Emottisi è un termine medico che viene utilizzato per indicare l’emissione di sangue dalle vie respiratorie, generalmente in seguito a colpi di tosse; la quantità di sangue che viene espulsa può variare da semplici strie ematiche miste a espettorato (in questo caso sarebbe più corretto parlare di emoftoe, ma ormai i termini sono spesso usati come sinonimi) fino a cospicue quantità di sangue puro (tecnicamente si parla di emottisi massiva nel caso in cui si abbia un’emissione di 600 mL di sangue nelle 24 ore).
Talvolta l’emissione di sangue è provocata dalla presenza di piccole lesioni nel cavo orale (in questo caso si parla di false emottisi).
L’emottisi va distinta dall’ematemesi; con quest’ultimo termine si indica la presenza di sangue (molto spesso digerito e conseguentemente di colore piuttosto scuro) nel vomito (emesi); l’ematemesi si accompagna solitamente a melena ed è provocata dalla presenza di emorragie gastroesofagee.
In alcuni casi, poi si espelle con la bocca del sangue originante dal naso che è finito in trachea; anche in questo caso non si può parlare di emottisi.
Deve essere considerata particolarmente allarmante una situazione che oltre a un’emottisi copiosa veda la presenza di altri segni e sintomi quali difficoltà respiratoria (dispnea), segni di anemia (ipotensione ortostatica, debolezza, battito cardiaco accelerato, sudorazione intensa ecc.), notevole affaticamento, avere una tracheotomia. In questi casi è sempre opportuno un consulto medico urgente.

L’emissione di sangue in seguito a un colpo di tosse è nella maggior parte dei casi legata a patologie dell’apparato respiratorio
Le cause dell’emottisi
L’emottisi è una condizione che generalmente desta molta preoccupazione, ma nella gran parte dei casi non è indice di una grave patologia sottostante.
Nei soggetti di età adulta l’emottisi è solitamente (70-90% dei casi circa) causata da:
Nei soggetti in età infantile, invece, l’emottisi è dovuta a infezioni delle vie respiratorie inferiori oppure dall’aspirazione di un corpo estraneo.
Cause meno frequenti sono il tumore al polmone, l’aspergillosi, la tubercolosi, l’embolia polmonare, la vasculite polmonare ecc.
I tumori polmonari, le bronchiectasie e alcune forme di polmonite possono essere causa di emottisi massiva.
Il rischio che l’emottisi sia legata a una grave patologia aumenta nel caso in cui il soggetto sia affetto da infezione da HIV (per tubercolosi, infezioni fungine e sarcoma di Kaposi), assuma farmaci immunosoppressori (per tubercolosi e infezioni fungine), sia fumatore da lungo tempo (per carcinoma polmonare), sia affetto da una forma tumorale, abbia subito un intervento chirurgico, abbia turbe della coagulazione, utilizzi farmaci contenenti estrogeni (per embolia polmonare).
Emottisi: processo diagnostico
L’emottisi non è una patologia, ma un segno clinico; è quindi necessario individuare la causa sottostante. Inizialmente il medico procederà con l’anamnesi (ovvero con la raccolta di tutte quelle informazioni che ritiene necessarie a indirizzare la diagnosi) dopodiché effettuerà un esame obiettivo.
In seguito all’anamnesi e all’esame obiettivo il medico deciderà se è opportuno o no effettuare altri accertamenti. Di norma, nel caso in cui l’emottisi sia piuttosto grave, o comunque persistente e difficilmente riconducibili a problematiche di poco conto, il medico chiederà l’effettuazione di alcuni esami clinici.
Fra i primi esami che vengono richiesti vi è la radiografica toracica (RX torace); se la radiografia mostra alterazioni oppure nel caso in cui il soggetto presenti segni, sintomi o fattori di rischio per una determinata patologia, potranno essere richiesta una TAC oppure una broncoscopia (tecnica diagnostico-terapeutica che consente di visualizzare le vie aeree superiori – faringe, laringe e trachea – e l’albero tracheo-bronchiale permettendo la rilevazione di eventuali alterazioni o condizioni patologiche). La broncoscopia è generalmente in grado di verificare se il sangue che è stato espulso tossendo provenga dalle vie aeree inferiori piuttosto che da naso, dallo stomaco o dall’intestino.
Nel caso in cui si sospetti la presenza di un’embolia polmonare, si effettuerà una TAC con mezzo di contrasto per visualizzare i vasi sanguigni (si parla in questo caso di angio-TAC) oppure una scintigrafia perfusionale. A seconda dei risultati di questi esami, potrebbe essere opportuno effettuare un’arteriografia polmonare.
Nel caso di soggetti fumatori, il sospetto di carcinoma polmonare deve essere preso in considerazione anche se l’emoftoe non è stata particolarmente grave.
Generalmente vengono eseguiti anche un emocromo completo e tutti gli esami necessari a valutare la capacità di coagulazione.
Cura dell’emottisi
La terapia dell’emottisi varia a seconda delle cause che l’hanno determinata. Va comunque tenuto presente che il sanguinamento può determinare la produzione di coaguli di sangue che potrebbero ostruire le vie aeree causando problemi respiratori più o meno severe. Non è quindi sempre consigliabile ricorrere a farmaci antitussivi, ovvero soppressori della tosse perché questa contribuisce a mantenere pulite le vie aeree.
In molti casi il problema è di lieve portata (per esempio, strisce ematiche nell’espettorato) e può risolversi spontaneamente o comunque dopo poco che si è iniziato il trattamento della patologia che l’ha determinata.
Nel caso in cui un coagulo sanguigno di grandi dimensioni ostruisca una via aerea principale, il medico potrebbe decidere di effettuarne la rimozione effettuando una broncoscopia.
Raramente l’emottisi è così severa da costringere all’inserimento di un tubo in trachea o nelle vie aeree inferiori per far sì che il tratto respiratorio rimanga aperto.
Talvolta il sanguinamento origina da un vaso maggiore; in questo caso potrebbe essere necessaria la sua chiusura attraverso angiografia ed embolizzazione arteriosa bronchiale; praticamente, con l’aiuto di una guida a raggi X, si deve introdurre un catetere in un vaso e iniettare una sostanza chimica, alcuni frammenti di spugna gelatinosa o una spirale in metallo per bloccare il vaso interessato e fermare l’emorragia.
In altri casi, per bloccare il sanguinamento è necessario ricorrere all’intervento chirurgico (per bloccare sanguinamenti gravi o, nel caso di tumore ai polmoni, rimuovere la parte di polmone interessata dal tumore).
Nel caso in cui l’emottisi sia legata a un disturbo della coagulazione, potrebbero essere necessarie trasfusioni di plasma, piastrine e fattori coagulanti. Nei soggetti che stanno seguendo trattamenti anticoagulanti dovrà essere preso in considerazione un aggiustamento della terapia.
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