Emorragia gastrointestinale è una terminologia generica con la quale si fa riferimento a un sanguinamento che può avere origine da un qualsiasi punto del tratto digerente, a partire dalla bocca fino ad arrivare all’ano. Un’emorragia gastrointestinale può essere acuta o cronica, evidente od occulta. Le emorragie gastrointestinali sono eventi piuttosto frequente; secondo alcune stime sono circa 60.000 le persone nel nostro Paese che ogni anno riferiscono un episodio di sanguinamento gastrointestinale.
Tipologie
Le principali forme di emorragia gastrointestinale sono l’ematemesi, l’enterorragia, la rettorragia (anche proctorragia), l’emotochezia o la melena.
Ematemesi è un termine con il quale ci si riferisce a una perdita di sangue con il vomito (emesi); il colore del sangue può variare dal rosso vivo a tonalità nerastre; in quest’ultimo caso si parla di “vomito caffeano” (nel sangue che rimane più a lungo nello stomaco, la colorazione più scura è legata all’azione dell’acido cloridrico e delle sostanze peptiche; l’emoglobina, infatti, viene degradata a ematina e il sangue assume un colore che ricorda quello del caffè).
Con enterorragia si indica l’emorragia di sangue rosso vivo (poiché parzialmente o addirittura non digerito) frammisto a feci; si differenzia dalla melena per la presenza di sangue macroscopicamente visibile e di colore più chiaro.
La rettorragia (anche proctorragia) è un’emorragia che interessa l’ano; non necessariamente indica lesioni a carico del retto; il sangue è di color rosso vivo e generalmente è ben distinguibile dalle feci; è uno dei segni più evidenti della malattia emorroidaria, ma può indicare anche la presenza di patologie molto più serie.
Ematochezia è un termine con il quale ci si riferisce all’emissione di feci miste sangue; spesso il termine viene utilizzato quale sinonimo di rettorragia, ma secondo alcuni autori quest’ultima si riferisce alla presenza di una maggiore quantità di sangue.
Con melena, infine si indica l’emissione di feci fetide e untuose e caratterizzate da un colore particolarmente scuro tanto da essere spesso definite come feci picee. Per approfondire si consulti l’articolo Melena.
Cause
Si possono distinguere due grandi categorie relativamente alle emorragie gastrointestinali:
- emorragie del tratto gastrointestinale superiore
- emorragie del tratto gastrointestinale inferiore.
A seconda della sede si distinguono quindi cause “superiori” e “inferiori”.
Le emorragie del tratto gastrointestinale superiore hanno origine nella bocca, nell’esofago, nello stomaco o nel duodeno (la prima porzione del cosiddetto intestino tenue), mentre quelle del tratto gastrointestinale inferiore originano dalle parti dell’intestino tenue (duodeno escluso), dall’intestino crasso dal retto o dall’ano.
Per quanto riguarda il tratto gastrointestinale superiore le cause principali sono da ricercarsi in ulcere peptiche, gastrite, varici esofagee, tumori dell’esofago, tumori allo stomaco, sindrome di Mallory-Weiss (lacerazione dell’esofago distale e della parte prossimale dello stomaco che si verifica durante il vomito, il singhiozzo oppure in seguito a una distensione acuta dello stomaco) e l’infiammazione del rivestimento gastrointestinale in seguito all’ingestione di determinati materiali.
Relativamente al tratto gastrointestinale inferiore, le più comuni cause di emorragia sono la malattia diverticolare, le malattie infiammatorie intestinali (per esempio il morbo di Crohn) i tumori del colon-retto, la diarrea di origine infettiva, l’angiodisplasia (una malformazione vascolare spesso causa di sanguinamenti occulti e conseguente anemizzazione), emorroidi, polipi del colon e del retto e ragadi anali.
Segni e sintomi di emorragia gastrointestinale
Un’emorragia gastrointestinale può manifestarsi tramite ematemesi oppure con emissione di feci miste a sangue; il colore delle feci può più o meno vivo e l’emorragia può essere più o meno copiosa; la sintomatologia associata è alquanto variegata; spesso si registrano debolezza, stanchezza, difficoltà respiratorie, pallore, dolori addominali ecc.
Di norma la presenza di ematemesi indica un’emorragia gastrointestinale che ha origine dal tratto gastrointestinale superiore, mentre l’emissione di feci miste a sangue, color rosso vivo o scuro che sia, può originare sia da una porzione del tratto gastrointestinale superiore che da quello inferiore.
Le emorragie croniche passano spesso inosservate per lunghi periodi di tempo e possono causare stanchezza, emissione di feci molto scure e dar luogo a un processo di anemizzazione.
A prescindere dal tipo di emorragia e dai sintomi correlati, l’emissione di sangue dai tratti gastrointestinali non deve mai essere trascurata; è quindi sempre necessario consultare il proprio medico curante o uno specialista in gastroenterologia.
Diagnosi di emorragia gastrointestinale
Il medico deve in primis analizzare la storia clinica del paziente dopodiché potrà passare all’esame fisico che dovrà includere un esame rettale digitale.
Se il medico lo riterrà necessario prescriverà ulteriori accertamenti fra cui esami di laboratorio (emocromo, sangue occulto ecc.), colonscopia ecc.

L’emorragia gastrointestinale può essere un segno del tumore del colon-retto.
Trattamento
Il trattamento di un’emorragia gastrointestinale varia a seconda della causa scatenante il sanguinamento; ovviamente in caso di copiose emorragie è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso; una grave emorragia gastrointestinale infatti può determinare una destabilizzazione dei segni vitali; può per esempio verificarsi un collasso della pressione sanguigna e si può avere un’importante tachicardia. Potrebbe quindi essere necessario un immediato ricorso a una trasfusione o, addirittura, a un intervento chirurgico d’urgenza. Nei casi meno urgenti si può intervenire eventualmente con cauterizzazioni, clips o iniezioni sclerosanti.
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