sono da considerarsi normali anche le perdite che si verificano per qualche giorno dopo il termine del ciclo mestruale (leucorrea post-mestruale) a causa di un ritardo nella ricostruzione del tessuto dell’endometrio e, se il fenomeno diventa particolarmente fastidioso, è possibile porvi rimedio ricorrendo a una terapia estrogenica di blanda entità.
Alcune donne osservano la comparsa di perdite vaginali nel periodo ovulatorio (leucorrea ovulatoria); il fenomeno si verifica perché, durante l’ovulazione, si ha una fluidificazione del muco cervicale provocata dalla notevole concentrazione ematica di estrogeni.
Anche nelle donne anziane si possono avere fenomeni di perdite vaginali, in questo caso il motivo è, al contrario, la carenza di estrogeni; tale carenza causa un assottigliamento della mucosa vaginale che lascia filtrare più liquidi del normale.
Se il medico, dopo aver valutato le eventuali problematiche, lo ritiene opportuno, è possibile porre rimedio a tale problema con la somministrazione di una blanda terapia a base di estrogeni.
In altri casi le cause sono da ricercarsi in un effetto collaterale dei contraccettivi orali estroprogestinici, l’utilizzo troppo frequente di irrigazioni vaginali, di alcuni deodoranti intimi o prodotti con azione spermicida.
Molte donne, infine, riferiscono di aumentate perdite dalla vagina a seguito dell’utilizzo abituale di assorbenti interni.
In linea generale, le perdite vaginali fisiologiche, al di là dei fastidi provocati dallo sporcare gli indumenti intimi e dalla sensazione di bagnato, sono asintomatiche e non necessitano di particolari trattamenti, se non una blanda terapia a base di estrogeni in quei casi in cui il fenomeno diventa penalizzante da un punto di vista della qualità della vita.
Le perdite vaginali patologiche
Le perdite vaginali possono essere provocate da processi patologici.
L’elemento fondamentale che generalmente permette una prima discriminazione fra le perdite fisiologiche e quelle patologiche è la mancanza o no di segni e sintomi.
Le perdite vaginali di tipo patologico sono in genere associate a prurito, bruciore, irritazione vaginale, irritazione genitale esterna, cattivo odore e dispareunia (dolorabilità a livello dell’area vaginale durante e/o dopo un rapporto sessuale).
Normalmente, le perdite fisiologiche, oltre che essere asintomatiche, sono caratterizzate dalla loro semitrasparenza, quelle patologiche invece assumono caratteristiche molto diverse che dipendono dal processo morboso che le ha provocate.
Cause e terapia
Sono molte le patologie che sono alla base di perdite vaginali alterate; fra le più ricorrenti ricordiamo:
- Atrofia vaginale
- Cancro della vagina
- Candidosi
- Cervicite
- Clamidia
- Fibroma
- Fistole retto-vaginali
- Gonorrea
- Herpes genitale
- Infezione da papilloma virus umano
- Malattia infiammatoria pelvica
- Tumore alla cervice uterina
- Vaginite
- Vaginosi batterica
- Verruche genitali.
Vediamo adesso come possono presentarsi le perdite di origine patologica.
Perdite vaginali rosa – Si veda l’articolo corrispondente.
Perdite vaginali giallo-grigiastre – Potrebbero essere provocate da clamidia, una patologia infettiva che si trasmette per via sessuale e che colpisce la mucosa vaginale.
Il trattamento è di tipo antibiotico e dovrà essere seguito anche dal partner. La clamidia è una patologia da non trascurare perché può essere fonte di seri problemi a carico di utero e ovaie.
Perdite vaginali muco-purulente – Potrebbero essere causate da clamidia o da Ureaplasma urealyticum, un batterio che, in bassissime concentrazioni, è riscontrabile nella microflora vaginale, ma una cui crescita eccessiva è causa di infezioni vaginali.
Perdite vaginali bianche, maleodoranti e schiumose – Potrebbero essere causate da vaginosi batterica o da Gardnerella vaginalis, una patologia infettiva che non deve essere assolutamente sottovalutata perché potrebbe causare seri problemi all’apparato genitale.
Spesso, in questi casi, le perdite sono accompagnate da bruciore e da dolore, soprattutto dopo i rapporti sessuali. Il trattamento è di tipo antibiotico, sia per via orale che tramite l’applicazione di pomate od ovuli.
Perdite vaginali, grumose, il cui aspetto ricorda quello della ricotta – Sono provocate da infezioni da funghi del genere Candida (candidiasi). Le perdite sono generalmente associate a bruciore intimo, prurito, dolore sia nell’urinare sia durante i rapporti sessuali. È un’infezione trasmissibile sessualmente e anche il partner dovrà seguire la terapia antifungina.
Perdite vaginali schiumose giallo-verdi e maleodoranti – Sono provocate da Trichomonas vaginalis, un’infezione sessualmente trasmissibile. Talvolta sono associate a bruciore e dolore. Il trattamento può essere locale o sistemico.
Perdite vaginali di colore giallognolo e consistenza cremosa – Potrebbero essere provocate da gonorrea, un’infezione dovuta a un batterio Gram-negativo, la Neisseria gonorrhoeae.
La gonorrea viene trattata con farmaci antibiotici, quali penicillina, tetracicline ed eritromicina.
I soggetti colpiti da gonorrea devono assolutamente astenersi da rapporti sessuali fino alla completa guarigione.
Perdite vaginali ematiche – Le perdite vaginali di sangue, escludendo quelle provocate dal ciclo mestruale, potrebbero avere come origine un fibroma oppure polipi alla cervice uterina (i polipi cervicali sono forme tumorali benigne) o all’endometrio oppure essere causate da malattia infiammatoria pelvica, un processo infiammatorio, a carattere acuto, subacuto o cronico, che colpisce gli organi riproduttivi della donna e le strutture a essi adiacenti; la malattia infiammatoria pelvica richiede generalmente un trattamento antibiotico ad ampio spettro per coprire gli agenti eziologici più comunemente coinvolti.
Perdite vaginali con presenza di sangue potrebbero verificarsi anche in seguito al primo rapporto sessuale; comunque sia, in caso di perdite con tracce di sangue è necessario sottoporsi a una visita ginecologica che ne individui con certezza l’origine e le cause.

Le perdite vaginali sono un fenomeno che può avere connotazioni fisiologiche o che, al contrario, può essere sintomo di un problema di tipo patologico; per questo è sempre bene riferirle al proprio medico ginecologo
Prevenzione
La prevenzione può essere effettuata perseguendo un’opportuna igiene intima che deve essere regolare, ma non eccessiva.
Una donna sana non ha bisogno di ricorrere alle lavande vaginali che potrebbero addirittura alterare i normali equilibri batteriologici vaginali; la pulizia dopo la defecazione deve essere effettuata facendo attenzione di pulirsi dalla vagina verso la zona anale e non al contrario al fine di non contaminare la vulva con batteri fecali.
Il completamento della profilassi passa attraverso l’eliminazione degli indumenti intimi sintetici e di quelli eccessivamente aderenti e attraverso l’utilizzo delle barriere protettive durante i rapporti sessuali, in particolar modo se di tipo occasionale.
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