La diarrea è un disturbo della defecazione caratterizzato dall’emissione di feci liquide o semiliquide che appaiono alterate sia per quanto riguarda la quantità sia per quanto riguarda la qualità. In linea di massima si parla di diarrea quando coesistono queste due condizioni:
- l’emissione delle feci è frequente (almeno 4-5 volte al giorno)
- le feci non sono formate (in genere piuttosto liquide o comunque semiliquide).
La diarrea non è una patologia, ma un segno aspecifico che è comune a varie patologie (generalmente gastrointestinali) o a condizioni particolari quali intolleranze alimentari, forte stress ecc. In molti casi, il disturbo è associato a tenesmo rettale, ovvero a continuo stimolo all’evacuazione, anche in assenza di materiale fecale.
Diarrea: manifestazioni
La diarrea può manifestarsi in modo isolato oppure essere accompagnato da disturbi più o meno lievi; i più frequenti sono i dolori all’addome, i bruciori all’ano, perdite ematiche, flatulenza. Alcune volte, anche se non frequentemente, compaiono anche febbre e vomito.
Può essere particolarmente pericolosa quando ne sono colpiti i bambini e le persone anziane a causa del rischio, non così infrequente, di disidratazione.
Diarrea acuta: cosa fare
Quando ci troviamo di fronte a casi acuti (i più frequenti) si deve, per prima cosa, prevenire e trattare la deplezione dei liquidi e degli elettroliti.
Se la disidratazione si presentasse in modo particolarmente grave si rende necessario il ricovero ospedaliero. Ci sono poi i farmaci che inibiscono la motilità intestinale e sono particolarmente importanti in quanto alleviano la sintomatologia della diarrea acuta.
Si deve tener presente che questo tipo di farmaci non è indicato nel trattamento della diarrea acuta dei bambini.
Anche se la causa è batterica di norma non è necessario ricorrere agli antibiotici perché di solito questo tipo di disturbo ha una risoluzione spontanea in tempi brevi.
Se questo non accadesse si dovrà ricorrere a una coprocoltura per individuare i microrganismi specifici responsabili del problema e poter adottare la cura antibiotica più adeguata.
Diarrea – I rimedi
Innanzitutto si deve essere certi che si tratti effettivamente di un episodio di diarrea. Molte persone sono ossessionate dal sintomo e scambiano una normale defecazione con feci non formate come episodio diarroico. Perché si possa parlare di diarrea devono essere presenti le condizioni esposte a inizio articolo.
È consigliabile evitare di utilizzare farmaci antidiarroici in modo abituale, senza prima aver appurato la causa del problema. Tali farmaci vanno infatti usati in parallelo all’eliminazione della causa, la quale deve essere attentamente indagata.
Il singolo episodio può essere tamponato con i noti consigli alimentari: molti liquidi, pasti leggeri, evitando frutta, verdura, latticini, alcol e caffè. Per approfondire questo punto si consulti il nostro articolo Dieta per la diarrea.
Un caso particolare: la diarrea nel neonato
La diarrea nel neonato è un problema di comune riscontro ed è spesso causa di ansia e preoccupazione nei genitori; nella gran parte dei casi però il problema non nasconde niente di particolarmente serio.
In epoca neonatale la diarrea e il vomito sono legati anche a cause non infettive, ma vi sono soprattutto le infezioni virali e quelle batteriche alla base di questi fastidiosi disturbi.
L’argomento viene trattato diffusamente in un articolo a parte: Diarrea nel neonato.
Eventuali complicanze
Le eventuali complicanze che possono verificarsi sono legate in particolar modo alla disidratazione, agli squilibri idroelettrolitici e a quelli acido-base. Possono ovviamente verificarsi seri problemi anche in seguito alle eventuali perdite ematiche e proteiche.
La disidratazione che può venirsi a verificare a causa delle perdite di acqua che si verificano normalmente nei casi di diarrea può essere abbastanza grave nei pazienti meno autonomi, come per esempio le persone anziane non autosufficienti e i bambini molto piccoli; le perdite di acqua che si verificano devono essere reintegrate se non si vuole correre il rischio di problemi quali ipotensione, tachicardia, ipoperfusione renale, oliguria ecc.
In caso di diarrea si verificano perdite a livello salino; la perdita di sodio, con conseguente iposodiemia soprattutto quando la reintegrazione dei liquidi viene fatta soltanto con acqua, può portare a una riduzione del senso di sete con conseguente peggioramento del quadro clinico.
Anche la perdita di potassio con conseguente ipopotassiemia può essere causa di aritmie cardiache. La perdita di potassio non deve essere trascurata perché nel caso che essa sia particolarmente severa e può portare a una nefropatia kaliopenica con danno tubulare e poliuria ipotonica.
Altre complicanze sono l’acidosi metabolica (quando si ha una perdita di bicarbonato dall’intestino), alcalosi metabolica (in caso di diarrea da alterato assorbimento attivo), anemia e ipoalbuminemia (nel caso di diarree caratterizzate da perdite ematiche e proteiche) e coliche renali da acido urico o da ossalati nel caso di diarree croniche.
Diarrea e dissenteria: le differenze
Comunemente, ma impropriamente, il termine dissenteria viene considerato come sinonimo di diarrea. In realtà, la dissenteria è una condizione caratterizzata da movimenti dell’intestino dolorosi e difficoltosi generalmente collegati a processi infiammatori o infettivi del tratto intestinale. È associata a diarrea e a crampi addominali e, in alcuni casi, a febbre, nausea e all’emissione di sangue e muco al momento delle scariche fecali. Le emissioni fecali non sono volontariamente controllabili.
Cause della diarrea
Facendo riferimento ai meccanismi fisiopatologici si distinguono cinque tipi di diarrea:
- osmotica
- secretoria (anche diarrea infiammatoria)
- motoria
- da riduzione globale della superficie
- da alterato assorbimento attivo.
Si ha diarrea osmotica quando nel lume intestinale viene a verificarsi un eccessivo accumulo di soluti non assorbiti e attivi osmoticamente; ciò porta a un abnorme richiamo di acqua nel lume dell’intestino.
I tipici casi sono quelli che si verificano in conseguenza a disturbi quali l’intolleranza al lattosio o altri casi di maldigestione. Possono provocare diarrea osmotica anche i cosiddetti lassativi osmotici (fra i più noti si ricordano quelli a base di lattulosio, sali di magnesio, sorbitolo, mannite (mannitolo) ecc.).
La diarrea secretoria (o infiammatoria) è dovuta a uno stimolo che causa un’ipersecrezione di acqua ed elettroliti da parte della mucosa dell’intestino.
È il tipico caso delle diarrea da infezioni. Quando lo stimolo è a carico della parete dell’intestino tenue si ha una produzione fecale diarroica decisamente più elevata rispetto a quella che può verificarsi nel caso di una stimolazione a livello del colon. Dal momento che siamo in presenza di un processo di tipo infiammatorio, le feci, generalmente molto liquide, contengono notevoli quantità di proteine, pus e sangue, tant’è che si può parlare di dissenteria.
Si parla di diarrea motoria quando il problema è dovuto a un incremento di motilità e velocità del transito intestinale (condizione definita come iperperistaltismo, ovvero aumento delle contrazioni delle anse intestinali). Con l’aumento della peristalsi viene a diminuire il tempo a disposizione per il processo digestivo, si ha quindi una riduzione dell’assorbimento e conseguente diarrea.
Questa forma si riscontra piuttosto spesso nei soggetti affetti da sindrome del colon irritabile e in coloro che sono affetti da sindrome da carcinoide con iperproduzione di 5-idrossitriptamina.
Nel caso di diarrea da riduzione globale della superficie, il problema è relativo alla riduzione della superficie intestinale di assorbimento; ciò provoca malassorbimento e, conseguentemente, diarrea. Questa particolare forma è tipica di patologie quali il morbo celiaco o la sprue tropicale (una malattia caratterizzata da anemia megaloblastica e malassorbimento intestinale). Può verificarsi anche in seguito a notevoli resezioni chirurgiche a carico dell’intestino tenue oppure in seguito all’inserimento di by-pass ileali.
Si ha diarrea da alterato assorbimento attivo quando si verificano alterazioni a livello delle pompe attive di assorbimento degli elettroliti. Questa forma è caratterizzata da scariche fecali iperacide e alcalosi metabolica nei bambini.
Classificazione
Esistono diverse modalità di classificazione della diarrea. Uno dei più utilizzati distingue tale disturbo nel seguente modo:
- ricorrente
- acuta
- cronica.
Le diarree ricorrenti sono normalmente causate da allergie, dalla sindrome del colon irritabile, da errori alimentari o da situazioni psicologiche (stress). Sono quelle che riguardano il maggior numero di casi e per questo motivo le trattiamo per prime. Si deve inoltre rilevare che molto spesso sono quelle gestite (proprio perché ricorrenti) senza l’intervento del medico. Per questo è fondamentale leggere il paragrafo Cosa fare in caso di diarrea ricorrente (vedasi più avanti).
Le diarree acute possono durare da poche ore fino a un massimo di trenta giorni e, normalmente, hanno una causa infettiva, tossinfettiva o iatrogena.
Le diarree acute infettive possono essere causate da agenti infettivi quali l’Escherichia coli, il Vibrio cholerae, Salmonelle etc., quelle tossinfettive da microrganismi quali, per esempio, lo Staphylococcus aureus, e il Clostridium perfringens, mentre le diarree acute iatrogene sono il risultato di effetti collaterali e indesiderati dovuti a terapie mediche, sono moltissimi farmaci che possono causare questo tipo di diarrea acuta: gli antibatterici, i FANS, i farmaci per l’artrosi, quelli per l’apparato cardiovascolare ecc.
Un caso particolare è la cosiddetta diarrea del viaggiatore, disturbo che coglie sovente coloro che per turismo o per lavoro visitano i Paesi con clima caldo, specialmente quelli in cui le condizioni igienico-sanitarie sono carenti; può essere utile in questi casi assumere per qualche giorno (sia prima della partenza sia durante il soggiorno) fermenti lattici che hanno la funzione di ristabilire l’equilibrio della flora batterica intestinale; dovrebbero inoltre essere seguite alcune regole fondamentali come per esempio quella di evitare il consumo di cibi crudi e di bere l’acqua di rubinetto se prima non è stata bollita o disinfettata. Anche i denti andrebbero lavati con acqua minerale.
Si parla di diarree croniche quando la loro durata supera le quattro settimane.
Molteplici (e anche molto gravi) possono essere le cause: tumorali (per esempio il carcinoma del colon retto, una delle neoplasie più diffuse nel mondo occidentale), infiammatorie (la rettocolite ulcerosa, la malattia di Crohn), endocrine, parassitarie, malassorbimento (per esempio la celiachia) ecc.
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