La disfagia è un disturbo della deglutizione caratterizzato dalla difficoltà nel passaggio di alimenti solidi e/o liquidi dalla cavità orale allo stomaco e che rende quindi problematico, o addirittura impossibile, attuare un’alimentazione orale che sia al tempo stesso autonoma e sicura. Si distinguono sostanzialmente due tipi di disfagia:
- orofaringea
- esofagea.
Si parla di disfagia orofaringea (o di trasferimento) quando il problema è dovuto a un’alterata funzionalità a livello oro-faringeo; di fatto il soggetto ha difficoltà nel far progredire il bolo alimentare, liquido o solido che sia, dall’oro-faringe nell’esofago.
Si parla invece di disfagia esofagea nel caso in cui la difficoltà consista nel trasferire il cibo dall’esofago allo stomaco, una volta che il trasferimento del bolo alimentare da oro-faringe ed esofago sia avvenuto in modo corretto.
Si ricorda, allo scopo di chiarire meglio i concetti, che il normale processo di deglutizione nei soggetti adulti avviene attraverso quattro fasi principali:
- fase di preparazione orale
- fase orale
- fase faringea
- fase esofagea.
La disfagia non deve essere confusa con l’odinofagia, termine con il quale ci si riferisce a una sensazione di dolore allorquando si deglutisce.
Disfagia: le cause
La disfagia è un sintomo (quindi è scorretta la locuzione sintomi della disfagia) che caratterizza numerose condizioni e patologie.
Dai dati presenti in letteratura si rileva che la disfagia è una condizione presente nel fisiologico processo di invecchiamento in circa un quinto della popolazione la cui età è superiore a 50 anni.

La disfagia è un disturbo della deglutizione caratterizzato dalla difficoltà nel passaggio di alimenti solidi e/o liquidi dalla cavità orale allo stomaco
Il disturbo è inoltre più frequente nei soggetti istituzionalizzati, nei soggetti assistiti a domicilio, nelle persone portatrici di patologie neurologiche ed esiti chirurgici alla bocca. Nei soggetti colpiti da ictus e nelle persone affette da morbo di Parkinson, la disfagia è presente in una percentuale variabile dal 20 al 40% dei casi.
Le cause che portano a disfagia possono essere diverse a seconda che il problema riguardi l’orofaringe oppure l’esofago.
Disfagia orofaringea – Può essere causata da disturbi e danni di tipo neurologico; si ricordano tra questi la sindrome post-poliomielite (nota anche come PPS, Post-Polio Syndrome), la distrofia muscolare, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, il morbo di Parkinson, ictus, lesioni cerebrali, lesioni a carico del midollo spinale ecc.
La distrofia orofaringea inoltre può essere dovuta a diverticoli faringei e a diversi tipi di neoplasie.
Disfagia esofagea – I disturbi, le condizioni e le patologie sottostanti a disfagia esofagea sono numerosi; fra questi si ricordano l’acalasia (una patologia motoria a carico dell’esofago caratterizzata dalla progressiva perdita sia della peristalsi esofagea sia della capacità di rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore), l’invecchiamento (con il passare del tempo, in alcuni soggetti possono verificarsi una riduzione della forza muscolare dell’esofago e una riduzione della coordinazione necessaria a trasferire il cibo nello stomaco), la pseudodiverticolosi spastica (nota anche come spasmo esofageo diffuso sintomatico, questa condizione è caratterizzata da discinesie esofagee ovvero contrazioni esofagee scoordinate), la stenosi esofagea (il restringimento del lume esofageo può rendere difficoltoso il transito di cibo; le stenosi esofagee sono generalmente legate a neoplasie o dalla malattia da reflusso gastroesofageo), il tumore dell’esofago, l’esofagite eosinofila (patologia caratterizzata da una sovrappopolazione di eosinofili nell’esofago), sclerodermia e radioterapia (i trattamenti radioterapici possono provocare processi infiammatori e cicatrizzazioni a carico dell’esofago).
Disfagia nei neonati e nei bambini
La disfagia non è un problema che riguarda soltanto soggetti adulti; anche i neonati e i bambini possono essere vittima di questo disturbo; in questi soggetti la condizione è generalmente dovuta a problemi nello sviluppo (parto prematuro, basso peso alla nascita ecc.); può essere anche legata disturbi del sistema nervoso (meningite, paralisi cerebrale ecc.) oppure a labioschisi (malformazione congenita popolarmente nota come labbro leporino) o a palatoschisi (malformazione congenita del palato).
Disfagia inspiegabile
In alcuni soggetti è presente disfagia, ma tale condizione non è legata a nessun problema anatomico o alla presenza di condizioni patologiche sottostanti; di fatto non si riescono a spiegarne i motivi.
Il tipico esempio è quello delle persone che non riescono (o trovano molta difficoltà) a deglutire i medicinali per via orale; altri soggetti invece avvertono molto spesso la sensazione di corpo estraneo in gola, anche se esso non è presente. In alcuni casi, lo stress e gli stati ansiosi possono portare a un notevole peggioramento di tale sensazione.
Le complicazioni legate alla disfagia
La presenza di disfagia può portare a complicazioni di seria entità; i problemi maggiori, come si può facilmente immaginare, sono generalmente legati alla malnutrizione e alla disidratazione. Possono poi verificarsi problemi di tipo respiratorio; in molti soggetti affetti da disfagia infatti è frequente l’entrata di alimenti solidi o liquidi nelle vie aeree; ciò può essere causa sia di difficoltà nella respirazione sia di patologie come la polmonite o infezioni delle vie respiratorie superiori.
Il trattamento della disfagia
Le modalità di trattamento variano a seconda delle cause che, come abbiamo visto, possono essere molto numerose e decisamente diverse fra loro.
In caso di disfagia orofaringea è consigliabile, oltre a normali test di routine, un controllo neurologico presso uno specialista che, eventualmente, potrà indirizzare il soggetto da uno specialista nella terapia di deglutizione. Tale tipo di terapia consta generalmente in esercizi mirati in grado di aiutare il soggetto sia a coordinare meglio i muscoli deputati alla deglutizione sia a stimolare i nervi deputati all’attivazione del riflesso di quest’ultima.
Se il soggetto soffre invece di disfagia esofagea si possono prendere in considerazione o una dilatazione esofagea, che può essere effettuata tramite endoscopio, oppure un intervento chirurgico (come nel caso, per esempio, di neoplasie a carico dell’esofago).
Il trattamento può anche essere di tipo farmacologico; è il caso per esempio dei soggetti affetti da malattia da reflusso gastroesofageo.
In casi particolarmente gravi può essere necessario intervenire tramite tubo di alimentazione (si agisce bypassando la parte del meccanismo di deglutizione che non funziona in modo adeguato).
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