La lacrimazione è un processo consistente nella secrezione, attraverso le ghiandole lacrimali (la ghiandola lacrimale principale e le ghiandole lacrimali accessorie), di un liquido acquoso (le cosiddette lacrime) composto per la quasi totalità da acqua (99%) e per il resto da sali e composti organici tra cui un enzima, denominato lisozima, dotato di proprietà antibatteriche. Quello della lacrimazione è un processo che si svolge ininterrottamente, ma che, in condizioni normali, è molto limitato. Le lacrime sono distribuite su tutta la superficie oculare grazie alla chiusura ritmica involontaria delle palpebre (il cosiddetto ammiccamento). Nei soggetti sani, in mancanza di problemi di tipo irritativo, il liquido lacrimale che si trova nell’occhio viene sostituito totalmente in un arco di tempo abbastanza limitato (circa 15-20 minuti). In alcuni casi la lacrimazione è associata a fenomeni quali un’emozione intensa (si parla in questo caso di pianto), uno sbadiglio, tosse o starnuti.
Le funzioni della lacrimazione sono numerose e molto importanti; le lacrime infatti:
- proteggono e idratano la superficie oculare
- diluiscono, neutralizzano ed eliminano sostanze irritanti o piccoli corpi estranei che entrano in contatto con la superficie oculare
- hanno un’azione lubrificante
- trasportano l’ossigeno sulla superficie corneale
- svolgono effetti ottici grazie al fatto che consentono di mantenere una superficie oculare trasparente e regolare.
Disturbi della lacrimazione
Sono molti i motivi che possono determinare un aumento della lacrimazione (iperlacrimazione) come, per esempio, blefarite, cheratite, congiuntivite, corpi estranei, entropion, sostanze irritanti, traumi, trichiasi ecc.; queste sono tutte condizioni che, irritando la superficie dell’occhio, provocano una reazione di difesa che si attua appunto con un aumento della normale lacrimazione.
Esistono poi condizioni che impediscono il normale deflusso delle lacrime che, alla lunga, si accumulano sulla superficie oculare e finiscono per tracimare favorendo processi infettivi; tra queste condizioni ricordiamo la stenosi dei puntini lacrimali, la stenosi o l’atresia dei canalini lacrimali, l’infiammazione del sacco lacrimale (dacriocistite), l’occlusione o l’atresia del dotto naso-lacrimale.
Vi sono poi alcune condizioni in cui il normale flusso della lacrimazione risulta compromesso e viene meno la normale protezione oculare e, in alcuni casi, vi è una fuoriuscita di lacrime che non sono più in grado di arrivare a quelle che sono le normali vie attraverso le quali esse defluiscono; tra queste condizioni ricordiamo le cicatrici palpebrali, l’ectropion palpebrale, l’eversione dei puntini lacrimali e il lagoftalmo paralitico.
Uno dei disturbi più frequenti della lacrimazione è la cosiddetta sindrome dell’occhio secco; una condizione caratterizzata da alterazioni quantitative e qualitative della lacrimazione.
Il trattamento dei disturbi della lacrimazione dipende dai motivi che ne sono alla base; si va dal semplice allontanamento dell’eventuale corpo estraneo nell’occhio, all’utilizzo di colliri astringenti all’intervento chirurgico per la rimozione dell’ostruzione delle vie lacrimali.
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