Con il termine incubo si definisce in ambito medico un sogno terrificante che si manifesta nel corso del sonno REM (quella parte di sonno che viene caratterizzata dalla presenza di movimenti involontari tra i quali quelli oculari rapidi, Rapid Eye Movements) e provoca il risveglio angoscioso della persona disturbandone conseguentemente il regolare riposo notturno. Tecnicamente rientra nel gruppo delle cosiddette parasonnie (vedasi per approfondimenti il nostro articolo Disturbi del sonno).
Un incubo è in grado di provocare una risposta emotiva particolarmente intensa ed è generalmente associato a varie sensazioni negative quali paura, agitazione, tristezza, rabbia e altre emozioni sgradevoli (sensazioni disforiche).
Le manifestazioni quali respiro accelerato, sudorazione, palpitazioni non sono molto frequenti, ma pur sempre possibili. Prima di svegliarsi il soggetto si muove oppure emette dei suoni; diversamente da quanto accade nelle manifestazioni di pavor nocturnos, l’atto di urlare non è frequente.
Gli incubi riguardano solitamente situazioni di notevole disagio psicologico o di paura fisica.
Nella maggior parte dei casi un incubo si presenta nelle prime ore del mattino ed è contraddistinto dalla piena consapevolezza al risveglio e dal ricordo nitido del contenuto dell’esperienza. La durata di un incubo è generalmente abbastanza breve (dai 5 ai 15 minuti circa); dopo un incubo, molto spesso il soggetto trova una certa difficoltà nel riaddormentarsi.
Gli incubi sono esperienze considerate molto comuni, poco meno del 50% della popolazione adulta dichiara di aver avuto almeno un’esperienza di incubo nella propria vita. Il fenomeno è ricorrente in circa il 5-8% della popolazione.
Le percentuali salgono molto quando si parla di bambini (20-30% circa).
Incubo: le cause
Si ritiene che nell’insorgenza del disturbo la componente genetica sia decisamente importante. Va comunque precisato che esistono numerosi fattori favorenti fra cui vale la pena ricordare la deprivazione del sonno, un ritmo sonno-veglia irregolare, assunzione di farmaci antidepressivi e/o narcotici, cena particolarmente abbondante, interruzione improvvisa dell’assunzione di farmaci antidepressivi, sindrome delle gambe senza riposo, apnee notturne ecc.
L’incubo nell’adulto
Ricorrenti episodi di incubi nell’adulto non devono essere sottovalutati; a prescindere dal fatto che rappresentano un indubbio problema per la qualità del sonno, la loro frequente comparsa potrebbe essere il sintomo di una situazione di notevole stress psicofisico o della presenza di problemi psicologici quali ansia e depressione o, addirittura, di disturbo post-traumatico da stress; in quest’ultimo caso, si ricorda che, diversamente da quanto accade di solito, un incubo può presentarsi nel corso delle prime fasi del sonno.
Il disturbo da incubi viene maggiormente riscontrato in soggetti schizofrenici e in quelli affetti da disturbo borderline di personalità o disturbo schizoide.

Con il termine incubo si definisce in ambito medico un sogno terrificante che si manifesta nel corso del sonno REM
L’incubo nel bambino
Nei bambini gli incubi sono decisamente più comuni che nell’adulto e va precisato che non sono necessariamente indice di un disagio psicologico.
Talvolta sono soltanto legati a esperienze magari nemmeno particolarmente gravi in sé, ma che hanno procurato un certo senso di ansia o di insicurezza (una caduta, un’aggressione da parte di un animale, un’esperienza trovata paurosa ecc.).
Se gli incubi sono ricorrenti (sono considerati tali se si manifestano 2-3 volte alla settimana) è necessaria un’indagine psicologica.
In alcuni casi l’incubo può essere la conseguenza diretta dell’epilessia. Si tratta di una manifestazione caratteristica e può aiutare lo specialista nella formulazione della diagnosi. In questi casi il contenuto è notevolmente sconclusionato e bizzarro e molto spesso è sempre il medesimo. La paura più comune è quella di morire.
Dopo il sogno, chi soffre di questa particolare forma di incubo sperimenta un notevole stato di intorpidimento e confusione che ricorda quello che segue un attacco di epilessia.

Nei bambini gli incubi sono decisamente più comuni che nell’adulto e va precisato che non sono necessariamente indice di un disagio psicologico.
Trattamento
Il trattamento è strettamente legato alla causa scatenante; nel caso di incubi legati a un disturbo ansioso o a un disturbo post-traumatico da stress è necessario intervenire sul disagio psicologico; in questi casi si ricorre generalmente alla terapia cognitivo-comportamentale; la percentuale dei successi, è elevata (circa il 70% dei casi), anche se non la si può considerare del tutto soddisfacente.
Di una certa utilità risulta sempre l’applicare i comuni principi di igiene del sonno; alcuni trovano giovamento nelle cosiddette “tecniche di rilassamento”.
In casi particolarmente difficili (notevole frequenza degli episodi, grave scadimento della qualità della vita ecc.) potrebbe trovare giustificazione un approccio farmacologico, ma si deve pur sempre ricordare che i farmaci che sono utilizzati di solito in questi casi, ovvero gli antidepressivi triciclici, sono gravati da effetti collaterali piuttosto pesanti; tra l’altro uno di questi è proprio l’aumento degli incubi da sospensione di farmaci.
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