Il mal di schiena (anche lombalgia o, meno frequentemente, dorsopatia) è uno dei disturbi più diffusi in assoluto tant’è che nel nostro Paese è la prima causa di assenza dal lavoro. Le cause che possono dare origine a mal di schiena sono veramente tante e molto diverse fra loro, tant’è che esso può essere dovuto anche a disturbi che, perlomeno in apparenza, sono totalmente slegati dalla zona dorsale (malattie dell’apparato gastrointestinale, disturbi a livello delle articolazioni della bocca ecc.).
Il mal di schiena, comunque, è spesso associato a patologie che riguardano le degenerazioni della colonna vertebrale e sono soprattutto queste a essere l’oggetto di questo articolo. Prima di entrare nel vivo della questione è quindi opportuno fornire qualche cenno sulla zona in questione.
Mal di schiena e problemi della colonna vertebrale
La colonna vertebrale è il complesso di ossa che forniscono il sostegno mediano e posteriore del corpo. È divisa in colonna cervicale (7 vertebre), dorsale (12 vertebre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre) e coccige. Nel canale vertebrale, situato al suo interno, scorre il midollo spinale. Fra le vertebre sono presenti strutture elastiche (dischi) che permettono alla colonna di sopportare carichi notevoli.
La colonna vertebrale ha quattro deviazioni fisiologiche (cervicale, dorsale, lombare e sacro-coccigea) che consentono carichi dieci volte superiori rispetto a una struttura rettilinea. Il disco intervertebrale è formato da un nucleo polposo (molto ricco d’acqua, quasi il 90%) e da un anello fibroso esterno che contiene il nucleo. La struttura del disco funziona da ammortizzatore.
La pressione subita dai dischi dipende ovviamente dalla posizione: è minima in posizione orizzontale, intermedia in posizione verticale e massima quando si è seduti o si è piegati in avanti con un peso in mano che sposta ulteriormente il baricentro. I dischi sono praticamente privi di innervazione; ciò se da un lato consente di muoversi senza provare dolore, dall’altro non permette di accorgersi delle degenerazioni discali se non quando il quadro è diventato sufficientemente grave. Con l’età il disco s’impoverisce d’acqua (l’abbassamento di statura con l’invecchiamento è dovuto in gran parte alla diminuzione di volume dei dischi) a seguito di processi degenerativi che colpiscono i mucopolisaccaridi che hanno il compito di trattenere l’acqua assicurando l’elasticità della struttura.
Il processo degenerativo che colpisce i dischi è detto condrosi, mentre si parla di osteocondrosi quando sono coinvolte anche le vertebre.
L’osteocondrosi agisce anche sul sistema nervoso spinale provocando dolore (il 10% circa dei pazienti presenta una grave invalidità).
L’origine del dolore
A differenza di quanto accade in altre condizioni che provocano dolore,
la dolorabilità del mal di schiena può non essere in relazione con la gravità del caso.
Infatti la dolorabilità dipende dall’irritazione delle terminazioni nervose: se l’alterazione del normale stato della schiena è piccola, ma sfortunatamente interessa molto da vicino una terminazione nervosa, anche con una piccola alterazione si avverte un forte dolore. Questo punto viene sfruttato da molte terapie in maniera un po’ empirica: per esempio una semplice manipolazione può allontanare anche casualmente il problema dal punto del dolore e risolvere il mal di schiena.
Mal di schiena – Cause
Spondiloartrosi – La spondiloartrosi è una forma di artrosi, più precisamente è l’artrosi delle articolazioni vertebrali. Come tutte le forme di artrosi anche la spondiloartrosi ha la tendenza a peggiorare man mano che l’età avanza. L’usura cartilaginea determinata dal processo artrosico porta con sé molte conseguenze; a livello sintomatologico, si registrano dolore, limitazione funzionale e rigidità delle articolazioni. Il mal di schiena legato alla spondiloartrosi è generalmente assente nel corso del riposo notturno; si ripresenta nel corso delle ore mattutine per poi migliorare in modo progressivo nel corso della giornata. La dolenzia può subire variazioni a seconda delle condizioni climatiche e ambientali.
Spondilite anchilosante – Si tratta di una malattia reumatica infiammatoria cronica e autoimmune le cui cause sono tuttora ignote. La patologia esordisce frequentemente con il mal di schiena; il dolore tende a manifestarsi durante il riposo notturno (con conseguenti disturbi del sonno) e generalmente migliora con il movimento, soprattutto quando la malattia si trova nelle sue fasi iniziali. Nei primi tempi, l’andamento del dolore è ciclico, ma con il passare del tempo la frequenza aumenta fino a diventare continua. Chi è affetto da spondilite anchilosante avverte il mal di schiena come una sorta di fasciatura dolente di intensità variabile e la cui localizzazione non è particolarmente agevole; raramente il mal di schiena avvertito è di tipo acuto. Di solito il dolore si irradia a livello della natica e comunque interessa una vasta zona del bacino; in altri casi può addirittura arrivare fino al ginocchio (sciatica mozza).
Ernia del disco – L’ernia del disco è la patologia classica dei dischi intervertebrali. A seguito della diminuzione del contenuto acquoso del disco (a settant’anni ci può essere una riduzione anche del 10% della quantità d’acqua), le vertebre si avvicinano (il disco è meno elastico); per rispondere alla nuova situazione il disco cerca di trattenere più acqua e si gonfia (protrusione discale), pur non avendo più le strutture perfettamente integre per contenerla. Se il nucleo polposo si rompe, l’ernia non si verifica, ma se è invece l’anello che si crepa a seguito della pressione del nucleo interno, si verifica il prolasso, cioè l’ernia costituita dai materiali generati dalla rottura. Quando questi materiali toccano le innervazioni il paziente prova dolore. L’ernia del disco è molto frequente nella regione lombare, meno nella cervicale, rara nella dorsale.
Scoliosi – È una patologia irreversibile della colonna vertebrale; questa patologia può originare mal di schiena a causa del sovraccarico di lavoro cui sono sottoposti i muscoli dorsali.
Osteoporosi -È una grave patologia causata un progressivo processo di demineralizzazione della struttura scheletrica; colpisce in modo particolare le donne, soprattutto quelle in menopausa. La diminuzione della densità ossea ha fra le sue tante conseguenze anche uno schiacciamento delle vertebre, schiacciamento che può causare mal di schiena più o meno intenso.
Stenosi spinale – È una condizione patologica tipica dell’età avanzata; è caratterizzata da un restringimento di una o più zone del canale vertebrale, canale all’interno del quale sono contenute varie strutture nervose. Tipicamente la stenosi spinale può dar luogo a manifestazioni piuttosto fastidiose come crampi, intorpidimenti e dolore a carico di arti inferiori, collo, schiena ecc. Il mal di schiena causato dalla stenosi spinale viene avvertito soprattutto quando si staziona in posizione seduta.
Tumori ossei – Il mal di schiena può essere originato anche da formazioni neoplastiche a carico delle ossa; di norma si tratta di processi metastatici (le metastasi ossee sono più comuni dei tumori ossei primitivi). Gli organi che più spesso danno origini a metastasi ossee sono i polmoni, i reni, il colon, la tiroide, la prostata, la vescica e lo stomaco.

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Mal di schiena: la strategia
Il mal di schiena è una delle patologie più indefinite, per questa caratteristica secondo forse al solo mal di testa.
Praticamente la quasi totalità della popolazione ha sofferto almeno una volta di mal di schiena, per un giorno o per una settimana, e una percentuale significativa deve conviverci per periodi molto lunghi della propria vita.
È fondamentale risalire alla causa del dolore per poter definire una strategia di intervento corretta. Le cause principali di mal di schiena possono essere:
- degenerazione della colonna vertebrale (vedasi paragrafi precedenti)
- contratture muscolari
- sovrappeso
- postura usuale diurna
- postura usuale notturna
- posture errate
- insufficienza muscolare
- patologie del tronco o autoimmuni.
Come si vede, queste classi sono piuttosto vaghe e al loro interno è possibile suddividere ulteriormente in insiemi fra loro disgiunti (quindi cause completamente diverse). È importante notare come ogni classe abbia anche una particolare prevenzione dei problemi. Per esempio, è usuale fornire informazioni su come evitare posture errate durante il lavoro o nel tempo libero oppure su come potenziare addominali e/o dorsali. Esula dagli scopi di questo articolo trattare della prevenzione; piuttosto ci interessa esaminare come risolvere un mal di schiena che purtroppo si manifesta con frequenza.
Rimedi per il mal di schiena
In primis è fondamentale escludere sia degenerazioni della colonna vertebrale, sia patologie del tronco o autoimmuni. Quindi l’intervento del medico è necessario. Ed è necessario effettuare anche una serie di esami che tendano a definire se l’ambiente debba essere squisitamente medico (ortopedico, neurologico ecc.) oppure fisioterapico.
Quindi primo punto:
rivolgetevi a un medico che probabilmente vi farà eseguire una radiografia e una risonanza magnetica (forse meglio della TAC perché per esempio si vede anche l’idratazione dei dischi).
In altri termini:
non eseguite cure fisioterapiche se prima non siete stati visitati da un medico e non avete eseguito gli esami di routine.
Se gli esami sono positivi (cioè vedono una qualche degenerazione della struttura vertebrale), è necessario proseguire l’iter medico cercando soluzioni il più possibile definitive. Soluzioni sintomatiche (che curano cioè il sintomo e non la causa) come gli antinfiammatori o l’agopuntura possono essere valide solo se:
- la patologia è di gravità limitata;
- è stata aggravata da circostanze non ripetibili (come un errato sforzo fisico).
Se mancano questi due aspetti è importante
che il medico escluda patologie non ortopediche, ma di altri sistemi dell’organismo.
A questo punto il problema si può ritenere tipicamente fisioterapico. E nascono i problemi. Di seguito una decina di possibilità papabili per la risoluzione di un mal di schiena:
- diminuzione del sovrappeso
- attività sportiva
- ginnastica
- chiropratica
- osteopatia
- rolfing
- allungamento muscolare globale decompensato
- metodo Pilates
- fisioterapia classica con massaggi
- fisiologia classica con strumentazione (elettrostimolazione in primis).
Ci siamo fermati a dieci, ma sicuramente alcuni di voi sanno aggiungere facilmente altre possibilità. Per esempio la panca a inversione, attualmente piuttosto gettonata. In realtà, può trovare applicazione solo in patologie lievi della schiena o in condizioni (vita sedentaria) che obbligano a posture scorrette. Le controindicazioni si traggono dalle indicazioni: usarla in patologie gravi (ernia del disco) “sperando che faccia qualcosa” è poco raccomandabile. Come è poco raccomandabile in soggetti che hanno problemi vari (ipertensione, disturbi vestibolari ecc.). Il tempo in cui restare a testa in giù dipende dalle condizioni generali del soggetto, dal suo “allenamento” alla posizione (le prime volte le sensazioni possono essere spiacevoli) e dal grado di inclinazione. Uno dei limiti della panca è proprio il tempo: l’ideale per la schiena sarebbe avere angoli dolci (per esempio 30′ a 25 gradi); molti preferiscono angoli più elevati e per esempio arrivano a fare 3-4′ a 90 gradi. Personalmente questa soluzione non mi sembra molto salutare e per la schiena il tempo mi sembra troppo ridotto.
Come orientarsi fra il mare di terapie possibili? Senza sapere la causa esatta è molto difficile perché ogni terapia ha un margine di successo variabile con la causa. È inutile curare la postura diurna se il problema è la posizione che si assume quando si dorme (che può essere un’aggravante decisiva di un problemino); come è inutile massaggiare i muscoli dorsali se il problema è tipicamente osseo.
Quindi
nella scelta della terapia bisogna andare per tentativi partendo dalle cause più probabili.
C’è però una sequenzialità da rispettare:
prima si cambia lo stile di vita poi ci si cura.
Per stile di vita relativamente al mal di schiena significa:
- evitare il sovrappeso
- rinforzare la muscolatura addominale e dorsale
- dormire su un materasso anatomico
- evitare carichi innaturali (come gli zainetti nelle donne o nei bambini)
- praticare uno sport o un’attività che abitui all’agilità e/o alla flessibilità
- ecc.
Poi, se questo non basta,
scegliere una terapia in funzione del terapeuta.
L’ultimo consiglio: non scegliere terapeuti
- che hanno una “fama normale” (in genere la loro percentuale di insuccesso è comunque elevata);
- che “non hanno tempo”: la cura del mal di schiena passa attraverso sedute precise e accurate; è meglio scartare chi vi attacca a una macchinetta e se ne va per gestire altri dieci pazienti;
- che usano “terapie non scientifiche”; la stregoneria è ormai passata di moda.
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