Il significato del termine ipoacusia è semplice, indica una riduzione dell’udito; tale riduzione può essere, come vedremo di varia entità; si possono avere, infatti, deficit lievi o, al contrario decisamente gravi e particolarmente penalizzanti. Spesso, nel parlare comune, ma non solo, quando si fa riferimento ai deficit uditivi si preferisce utilizzare la parola sordità. In ambito medico, però, tale termine non è considerato del tutto appropriato essendo piuttosto generico; per di più alcuni lo utilizzano esclusivamente per fare riferimento all’ipoacusia totale, mentre altri lo usano per indicare un qualsiasi tipo di ipoacusia, a prescindere dalla gravità e dalla tipologia della riduzione uditiva.
L’ipoacusia, in particolar modo nelle forme meno lievi, può avere un impatto negativo molto importante nella qualità della vita di una persona perché porta, di fatto, a causa delle inevitabili limitazioni comunicative, a una riduzione qualitativa della vita di relazione in vari ambiti (familiare, professionale ecc.).
Il problema peraltro è molto diffuso; secondo i dati più recenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono più di 360 milioni le persone nel mondo che sono ipoacusiche (ma altre fonti si spingono molto più in là, parlando di oltre 500 milioni di ipoacusici). L’invecchiamento della popolazione mondiale ha sicuramente accentuato il problema. Si stima che un terzo degli over 65 soffra di una qualsiasi forma di ipoacusia e il problema è aggravato dal fatto che Soltanto il 15-20% circa delle persone che potrebbero ricorrere alle protesi acustiche ne sono dotate.
L’ipoacusia è un problema che, come abbiamo visto, interessa moltissime persone anziane, ma non si deve scordare che i bambini non ne sono certo immuni; sono infatti circa 32 milioni i soggetti di età inferiore ai 15 anni ad accusare una riduzione più o meno accentuata delle loro capacità uditive; nel loro caso il problema è dovuto a processi infettivi a carico dell’orecchio; i Paesi maggiormente interessati dall’ipoacusia infantile sono quelli del Sudest Asiatico, della regione Asia-Pacifico e dell’Africa Subsahariana.
Ipoacusia bilaterale
Il deficit acustico può essere monolaterale, bilaterale simmetrica o bilaterale asimmetrica. Ovviamente, l’ipoacusia bilaterale porta a un possibile grave degrado della qualità della vita.
Quando la perdita della capacità uditiva è completa e bilaterale si parla di cofosi; se invece la perdita totale è di tipo monolaterale viene definita anacusia (anacusia destra, anacusia sinistra).
L’organo uditivo
Prima di analizzare in dettaglio le caratteristiche del disturbo, riteniamo opportuno, così da avere le idee più chiare su quanto verrà illustrato in seguito, fornire qualche informazione sull’anatomia e la fisiologia dell’organo uditivo. L’organo dell’udito consta di tre apparati: l’apparato di trasmissione, l’apparato di trasduzione e l’apparato di trasferimento e di percezione.
L’apparato di trasmissione ha compito di raccogliere, trasportare e amplificare le onde sonore, queste vengono trasformate dall’apparato di trasduzione in energia bioelettrica che viene dapprima trasportata e successivamente trasformata in sensazione sonora dall’apparato di trasferimento e percezione.
Entità dei deficit uditivi
Un soggetto viene definito normoacustico quando la sua soglia uditiva è uguale o inferiore a 20 dB (decibel). Il grado di ipoacusia viene definito in base al livello del deficit acustico; esistono diverse classificazioni la maggior parte delle quali sono sostanzialmente sovrapponibili; una delle più utilizzate è quella proposta dalla BIAP (Bureau International d’Audiophonologie) che riportiamo di seguito:
- ipoacusia lieve: deficit acustico tra 21 e 40 dB
- ipoacusia media di I grado: deficit acustico tra 41 e 55 dB
- ipoacusia media di II grado: deficit acustico tra 56 e 70 dB
- ipoacusia grave (o severa) di I grado: deficit acustico tra 71 e 80 dB
- ipoacusia grave (o severa) di II grado: deficit acustico tra 81 e 90 dB
- ipoacusia profonda di I grado: deficit acustico tra 91 e 100 dB
- ipoacusia profonda di II grado: deficit acustico tra 101 e 110 dB
- ipoacusia profonda di III grado: deficit acustico tra 111 e 119 dB
- cofosi (perdita totale dell’udito): deficit acustico >119 dB.
Ipoacusia neurosensoriale e trasmissiva
L’ipoacusia trasmissiva è caratterizzata da un danno in quelle parti dell’orecchio deputate alla trasmissione meccanica delle onde sonore (orecchio esterno e orecchio medio). Un’ipoacusia di tipo trasmissivo può verificarsi in seguito a un’ostruzione del condotto uditivo esterno (presenza di cerume oppure di secrezioni di muco nella cassa timpanica provocate, per esempio, da un’otite media). I soggetti colpiti da ipoacusia trasmissiva hanno la sensazione di avere le orecchie tappate e sentono i suoni affievoliti. Tendono inoltre ad abbassare il tono della voce perché la avvertono insolitamente alta. L’entità della perdita dell’udito nelle ipoacusie trasmissive non eccede mai i 60 dB.
L’ipoacusia neurosensoriale è relativa all’orecchio interno che ha perso la sua capacità di trasformare correttamente le vibrazioni in impulsi nervosi. In questo tipo di ipoacusia il danno è a carico delle cellule uditive o delle fibre del nervo acustico. Il soggetto colpito da ipoacusia neurosensoriale sente i suoni, ma non li riconosce. Il tipo di ipoacusia neurosensoriale più comune è la cosiddetta presbiacusia; questa è causata da una riduzione del numero di cellule dell’udito e dal loro progressivo invecchiamento. L’ipoacusia neurosensoriale può essere inoltre dovuta a traumi acustici di tipo cronico, a fenomeni iatrogeni, a parotite, a neurinoma ecc.
La forma mista è quella in cui sono coinvolte contemporaneamente problematiche di tipo trasmissivo e neurosensoriale. L’esempio tipico è quello della persona anziana affetta da un problema di tipo neurosensoriale di tipo presbiacusico nella quale si ha la formazione di un tappo di cerume. Va altresì precisato che la definizione “ipoacusia mista” può essere utilizzata per indicare anche altri tipi di combinazione (per esempio un’ipoacusia trasmissiva e un’ipoacusia centrale).
Altre forme
La forma centrale è caratterizzata da un danno a livello del tronco encefalico oppure a livello di strutture superiori a esso. Le ipoacusie centrali sono generalmente provocate da patologie da demielinizzazione delle vie nervose oppure da malformazioni o addirittura mancanza dei centri uditivi dal tronco dell’encefalo al cervello.
Altre classificazioni sono relative al periodo di insorgenza; se il disturbo è presente prima dello sviluppo del linguaggio si parla di ipoacusia pre-verbale, mentre se insorge dopo lo sviluppo del linguaggio la si definisce post-linguale.
Le cause dell’ipoacusia
In base alla causa le ipoacusie possono essere definite come ipoacusie genetiche (anche ipoacusie ereditarie) oppure come ipoacusie acquisite.
Alcuni soggetti possono accusare un deficit acustico fin dalla nascita, o comunque accusare il problema più in avanti, a causa di fattori genetici come, per esempio, la sindrome di Down oppure a causa di complicanze verificatisi nel corso della gravidanza o durante il parto (diabete gestazionale, malattie infettive della madre, scarso peso alla nascita, asfissia neonatale, ittero grave ecc.).
Altre cause sono i danni verificatisi a carico dell’orecchio interno, perforazione del timpano, traumi acustici (spesso sono legati al tipo di professione), accumulo eccessivo di cerume, otosclerosi, neoplasie (per esempio il neurinoma acustico), otiti, assenza (o malformazione) del padiglione auricolare (o del condotto uditivo o dell’orecchio medio), traumi cranici, lesioni all’orecchio, patologie batteriche o virali (parotite, meningite, morbillo, rosolia, encefalite, herpes ecc.), disturbi neurologici (ictus, sclerosi multipla), sindrome di Ménière, assunzione di farmaci ototossici.
Della presbiacusia abbiamo già detto descrivendo l’ipoacusia neurosensoriale.
L’ipoacusia improvvisa
L’ipoacusia improvvisa è una forma che insorge in modo improvviso o comunque in un periodo di tempo estremamente limitato (non superiore alle 12 ore). Il deficit uditivo può avere svariata entità, da lieve a totale. Generalmente l’ipoacusia improvvisa colpisce in modo monolaterale; i casi di ipoacusia improvvisa bilaterale sono molto rari. L’ipoacusia improvvisa viene generalmente distinta in ipoacusia improvvisa sintomatica e ipoacusia improvvisa idiopatica; quest’ultima forma è quella che si verifica più frequentemente.
La forma improvvisa sintomatica può essere provocata da eventi di tipo traumatico, da infezioni di tipo virale (herpes, morbillo, varicella, rosolia ecc.), da infezioni di tipo batterico (labirintite), da problematiche circolatorie, da neurinoma del nervo acustico ecc.
I sintomi e i segni dell’ipoacusia
I segni e sintomi dell’ipoacusia sono variegati; fra i più comuni si ricordano:
- percezione di alcuni suoni in modo non cristallino, ma ovattato;
- difficoltà a seguire completamente una conversazione, in particolar modo se ci trova in situazioni in cui è presente un rumore di fondo (luoghi affollati o comunque rumorosi);
- necessità di richiedere all’interlocutore di parlare in modo più lento, più scandito e a un volume di voce più alto;
- necessità di alzare il volume della televisione, della radio, dello stereo ecc.
Altri sintomi non sempre presenti sono la sensazione di mancanza di equilibrio, un senso di pressione all’interno dell’orecchio e il tinnito (percezione del suono in uno o in entrambe le orecchie senza la presenza di uno stimolo esterno).
Se nell’adulto è più facile effettuare un controllo sulla capacità uditiva, nel caso di un bambino la questione può essere decisamente più complessa, anche se i neonati, nel corso delle prime settimane di vita, vengono sottoposti a uno screening uditivo. Per approfondire si consulti l’articolo Valutazione della capacità uditiva nel bambino.
Al di là degli esami effettuati nei primi mesi di vita, i genitori possono richiedere ulteriori valutazioni se notano che, per esempio, il bambino non si spaventa nel caso di rumori di forti oppure non si volta verso una sorgente sonora.
Anche il ritardo nell’imparare a pronunciare le prime parole oppure il fatto che le pronunci in modo non molto chiaro possono essere la spia della presenza di un problema uditivo.
La diagnosi
Il primo approccio alla diagnosi è di tipo anamnestico. Infatti il medico dovrà conoscere il più accuratamente possibile la storia clinica del paziente e dei suoi familiari più stretti verificando anche che la possibilità che il problema sia legato a determinate situazioni (esposizione continua a forti rumori per questioni professionali, assunzione di farmaci ototossici ecc.).
Una volta esaurita questa fase, il medico procederà con l’esame delle orecchie ed effettuerà alcuni test valutativi. Immancabile è l’otoscopia, un esame che viene effettuato con uno strumento denominato otoscopio e che consente di esaminare sia la membrana timpanica sia il canale uditivo esterno. Con l’otoscopia è possibile verificare l’eventuale presenza di un’ostruzione (presenza di cerume, di un liquido o di un corpo estraneo), di un’infezione all’orecchio medio o a livello del condotto uditivo. Saranno altresì visibili problematiche quali perforazione del timpano, timpanosclerosi, presenza di liquidi purulenti, lesioni di vario tipo, colesteatoma ecc.
Se il medico lo ritiene opportuno consiglierà al paziente una visita specialistica durante la quale potranno essere eseguiti test molto più specifici come per esempio i test di conduzione ossea e aerea e l’audiometria tonale.
La visita effettuata e l’esecuzione dei test dovrebbero mettere in luce sia le cause dell’ipoacusia sia il livello di gravità del problema.
Rimedi per l’ipoacusia
Le principali opzioni terapeutiche sono di tipo farmacologico, chirurgico e protesico.
Una gran parte delle ipoacusie viene trattata con l’ausilio di apparecchi acustici o di protesi impiantabili. A questo proposito si rimanda al nostro articolo Apparecchi acustici che tratta la questione in modo particolarmente dettagliato.
Le terapie farmacologiche sono indicate nel caso di ipoacusie improvvise, in quelle provocate dalle otiti medie e nelle forme neurosensoriali dovute a patologie autoimmuni sistemiche e no.
L’opzione chirurgica viene utilizzata nelle ipoacusie provocate da otiti medie di tipo cronico, nelle otiti medie croniche timpano-sclerotiche e nelle ipoacusie causate da otosclerosi stapedo-ovolare.
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