In medicina, con l’espressione febbre intermittente si fa riferimento a un processo caratterizzato da fluttuazioni più o meno ampie della temperatura corporea; di fatto, si registra un’alternanza tra periodi in cui vi è assenza di febbre (apiressia) e periodi in cui la febbre è invece presente (e può essere anche piuttosto elevata; iperpiressia). A seconda della malattia che la determina, nella febbre intermittente si registrano, tra apiressia e iperpiressia, intervalli temporali di varia durata (in alcuni casi poche ore, in altri casi giorni).
Da un punto di vista puramente tecnico si può parlare di febbre intermittente solo se le oscillazioni di temperatura nell’arco della giornata sono superiori ad almeno 1 °C; nella fase di apiressia, la temperatura corporea deve essere inferiore al canonico limite dei 37 °C.
La febbre intermittente non deve essere confusa con la febbre remittente; in quest’ultimo caso, infatti, la temperatura corporea ha sì oscillazioni superiori a 1 °C, ma non scende mai al di sotto dei valori normali per alcuni giorni.
Classificazione
Si distinguono diverse tipologie di febbre intermittente:
- quotidiana
- biquotidiana
- terzana
- quartana
- quintana.
Nella febbre intermittente quotidiana l’intervallo temporale fra la fase di iperpiressia e apiressia è breve e le fluttuazioni di temperatura (>1 °C) si verificano più volte nell’arco di 24 ore.
Nella febbre intermittente biquotidiana si registrano due accessi febbrili e due ritorni alla normalità nell’arco delle 24 ore.
Nel caso di febbre intermittente terzana, si assiste a un rialzo improvviso della temperatura corporea con la presenza di brividi; la febbre dura un giorno, scompare nelle 24 ore successive per poi insorgere di nuovo; praticamente la febbre compare a giorni alterni.
Nel caso di febbre intermittente quartana i giorni senza febbre dopo il primo sono due dopodiché la febbre compare di nuovo; è la febbre che caratterizza la malaria da Plasmodium malariae; la febbre insorge improvvisamente ed è piuttosto elevata; sono presenti periodi di brividi particolarmente intensi; la crisi febbrile è legata alla rottura dei globuli rossi che sono invasi dai plasmodi che si riproducono al loro interno.
Nel caso di febbre intermittente quintana, dopo il primo giorno con febbre si hanno tre giorni di apiressia, dopodiché la febbre compare nuovamente.
Febbre intermittente – Cause principali
La presenza di febbre intermittente è generalmente un evento preoccupante; in effetti, solo in poche occasioni essa è dovuta a patologie di poco conto; nel resto dei casi, la malattia sottostante è di una certa gravità. Di seguito un elenco delle possibili cause.
- AIDS (la febbre intermittente è una manifestazione possibile)
- colangite (in questo caso la febbre intermittente è un sintomo classico)
- endocardite da Neisseria gonorrhoeae
- febbre delle trincee (è una forma di bartonellosi; è causata dal batterio Bartonella quintana e, come facilmente è intuibile, è caratterizzata da febbre quintana)
- infezioni da trematodi
- infezioni delle vie urinarie (molte infezioni a carico del tratto urinario sono caratterizzati da picchi di febbre alternati a periodi di apiressia; in genere la febbre è particolarmente elevata)
- infezioni suppurative
- leishmaniosi
- malaria (il tipo di febbre dipende dal tipo di plasmodio coinvolto)
- malattia di Crohn (la febbre intermittente non è un sintomo caratteristico di questa patologia, tuttavia, in una parte limitata di coloro che ne sono affetti, il sintomo è ricorrente)
- pielonefrite acuta
- rickettsiosi (caratterizzata da febbre quintana)
- setticemia
- triade di Charcot
- tripanosomiasi (nota anche come malattia del sonno)
- tubercolosi
- tumore al rene.
Diagnosi
Come si è visto dal paragrafo precedente, le cause di febbre intermittente sono molto numerose e molto diverse fra loro e differente sarà di conseguenza la terapia da intraprendere; una diagnosi corretta è quindi fondamentale per gestire al meglio la patologia sottostante.
Fra i vari esami che il medico potrebbe richiedere vi sono sia esami di laboratorio che esami strumentali; fra i primi si ricordano in primis l’esame emocromocitometrico (emocromo), la VES, i test di funzionalità epatica, l’emocoltura e l’esame delle urine; fra i secondi si devono citare le radiografie toraciche e l’ecografia addominale.
In molti casi, però, nonostante la grande mole di esami che vengono effettuati, non si è in grado di risalire alla causa scatenante la febbre; in queste circostanze si parla di febbre intermittente idiopatica.

La febbre intermittente è spesso accostata alla malaria, ma sono molte le patologie che possono causarla
Febbre intermittente nel bambino
La febbre intermittente nel bambino è spesso idiopatica; è l’unica manifestazione clinica che si rileva e gli esami del sangue e quelli delle urine non mostrano alterazioni significative; è una situazione relativamente frequente che si registra in alcuni bambini e che scomparirà così come è venuta.
Se, invece, oltre alla febbre intermittente sono presenti alterazioni degli esami ematochimici e/o delle urine è opportuno procedere con approfondimenti diagnostici. In questi casi, spesso, la febbre intermittente è dovuta a infezioni batteriche o virali; nei bambini fino a tre anni sono abbastanza frequenti le infezioni delle vie urinarie.
Se si sospetta che la febbre intermittente sia legata a un problema di natura reumatica, il pediatra richiederà l’esecuzione di esami quale fattore reumatoide, VES e proteina C reattiva.
In alcuni casi, il problema è legato a carenze di ferro o di vitamine.
Merita un breve cenno la sindrome PFAPA (acronimo dei termini inglesi Periodic Fever, Aphthous Stomatitis, Pharyngitis and Adenitis ovvero febbre periodica, stomatite aftosa, faringite, adenite cervicale), una malattia tipica dell’età pediatrica che è caratterizzata da episodi di febbre intermittente associati a sintomi a carico di testa e collo); la febbre insorge periodicamente a intervalli di 3-5 settimane circa. La causa di questa sindrome non è nota, può persistere per anni per poi scomparire con la crescita senza lasciare strascichi di rilievo.
Non esiste una cura per la sindrome PFAPA, ci si limita quindi a una terapia sintomatica. La febbre non risponde nel modo atteso ai classici antipiretici somministrati ai soggetti in età pediatrica (ibuprofene o paracetamolo), risponde bene però al cortisone tant’è che la sensibilità delle febbre a questo medicinale viene utilizzata come criterio diagnostico.
Controindicato l’utilizzo degli antibiotici. In casi particolari viene presa in considerazione la possibilità di tonsillectomia.
Per approfondire: Febbre nei bambini.
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