I crampi sono contrazioni involontarie, transitorie e particolarmente dolorose che compaiono in determinati gruppi muscolari. I crampi si verificano più comunemente a carico degli arti, ma possono anche interessare determinati organi interni; è per questo motivo che con tale termine si fa abitualmente riferimento a qualsiasi dolore di tipo spastico (è alquanto comune sentir parlare, per esempio, di crampi allo stomaco).
Cause
Le cause dei crampi sono numerose (e non tutte sono perfettamente note):
- circolazione scarsa in un soggetto sano – Solitamente i crampi si verificano a riposo, a causa di una diminuzione della circolazione sanguigna, legata a una riduzione della temperatura corporea. Anche condizioni climatiche sfavorevoli (abbassamento della temperatura ambientale) possono creare le condizioni migliori per l’insorgere di crampi perché esse agiscono sulla circolazione sanguigna del soggetto.
- Posizione innaturale in un soggetto sano – In questo caso i crampi si manifestano perché la normale circolazione del sangue è ostacolata e ciò provoca una contrazione muscolare anomala.
- Circolazione scarsa in un soggetto affetto da patologia vascolare – In questo caso l’alterata circolazione deriva da una patologia vascolare (per esempio l’insufficienza venosa, l’insufficienza arteriosa, le vasculopatie periferiche, la sindrome di Raynaud ecc.).
- Squilibrio chimico in un soggetto affetto da patologie – Spesso i crampi sono uno degli effetti collaterali relativi ai farmaci assunti per contrastare determinate patologie; una categoria di farmaci che può essere causa di crampi è, per esempio, quella dei diuretici. Altri farmaci che possono essere all’origine del disturbo sono la cimetidina, i clofibrati, la fenotiazina, il litio, la nifedipina, la penicillamina, il salbutamolo, le statine e la terbutalina.
- Squilibrio chimico in un soggetto sano – La sudorazione eccessiva può provocare un’alterazione dell’ambiente di contrazione del muscolo che risponde in modo anomalo.
- Fatica in un soggetto sano – La fatica provoca alterazioni biochimiche che portano all’incapacità da parte del muscolo di contrarsi in modo corretto.
Crampi notturni
Sono un problema comune a molte persone; vengono detti notturni perché, tipicamente insorgono durante le ore del riposo notturno. Per approfondire l’argomento rimandiamo all’articolo specifico.

I crampi sono contrazioni involontarie, transitorie e particolarmente dolorose che compaiono in determinati gruppi muscolari
Crampi professionali
I crampi professionali (anche occupazionali) sono disturbi da tempo classificati nell’ambito delle distonie focali (in passato erano invece considerati disturbi di natura psicologica); le distonie focali sono quelle sindromi caratterizzate da contrazioni muscolari prolungate che provocano torsioni, movimenti ripetitivi e/o posture abnormi.
Si parla di crampi professionali in quanto insorgono generalmente in occasioni di atti professionali costantemente ripetuti. L’esempio classico è il cosiddetto crampo dello scrivano, ma sono noti anche il crampo del pianista, del violinista, del dattilografo ecc.). Rappresentano la tipica manifestazione del danno da costante ripetizione di un movimento (l’espressione anglosassone che viene utilizzata è repetitive strain injury).
Gli approcci terapeutici al problema sono stati di diverso tipo, dalle tecniche di rilassamento muscolare ai farmaci somministrati per via sistemica per non parlare del ricorso alle cosiddette terapie non convenzionali. In linea generale i risultati sono stati spesso abbastanza deludenti. Nel crampo dello scrivano, per esempio, attualmente, nei casi meno gravi si ricorre alla somministrazione di farmaci antinfiammatori e miorilassanti e al massaggio mentre nei casi più gravi l’unica terapia che offre risultati concreti è la chirurgia.
Buoni risultati, in alcuni casi, vengono ottenuti con la terapia botulinica; l’inoculazione della tossina botulinica nel muscolo interessato, pur provocando una certa debolezza, peraltro temporanea, riesce ad alleviare i sintomi del problema. La terapia con tossina botulinica deve essere ripetuta alla ricomparsa dei sintomi. Generalmente trascorrono 3-4 mesi fra una somministrazione e l’altra. Il numero delle sedute varia a seconda della tipologia di disturbo e della risposta del soggetto.
I crampi da calore
Vengono definiti crampi da calore quelli che si verificano nel corso dell’esecuzione di sforzi fisici in ambienti particolarmente caldi (temperatura >38 °C), umidi e scarsamente ventilati.
I crampi da calore sono un’evenienza piuttosto comune in determinate professioni, i tipici casi sono rappresentati dai lavoratori delle acciaierie, dai minatori, dal personale delle sale macchina ecc.
I crampi da calore, caratterizzati da gravi spasmi a carico dei muscoli striati – e spesso accompagnati da abbondante sudorazione, astenia, midriasi (dilatazione delle pupille) e polso debole – si verificano a causa dell’eccessiva perdita di liquidi reintegrata soltanto con acqua; la conseguenza è che viene a verificarsi una perdita relativa di sodio e, in alcuni casi, anche di magnesio e potassio.
I crampi da calore vengono anche definiti sindrome (o malattia) di Edsall.
Trattare i crampi da calore è abbastanza semplice; per ottenere la remissione del crampo, infatti, è sufficiente ricorrere a impacchi caldo-umidi (41-43 °C circa) e ingerire liquidi o alimenti contenenti cloruro di sodio.
Ai soggetti più predisposti a sviluppare crampi da calore viene talvolta suggerita, a scopo preventivo, l’assunzione di tavolette di cloruro di sodio. L’uso di questi integratori però non è scevro da fastidiosi effetti collaterali (irritazioni gastriche e talvolta edema) e pertanto è una pratica che non dovrebbe essere incoraggiata.
Crampi e gravidanza
In alcune donne i cosiddetti “sintomi da impianto” rappresentano i primi segnali di una gravidanza; detti sintomi sono di vario tipo; fra le altre cose, alcune donne avvertono dolori crampiformi che vengono definiti appunto crampi da impianto (anche crampi da annidamento o, ancora, crampi da attecchimento).
Avvertire crampi addominali durante il periodo di gravidanza può essere normale, ma in alcuni casi possono essere la spia di problemi di una certa gravità; talvolta infatti rappresentano, in associazione a perdite ematiche dalla vagine, i sintomi di un aborto spontaneo; in altri casi sono il segnale di una gravidanza ectopica oppure di un parto prematuro.
Altre tipologie
Il termine crampo viene utilizzato anche per definire particolari patologie.
Un tipico esempio è il cosiddetto crampo dell’accessorio; terminologia con la quale si fa riferimento al torcicollo spasmodico (anche distonia cervicale), un disturbo neurologico a carico dei muscoli del collo che provoca torsione e movimenti rapidi della testa verso la spalla.
Un altro esempio è rappresentato dall’espressione crampo intermittente, locuzione con la quale, in alcune occasioni, ci si riferisce alla tetania.
Per quanto concerne i crampi addominali si consulti l’articolo relativo.
Crampi e sport di resistenza
I crampi nei soggetti che praticano sport non sono infrequenti, in particolar modo fra gli amatori (non è comunque una rarità assistere a episodi di crampi in calciatori professionisti).
Le cause del problema in atleti di resistenza sono soprattutto le ultime due riportate nell’elenco in apertura di articolo (squilibrio chimico e fatica) e in particolar modo, contrariamente alla credenza comune, l’ultima, ovvero la fatica. Il fatto che lo squilibrio chimico riguardi una piccola porzione di atleti è dimostrato dal fatto che, a parità di sudorazione (pensiamo a una giornata molto calda e afosa trascorsa a riposo sotto il sole), in condizioni di riposo il crampo non si verifica; e si verifica, invece, anche se si reidrata con acqua e sali il soggetto durante uno sforzo particolarmente pesante.
In un runner dedito a gare di fondo il 90% dei casi di crampi alle gambe è da attribuirsi a fatica, il 5% all’eccessiva sudorazione e il rimanente ad altre cause, non ultima lo stress psicologico.
È importante notare che quando si parla di fatica ci si riferisce allo standard medio dell’atleta in questione, non assoluto. Nel caso di amatori, ciò significa una fatica esagerata rispetto al grado di allenamento del soggetto.
La cura – In soggetti sani non esistono cure contro i crampi che si manifestano più o meno regolarmente in occasione di sforzi fisici prolungati. La ripetitività del problema rende abbastanza evidente che non si tratta di uno squilibrio chimico legato alla sudorazione perché in genere il fenomeno si verifica anche in condizioni climatiche normali.
È abbastanza inutile sovraccaricarsi di sali nella vana speranza che il crampo non si verifichi. È decisamente meglio adattare l’allenamento alla competizione che si vuole affrontare. Infatti il crampo si verifica con incidenza decisamente maggiore in soggetti poco allenati alla distanza. Generalizzando il soggetto tipico che soffre di crampi nelle corse di resistenza in modo costante è un:
- soggetto in sovrappeso, leggero o marcato o che sia
- soggetto non allenato alla distanza, intesa come qualità/quantità.
Infatti il sovrappeso causa traumatismi che amplificano la fatica muscolare e rendono ancora più evidenti le carenze di allenamento del soggetto. In genere l’atleta che soffre di crampi durante i suoi allenamenti non riesce a far coincidere sedute in cui siano presenti quantità e qualità (lunghissimi veloci per la maratona) o sceglie distanze troppo brevi rispetto a quella di gara (per esempio 20-25 km salvo poi avere i crampi dopo aver passato il trentesimo chilometro di una maratona) oppure sceglie ritmi troppo blandi con distanze corrette (lunghissimi lenti, 20-30″/km sopra il ritmo gara) con il risultato che il muscolo non si allena a sostenere una certa intensità a lungo e comunque va in tilt.
Il crampo è cioè la spia del nostro allenamento alla distanza corsa al ritmo che abbiamo impostato. Anziché ingurgitare quintali di sali, proviamo ad allenarci meglio!
Per ulteriori approfondimenti si consulti il nostro articolo Crampi in maratona.
Crampo e contrattura – Ovviamente il crampo non va confuso con la contrattura, un fenomeno anch’esso legato alla fatica muscolare. La differenza principale è la reversibilità. Una contrattura non è reversibile (guarisce) che in qualche giorno, mentre per il crampo si parla di frazioni di ora. Purtroppo la confusione è totale anche negli addetti ai lavori che consigliano per i crampi riscaldamento e stretching (utili per evitare contratture) prima dell’evento sportivo. Ovvio che è difficile da attribuire al mancato riscaldamento un crampo che si manifesti dopo due ore di corsa!
Cosa fare – È necessario massaggiare la parte dolente, riscaldandola (niente ghiaccio, già questa è una differenza fondamentale con le contratture, per cui è fondamentale la diagnosi che può essere fatta banalmente in base al dolore: nel caso di contrattura il soggetto a riposo non avverte dolore, al massimo un leggero fastidio, mentre nel caso di crampo, anche interrompendo, il gesto atletico il dolore è molto vivo) e cercando di stirare il muscolo contratto.
Nel caso di crampi al polpaccio (fra i più frequenti) basta sdraiarsi a terra con la gamba tesa e afferrarsi le punte delle dita del piede, tirandole a forza verso di sé; se si tratta della coscia, con l’aiuto di un operatore, si alza la gamba e si spinge il ginocchio verso il basso. Le manovre devono essere eseguite piuttosto dolcemente.
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