Eritema è un termine generico che può riferirsi a vari tipi di irritazione cutanea; in ambito medico con eritema ci si riferisce a tutte quelle problematiche che affliggono la cute e sono caratterizzate da un arrossamento più o meno esteso dell’epitelio, tale arrossamento scompare quando viene applicata una certa pressione sulla zona interessata.
Si parla di eritema attivo nel caso che esso sia dovuto a una dilatazione dei vasi arteriosi, mentre si parla di eritema passivo quando esso è originato da una stasi venosa. Nel primo caso l’eritema sarà di colore rosso vivo, mentre nel secondo caso la colorazione tenderà al rosso-bluastro.
L’eritema può presentarsi con le forme più diverse, così come diverse possono essere la sua localizzazione e le sue dimensioni. Anche i tempi di insorgenza possono essere molto vari, si va da manifestazioni improvvise ad altre che insorgono in modo molto graduale.
Alle origini della comparsa di un eritema possono esserci le ragioni più diverse; l’irritazione infatti può manifestarsi per cause di tipo fisico, chimico, infettivo o emotivo o essere dovuto a condizioni di natura patologica, ivi comprese le reazioni di natura allergica. Alcune tipologie di eritema sono legate a patologie abbastanza rare, mentre altre forme sono piuttosto comuni; è per esempio il caso dell’eritema solare, un quadro clinico provocato da un’eccessiva esposizione ai raggi del sole.
Come detto in precedenza sono diverse le tipologie di eritema ed è quindi necessario fare le opportune distinzioni. È praticamente impossibile trattare in modo esaustivo tutte le tipologie di eritema; di seguito quindi illustreremo alcune forme che sono fra le più comuni e altre che, seppur più rare, rivestono un certo interesse.
Eritema a farfalla
L’eritema a farfalla è un’eruzione cutanea maculo-papulare che si localizza sugli zigomi e sul dorso del naso; deve il suo nome alla sua particolare disposizione molto simile al disegno di una farfalla con le ali aperte. La colorazione di questo tipo di eritema è generalmente tendente al rosso vivo. Questa particolare forma di irritazione cutanea fa la sua comparsa in diverse patologie, ma è soprattutto patognomica del lupus eritematoso sistemico, una seria patologia cronica autoimmune.
Eritema da pannolino
L’eritema da pannolino (più noto forse come dermatite da pannolino) è un problema che si verifica con una certa frequenza nei bambini di età inferiore ai due anni; si manifesta con un arrossamento di variabile intensità che interessa le zone che vengono a contatto con il pannolino, quindi l’apparato genitale, l’inguine e le natiche. I fattori alla base di questo tipo di eritema sono diversi e spesso concomitanti: fra questi ricordiamo il fatto che il pannolino tende a sfregare sulla cute dell’infante che, notoriamente, è sensibile e delicata; un’altra causa è da ricercarsi nella macerazione della cute provocata sia dalla scarsa traspirazione che dal calore e dall’umidità della zona, condizioni dovute proprio alla presenza del pannolino.

L’eritema da pannolino può creare molto disagio nei neonati.
Altro fattore di notevole importanza è il contatto più o meno prolungato con le feci e l’urina; le cose si aggravano quando il bambino è colpito da diarrea o da infezioni a carico delle vie urinarie.
Nella stragrande maggioranza dei casi l’arrossamento cutaneo è l’unica manifestazione di una certa importanza nella dermatite da pannolino; talvolta però possono esserci peggioramenti del quadro clinico rappresentati essenzialmente da infezioni batteriche o micotiche; tali infezioni sono facilmente riconoscibili in quanto l’arrossamento si ancora più intenso; in genere poi si manifestano altri sintomi e segni fra cui febbre, vesciche, eruzione cutanea estesa ecc.
Per approfondimenti e modalità di trattamento si consulti l’articolo specifico: Dermatite da pannolino.
Eritema fisso da farmaco
Si tratta di una forma molto particolare di eritema; è sostanzialmente una reazione avversa che si manifesta nella stessa sede ogniqualvolta che a un soggetto viene somministrato un determinato farmaco. Inizialmente fa la sua comparsa con un’unica chiazza (solitamente color rosso-violaceo di forma rotonda od ovale), ma con il ripetersi delle manifestazioni possono fare la sua comparsa altre chiazze in zone diverse e le chiazze presentatisi in precedenza possono aumentare le loro dimensioni.
La comparsa dell’irritazione cutanea si verifica entro un giorno dalla somministrazione del medicinale che ne è all’origine. Le zone più spesso interessate dall’eritema fisso sono le mani, i piedi, la zona genitale e quella perianale. Si ipotizza che vi sia una correlazione fra determinati farmaci che provocano l’eritema fisso e le zone cutanee che risultano colpite più di frequente. Tra i farmaci che più spesso risultano coinvolti in questo tipo di eritema vi sono i derivati del pirazolone, naprossene, acido mefenamico, sulfamidici (cotrimossazolo), eritromicina e tetracicline.
La diagnosi di questo tipo di lesione viene fatta clinicamente e istologicamente; l’identificazione del principio attivo responsabile della reazione cutanea si ottiene attraverso:
- accurata anamnesi
- test di stimolo per via orale
- patch test.
Il test di stimolo prevede la somministrazione del principio attivo sospettato a 1/10, ¼, ½, 1, 2 dosi ogni 6-12 ore. Il test viene considerato positivo qualora si abbiano la riattivazione della lesione e l’eventuale comparsa di nuove chiazze in altre zone del corpo; il test è quello ritenuto maggiormente attendibile per la diagnosi di eritema fisso, ma attualmente l’uso del patch test si fa sempre più esteso a motivo della sua semplicità, della sua velocità e della sua sicurezza.
Il principio attivo responsabile, alle opportune concentrazioni, viene applicato sia a livello delle sedi già interessate dal problema, sia sulla cute sana, e l’occlusione dura 24 ore. Il test viene ritenuto positivo se si manifestano prurito, eritema, papule, eczema o bolle (generalmente sulla cute sede delle lesioni). La terapia si basa sulla sospensione del farmaco assunto al momento della comparsa della reazione cutanea.
Eritema infettivo
L’eritema infettivo, noto anche come quinta malattia o megaloeritema epidemico, è una patologia infantile a carattere esantematico. Non è una malattia particolarmente grave e, generalmente, si risolve nel giro di pochi giorni. L’eritema fa la sua comparsa localizzandosi in particolar modo sulle guance che assumono un aspetto livido; fa la sua comparsa anche la febbre mai particolarmente elevata. L’eritema tende a scomparire qualche ora dopo la sua comparsa per poi riapparire di nuovo. Per quanto questa malattia non desti particolari preoccupazioni, la durata della lesione eritematosa può essere abbastanza lunga dal momento che può durare anche un mese.
Il virus responsabile è il parvovirus B19, un virus scoperto nel 1974 e responsabile di diverse patologie di cui la più conosciuta è proprio l’eritema infettivo.
Per approfondimenti e modalità di trattamento si consulti l’articolo specifico: Quinta malattia.
Eritema marginato reumatico
L’eritema marginato reumatico è una lesione tipica della febbre reumatica, patologia caratterizzata da numerosi altri sintomi (artrite migrante, noduli, febbre, stanchezza, dolori addominali ecc.). La lesione eritematosa tipica della febbre reumatica si caratterizza per le chiazze dal colore rosa-salmonato diffuse su tronco, braccia e gambe.
Eritema necrolitico migrante
L’eritema necrolitico migrante (anche sindrome da glucagonoma) è una forma di dermatite eczematosa che si ritrova soprattutto nei soggetti affetti da glucagonoma, una rara forma di tumore, descritta per la prima volta nel 1942 e che colpisce con più frequenza i soggetti di sesso femminile.
Il glucagonoma è una neoplasia che interessa le cellule alfa del pancreas; la sua progressione è solitamente a carattere maligno.
L’arrossamento cutaneo colpisce inizialmente le pieghe (inguine, glutei, ascelle) e in seguito si associa a vescicole, bolle, erosioni e croste.
Talvolta, nei casi più gravi, possono essere presenti delle sporgenze che costringono a ricorrere a un intervento di tipo chirurgico.
Eritema migrante
L’eritema migrante è una lesione cutanea che si manifesta inizialmente come una papula rossa localizzata generalmente nella zona prossimale di uno degli arti o sul tronco; fa generalmente la sua comparsa dopo un periodo variabile da 3 ai 32 giorni dal morso di una zecca. L’area dell’eritema tende a ingrandirsi, solitamente schiarendosi nella zona centrale, fino ad assumere dimensioni che possono avere un diametro superiore ai 50 cm.
L’eritema migrante è la caratteristica principale e il principale indicatore clinico della malattia di Lyme (o borreliosi) in circa tre quarti dei soggetti che ne sono affetti; la patologia richiede un opportuno trattamento antibiotico; negli Stati Uniti sono disponibili dei vaccini che però non sono utilizzabili né in Italia né nel resto d’Europa dal momento che negli USA è presente un solo agente patogeno, il Borrelia burgdorferi sensu strictu, mentre nel continente europeo sono presenti tutte le genospecie di Borrelie che sono distinte tra loro dal punto di vista antigenico.
Eritema multiforme
L’eritema multiforme, noto anche come polimorfo, è una patologia che interessa prevalentemente gli adolescenti, ma può colpire anche le persone adulte. Si presenta sotto forma di lesioni cutanee color rosso vivo legate a un processo infiammatorio dei vasi sanguigni provocato dai globuli bianchi e che conduce a un processo necrotico e a reazioni di ipersensibilità. Si distinguono tre forme di eritema multiforme: minore, maggiore (anche sindrome di Stevens-Johnson) e a placche (anche sindrome di Lyell o necrolisi tossica epidermica).
L’eziologia della malattia non è ancora del tutto nota; si ritiene che esista una correlazione con un’iperattività cutanea che può venir scatenata da processi infettivi virali o batterici o da reazioni indesiderate ad alcune tipologie di farmaci (fra quelli più spesso chiamati in causa vanno ricordati l’allopurinolo, i FANS, le penicilline e gli anticonvulsivanti).
Fra le forme più gravi vi sono le già citate sindrome di Stevens-Johnson – le cui complicanze, nel 5% dei casi, provocano la morte del soggetto colpito – e sindrome di Lyell, patologia rara, ma caratterizzata da un elevato indice di mortalità (circa il 70%); la sindrome di Lyell provoca una necrosi totale dell’epidermide e il suo trattamento richiede sempre l’ospedalizzazione; anche la sindrome di Stevens-Johnson richiede il ricovero ospedaliero, spesso in un’unità di terapia intensiva.
Eritema tossico neonatale
L’eritema tossico neonatale (ETN) è una forma transitoria a carattere benigno. Non sono note le cause dell’ETN (alcuni autori ritengono che sia una sorta di risposta immunitaria di prova non legata a fattori patogeni e nemmeno a fattori allergici).
L’eritema tossico neonatale fa la sua comparsa alla nascita o comunque nei primi giorni di vita. Si presenta sotto forma di lesioni al cui centro spicca un punto di colore biancastro che evolve in pustola. La zona più colpita è il tronco.
Si tratta di un problema piuttosto comune che predilige soprattutto i soggetti di sesso maschile nati a termine; non deve essere confuso con la dermatite atopica o con la dermatite da pannolino.
Questa forma di eritema non richiede alcun tipo di trattamento in quanto la sua risoluzione avviene in modo spontaneo senza lasciare alcun tipo di strascico. L’unica raccomandazione è quella di evitare di spremere o rimuovere le crosticine e le vescicole.
Eritema nodoso
L’eritema nodoso è una patologia che interessa soprattutto i soggetti di sesso femminile. Questa affezione è caratterizzata dalla comparsa di noduli dolenti di colore rosso il cui diametro può variare da 1 a 10 cm. I noduli eritematosi sono legati a processi infiammatori dei tessuti adiposo e sottocutaneo ((panniculiti) le cui origini sono legate a malattie di diverso tipo oppure a intossicazioni dovute a ipersensibilità a farmaci quali penicilline o sulfamidici o ad altre sostanze contenenti iodio o bromo. La patologia si presenta in associazione a diversi altri sintomi (febbre, artralgie, linfoadenopatia ecc.); la durata della sintomatologia è piuttosto lunga dal momento che può andare dalle 6 alle 8 settimane circa. Le zone prevalentemente interessate dall’eritema nodoso sono le parti anteriori di gambe e cosce. La comparsa di noduli in altre zone del corpo (braccia o volto) è molto rara.
La somministrazione di FANS e corticosteroidi può alleviare le manifestazioni dolorose.
Eritema palmare
L’eritema palmare è una condizione patologica caratterizzata dalla comparsa di arrossamento nel palmo delle mani. Questa manifestazione cutanea è spesso riscontrabile in patologie quali l’artrite reumatoide e la cirrosi epatica. Più raramente lo si riscontra in caso di sarcoidosi. In alcuni casi l’eritema palmare è dovuto all’assunzione di farmaci a effetto anticonvulsivo.
Eritema solare
È probabilmente la forma più nota; con tale espressione ci si riferisce a un’ustione di primo grado causata da un’esposizione prolungata ai raggi del sole (o comunque a fonti di raggi UVB). Fa la sua comparsa alcune ore dopo che la cute è stata esposta alle radiazioni solari. Spesso, anche se erroneamente, con eritema solare ci si riferisce ad altri tipi di fotodermatite quali, per esempio, la dermatite polimorfa solare.
Le manifestazioni cliniche variano a seconda della gravità della stessa; i sintomi più comuni sono, oltre ovviamente all’arrossamento, prurito, bruciore, dolenzia e presenza di bolle. I soggetti più a rischio sono quelli appartenenti ai fototipi 1, 2 e 3 (per approfondimenti si consulti il nostro articolo Abbronzanti).
I casi più seri necessitano di trattamento farmacologico; tale trattamento deve essere effettuato soltanto dietro prescrizione del medico curante e consiste generalmente in creme a base di cortisone; nei casi particolarmente gravi può essere necessario ricorrere a terapie sistemiche sempre basate su corticosteroidi. Nei casi più semplici può essere sufficiente il ricorso a rimedi di tipo naturale come per esempio aloe o amido di riso.
Per approfondire si consulti Eritema solare.
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