La presenza di linfonodi ingrossati (più tecnicamente si parla di linfoadenopatia) desta generalmente una certa preoccupazione; molti infatti associano i linfonodi ingrossati alla presenza di patologie di una certa severità (generalmente un tumore). In realtà è vero il contrario; la stragrande maggioranza delle volte, infatti, la presenza di linfonodi ingrossati non è legata a quadri patologici particolarmente gravi.
Non è possibile fornire dati precisissimi, ma si ritiene che due terzi dei soggetti che si rivolgono ai medici di famiglia a causa della presenza di linfonodi ingrossati siano affetti da infezioni piuttosto banali delle vie aeree superiori; sembra che soltanto nell’1% dei casi il problema sia dovuto a una patologia neoplastica.
Prima di addentrarci in modo più approfondito nella questione è opportuno accennare, seppur brevemente, al sistema di cui fanno parte i linfonodi ovvero il sistema linfatico. Semplificando molto possiamo considerare il sistema linfatico come uno degli elementi del cosiddetto sistema immunitario; il sistema linfatico è essenzialmente costituito da vasi e organi linfatici; in questi ultimi si formano i linfociti (globuli bianchi essenziali per la risposta immunitaria).
Gli organi linfatici sono i seguenti: midollo osseo, timo, milza, tonsille, tessuti linfatici delle mucose e linfonodi.
I linfonodi sono spesso chiamati “ghiandole linfatiche”; è una definizione errata, anche se molto comune; le ghiandole infatti sono organi deputati alla produzione di sostanze indispensabili al corretto funzionamento dell’organismo (si pensi per esempio alle ghiandole surrenali che secernono adrenalina e noradrenalina), mentre i linfonodi svolgono una funzione di depurazione in quanto fungono da stazioni di filtraggio della linfa, non hanno funzioni secernenti; osservati al microscopio i linfonodi appaiono come delle spugne.
Nell’organismo umano sono mediamente presenti dai 600 agli 800 linfonodi variamente distribuiti (addome, ascelle, collo, inguine ecc.); essi drenano e arrestano batteri, virus, cellule neoplastiche ecc. Quando è in corso un processo patologico (come per esempio un’infezione) i linfociti tendono a moltiplicarsi in modo molto rapido e ciò può dar luogo al tipico ingrossamento linfonodale.
Linfonodi ingrossati – Cause
In condizioni di normalità non è possibile apprezzare al tatto i linfonodi; per farlo infatti è necessario che essi si ingrossino; quando ciò avviene è possibile analizzarne forma, dolorabilità, consistenza, mobilità ecc.
Come accennato nel paragrafo precedente è possibile apprezzare l’ingrossamento di linfonodi, perlopiù circoscritto, in caso di processi infiammatori acuti, in particolar modo nel corso di infezioni. Non è certo possibile porre una diagnosi sulla base della presenza di linfonodi ingrossati; è possibile, a seconda di quanto riportato dal soggetto, fare alcune ipotesi, ma ovviamente sono necessari altri tipi di indagine per stabilire le cause che hanno portato all’ingrossamento; tra l’altro, oltre a quest’ultimo, è generalmente presente una certa dolenzia, in particolar modo al tatto; spesso vi è anche la presenza di un certo arrossamento cutaneo; inoltre la cute, in corrispondenza del linfonodo, può risultare più calda della norma.
Non sono solo le infezioni acute i processi patologici in cui si può riscontrare la presenza di linfonodi ingrossati; anche nel caso di infezioni di tipo cronico o di processi tumorali si può avere ingrossamento linfonodale.
Nel corso di processi metastatici è possibile in diversi casi assistere a un notevole ingrossamento dei linfonodi (alcuni di essi possono raggiungere dimensioni simili a quelle di un uovo di gallina); in processi di questo tipo solitamente il linfonodo non è dolente (né di per sé né alla palpazione) ed è caratterizzato da una certa durezza. Se, sempre in caso di metastasi, i linfonodi sono dolenti, significa che tali formazioni si trovano nei pressi di rami nervosi; i linfonodi ingrossati relativi a processi di metastasi inoltre sono generalmente caratterizzati da una notevole mobilità.
I linfonodi possono essere oltremodo utili nella diagnosi di un tumore dal momento che un loro ingrossamento può essere o il segno dell’esordio della patologia neoplastica o addirittura la spia di una notevole diffusione tumorale. Se nelle fasi iniziali della malattia i linfonodi ingrossati sono il semplice segnale della risposta dell’organismo (aumento dei linfociti), nelle fasi più avanzate del tumore l’ingrossamento dei linfonodi è causato anche dall’invasione di questi ultimi da parte delle cellule tumorali; da qui, percorrendo le vie linfatiche o passando nel circolo sanguigno, le cellule neoplastiche possono colonizzare zone anche molto distanti dalla sede da cui si è originato il tumore dando così via ai temuti processi metastatici.
In particolari tumori (vedasi i linfomi di tipo Hodgkin e i linfomi non Hodgkin) il linfonodo è la sede principale dalla quale origina questa forma tumorale; nei soggetti che vengono colpiti da linfomi piuttosto aggressivi si osserva l’ingrossamento linfonodale a livello del collo che spesso è associato a ingrossamento dei linfonodi mediastinici.
Anche le leucemie hanno fra i loro segni e sintomi i linfonodi ingrossati. Sia nei linfomi che nelle leucemie l’ingrossamento dei linfonodi può interessare diverse stazioni di linfonodi (si parla in questi casi di linfoadenopatia generalizzata); tale fenomeno è spesso associato a splenomegalia (ingrossamento della milza) ed epatomegalia (ingrossamento del fegato).
Non sempre i linfonodi ingrossati sono chiaramente visibili come quelli più superficiali; ingrossamenti dei linfonodi situati in sede addominale o toracica possono dar segno di sé in tempi molto più lunghi.
Le dimensioni dei linfonodi ingrossati a causa di un tumore possono essere decisamente superiori rispetto a quelle dei linfonodi che aumentano di volume in seguito ad altri tipi di patologie, ma ciò che deve far insospettire maggiormente è il fatto che nei primi non c’è un ritorno alla normalità, ma anzi, in essi vi è la tendenza ad aumentare di volume.
Generalmente i linfonodi ingrossati si trovano in prossimità della sede colpita dalla patologia, ma va specificato che non sempre è così; il tipico esempio è il linfonodo di Virchow (anche linfonodo di Virchow-Troisier); questo è posto sopra la clavicola sinistra e raccoglie la linfa proveniente dall’addome; il suo ingrossamento può quindi essere spia di metastasi di tumori maligni addominali (per esempio il tumore allo stomaco) o di neoplasie a carico dei testicoli o delle ovaie. Quando l’ingrossamento linfonodale riguarda il linfonodo situato in sede sopraclaveare destra può essere che il tumore abbia la sua localizzazione a livello mediastinico, polmonare o esofageo.
Linfonodi ingrossati sul collo
I linfonodi ingrossati sul collo sono un segno clinico di frequente riscontro perché molte sono le malattie, più o meno gravi, che possono causarli; fra queste si ricordano:
- AIDS
- Artrite reumatoide
- ascesso dentale
- gengivite
- faringite
- influenza
- laringite
- linfomi (sia Hodgkin che non-Hodgkin)
- lupus eritematoso sistemico
- mononucleosi
- otite
- pericoronite (infiammazione del tessuto della gengiva che circonda un dente in fase di eruzione)
- punture d’insetto
- rosolia
- tonsillite
- tumore alla bocca
- tumore alla gola
- tumore alla lingua
- varicella.

I linfonodi ingrossati sul collo sono un segno clinico di frequente riscontro perché molte sono le malattie, più o meno gravi, che possono causarli.
Linfonodi ingrossati – Quando preoccuparsi?
Come detto, la maggior parte delle volte che siamo in presenza di linfonodi ingrossati le patologie sottostanti sono di natura benigna e non è quindi il caso di preoccuparsi più di tanto; se l’ingrossamento però persiste o addirittura tende ad aumentare di volume è opportuno consultare il proprio medico curante.
Un ingrossamento linfonodale da guardare con sospetto è quello relativo ai linfonodi posti sopra la clavicola (linfonodi sovraclaveari o sopraclavicolari); l’aumento di volume di questi linfonodi è spia di un tumore maligno nella maggior parte dei casi (siamo infatti attorno al 90%) se il soggetto interessato ha più di 40 anni e nel 25% dei casi circa quando il soggetto interessato ha un’età inferiore.
In alcuni casi viene chiesto al soggetto di sottoporsi a un prelievo bioptico; la biopsia è sempre necessaria quando oltre ai linfonodi ingrossati sono presenti altri segni e sintomi quali calo ponderale, febbre, sudorazione ecc. In altre situazioni può esserci un atteggiamento più attendista; ciò dipende generalmente dalla presenza di altri fattori (età del soggetto, presenza o no di sintomi e segni associati, linfonodi interessati ecc.).
Nei soggetti anziani in cui i linfonodi ingrossati non trovino giustificazione in processi infettivi o infiammatori, la biopsia diventa una scelta obbligata; scelta obbligata anche nei giovani che presentino, oltre all’ingrossamento dei linfonodi, anche sensazione di malessere generale, mancanza di sintomatologia che possa giustificare tale fenomeno con una patologia di tipo infettivo e presenza di riscontri patologici nella radiografia toracica.
In alcuni casi, anche con la biopsia possono esserci dubbi diagnostici; infatti, la biopsia di un linfonodo ingrossato a causa di un linfoma e quella di un linfonodo ingrossato a causa di mononucleosi possono essere talmente simili da risultare indistinguibili.
Diagnosi
Detto della biopsia linfonodale, sono diverse altre le indagini di laboratorio che possono rivelarsi utili nel processo di valutazione di una linfoadenopatia.
Oltre all’immancabile esame emocitometrico (o, più comunemente, emocromo), il medico potrà richiedere diversi esami di sierologia virale e batterica (per esempio gli esami per il citomegalovirus, il toxoplasma, il virus di Epstein-Barr ecc.), nonché la valutazione degli indici di infiammazione (proteina C reattiva, ferritina, velocità di eritrosedimentazione, quella degli indici di funzionalità epatica e renale, l’elettroforesi delle sieroproteine e la ricerca di autoanticorpi).
Linfonodi ingrossati nei bambini
La presenza di linfonodi ingrossati nei bambini allarma spesso i genitori in modo eccessivo; non sono affatto rari i casi in cui si osserva un lieve ingrossamento dei linfonodi in bambini che non sono affetti da patologie; ciò accade soprattutto ai bambini o ai ragazzi definiti “a temperamento linfatico” (in passato si diceva “bambini linfatici”).
Spesso i linfonodi ingrossati sono associati a ingrossamento delle tonsille, ma possono essere presenti anche in soggetti che abbiano sofferto di carie dentali (ricorrenti o curate in modo non adeguato); in questi ultimi casi per risolvere il problema è sufficiente porre rimedio alla condizione associata.
Comunque sia, in caso di linfonodi ingrossati è sempre opportuno consultare un otorinolaringoiatra o il pediatra.
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