Dispepsia (dal greco dal greco dys, difficile, e pepsia, digestione) è un termine medico con il quale si è soliti indicare la cattiva digestione. Si tratta di una condizione piuttosto comune; si stima infatti che circa il 40% delle persone in età adulta soffra di problemi digestivi; è un problema che tocca soprattutto i Paesi industrializzati e ciò ci fa capire che, essenzialmente, si tratta di un disturbo strettamente legato allo stile di vita e alle abitudini alimentari dei Paesi più ricchi. Quando le difficoltà digestive sono ricorrenti, possono penalizzare molto pesantemente la qualità di vita di una persona.
Una distinzione necessaria è quella tra dispepsia funzionale e dispepsia organica. Nel primo caso siamo di fronte a un insieme di sintomi e segni (fastidio epigastrico e/o dolore associato a senso di sazietà, bruciore, nausea, vomito ecc.) in assenza di una vera e propria patologia di base; nel secondo caso, invece, viene riconosciuta una patologia organica che annovera tra i suoi sintomi la dispepsia. Prima di effettuare una diagnosi di dispepsia funzionale è necessario indagare per l’eventuale presenza di una dispepsia organica.
Cause di dispepsia
Le cause di dispepsia possono essere molteplici; va però precisato che molte volte la cattiva digestione è di origine benigna (dispepsia funzionale) e il principale responsabile è uno stile di vita non ottimale (dieta non equilibrata, abuso di alcolici e superalcolici, abuso di farmaci, fumo, scarsa attività fisica, sovrappeso ecc.); altre volte invece la cattiva digestione può essere conseguente a patologie molto serie (dispepsia organica) come calcolosi della colecisti, celiachia, ernia iatale, gastrite, neoplasie a livello dell’apparato digerente, obesità, pancreatite, presenza di Helicobacter pylori, reflusso gastroesofageo, ulcera peptica ecc.
In alcuni casi i problemi digestivi sono di origine iatrogena, ovvero sono legati all’assunzione di determinati farmaci, in particolare i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
Anche lo stress psicofisico può essere all’origine di una digestione non ottimale.
Segni e sintomi di dispepsia
La sintomatologia della dispepsia è alquanto variegata e piuttosto fastidiosa:
- alitosi (alito cattivo)
- bruciori di stomaco
- dolori addominali (soprattutto nella parte alta)
- eruttazioni
- flatulenza
- rigurgiti acidi
- sensazione di sazietà
- sensazione di digestione lunga e particolarmente laboriosa (soprattutto riferita a determinati cibi come carne, uova, fritti, alimenti grassi ed elaborati ecc.).
Altri segni e sintomi quali vomito, disfagia e cefalea sono meno comuni, ma non particolarmente infrequenti.
Diagnosi
Lo specialista ha disposizione vari approcci diagnostici che si basano sulla storia del soggetto e sulla presenza o no di sintomi d’allarme (età>50 anni, calo ponderale non spiegabile, familiarità per neoplasie dell’apparato digerente, anemia ecc.).
Essenzialmente i principali approcci sono tre.
Test and treat – La gravità dei sintomi, l’età del soggetto e la sua storia clinica possono suggerire allo specialista un approccio noto agli addetti ai lavori come “test and treat” ovvero si testa la presenza di Helicobacter pylori attraverso ricerca dell’antigene fecale dell’HP o tramite il test del respiro all’urea marcata (Urea Breath Test, UBT) e se il risultato è positivo si instaura un’adeguata terapia antibiotica.
Trattamento farmacologico – Si tratta il disturbo ricorrendo a farmaci in grado di ridurre la secrezione acida dello stomaco, i cosiddetti inibitori della pompa protonica.
Esame endoscopico – Fatta eccezione per i soggetti dispeptici con segni di allarme, l’endoscopia è generalmente l’ultimo passo diagnostico.
Con l’esclusione dei dispeptici con segni di allarme, l’endoscopia non è raccomandata come primo passo diagnostico.
Cura della dispepsia
Il trattamento dipende dal tipo di dispepsia.
Una volta che si è certi della natura funzionale della dispepsia, il ricorso ai farmaci trova indicazione qualora la qualità di vita del soggetto risulti pesantemente condizionata dal problema, nonostante le rassicurazioni sulla natura non organica delle manifestazioni cliniche e dopo l’adesione alle direttive non farmacologiche (in altri termini: miglioramento dello stile di vita).
La terapia farmacologica della dispepsia funzionale si basa sul sintomo prevalente. I farmaci maggiormente utilizzati sono i procinetici (in particolare il cisapride), gli antidopaminergici (metoclopramide e domperidone), i neurolettici (levosulpiride), gli antiacidi e gli antiulcera.
Per quanto la letteratura scientifica non fornisca un supporto adeguato alla terapia dietetico-comportamentale, si è osservato che essa può svolgere un ruolo fondamentale nel miglioramento dei problemi derivanti dalla dispepsia funzionale. A questo proposito si consiglia vivamente la lettura degli articoli Digestione e Dieta per la cattiva digestione.
Nel caso di dispepsia organica, ovvero determinata dalla presenza di una patologia, il trattamento passa, ovviamente, dalla risoluzione della patologia di base.
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