Anisocitosi è un termine medico con il quale si indica una condizione clinica che si contraddistingue per la presenza nel sangue di globuli rossi (eritrociti) di diverse dimensioni; il termine è alquanto generico; più specifici sono invece i termini microcitosi (o microcitemia, globuli rossi di dimensioni ridotte rispetto alla norma) e macrocitosi (o macrocitemia, globuli rossi di dimensioni aumentate rispetto ai valori considerati normali).
Nota – In sé e per sé, il solo termine anisocitosi è generalmente utilizzato in ambito medico per indicare una condizione contraddistinta dalla presenza nel sangue di globuli rossi (eritrociti) di diverse dimensioni (anisocitosi eritrocitaria); è però vero che tale termine è usato anche per indicare la discrepanza di volumi delle piastrine; in questo caso si parla di anisocitosi piastrinica (per approfondire questo punto si consulti l’articolo PDW).
L’anisocitosi è una condizione che si riscontra generalmente in varie forme di anemia, ma può anche essere legata a condizioni patologiche di diverso tipo.
Anisocitosi – Cause
Le cause di anisocitosi, come accennato precedentemente, sono abbastanza numerose; in alcuni casi la condizione è legata a problematiche con connotazione fisiologica (in genere si tratta di problemi di origine alimentare), in altri a vere e proprie malattie.
Le patologie nel corso delle quali si riscontra anisocitosi sono:
- anemia sideroblastica (le anemie sideroblastiche sono anemie che si caratterizzano per un non adeguato utilizzo del ferro disponibile; di fatto, l’organismo dispone di quantità sufficienti di ferro, ma non è in grado di incorporarlo nelle molecole di emoglobina)
- sindrome mielodisplastica (le sindromi mielodisplastiche sono condizioni patologiche che si caratterizzano per la presenza di un difetto nel midollo osseo che lo rende incapace a produrre in quantità adeguata alcune linee cellulari del sangue (eritrociti, leucociti e trombociti)
- anemia di Diamond-Blackfan (è una forma di anemia di raro riscontro; è nota anche come eritroblastopenia ereditaria; è una patologia determinata da un difetto nella maturazione dei progenitori degli eritrociti)
- anemia mediterranea (l’anisocitosi è riscontrabile anche in questa forma di anemia, nota anche come talassemia; si tratta di una patologia ereditaria di una certa gravità che è causata da un difetto genetico di formazione dell’emoglobina)
- anemia emolitica autoimmune (è una forma di anemia caratterizzata da un malfunzionamento del sistema immunitario; si ha una produzione di autoanticorpi che aggrediscono gli eritrociti)
- emoglobina di Bart (è un’emoglobina anomala costituita da 4 catene gamma caratteristica dell’alfa-talassemia)
- hawkinsinuria (è un rarissimo disordine congenito del metabolismo della tirosina; si caratterizza per il ritardo nella crescita, persistente acidosi metabolica, escrezione urinaria di hawkinsina –un aminoacido insolito- e altri segni e sintomi; la patologia è nota anche come deficit di 4-alfa-idrossifenilpiruvato idrossilasi)
- leucemie (comunemente dette tumori del sangue, sono forme tumorali che interessano le cellule staminali emopoietiche, il midollo osseo e il sistema linfatico)
- epatopatie (patologie a carico del fegato).
L’anisocitosi può anche essere conseguente a trasfusioni di sangue o a chemioterapia.
Fra le cause con connotazione fisiologica ricordiamo le seguenti:
- ipovitaminosi A (carenza di vitamina A)
- ipovitaminosi B12 (carenza di vitamina B12)
- carenza di folati
- dieta particolarmente povera di proteine.
L’anisocitosi viene spesso diagnosticata anche nelle donne in stato interessante; un quadro anemico, in effetti, è di comune riscontro nelle donne che stanno affrontando una gravidanza; se si interviene tempestivamente, molto spesso si è in grado di gestire al meglio le problematiche che l’anemia determina.

L’anisocitosi è una condizione clinica che si contraddistingue per la presenza nel sangue di globuli rossi (eritrociti) di diverse dimensioni.
Segni e sintomi associati
Oltre alle manifestazioni cliniche legate alle malattie che determinano anisocitosi, si riscontrano spesso anche segni e sintomi determinati dal fatto che le dimensioni dei globuli rossi presenti in circoli sono diverse fra loro con conseguenti riduzione dell’attività di trasporto dell’ossigeno; fra questi segni e sintomi i più frequenti sono: stanchezza cronica, dispnea, tachicardia (l’aumento del battito cardiaco serve a compensare la diminuzione dell’attività di trasporto dell’ossigeno), pallore (della cute, del letto delle unghie e dei bulbi oculari), bassa temperatura corporea, vertigini e cefalea.
Indici di anisocitosi
Il riscontro di anisocitosi avviene in seguito all’effettuazione di un emocromo (esame emocromocitometrico); i valori che vengono presi in considerazione sono due (indici di anisocitosi), quello dell’RDW (Red blood cells Distribution Width, ampiezza di distribuzione dei globuli rossi o ampiezza di distribuzione eritrocitaria) e quello dell’MCV (Mean Corpuscolar Volume, volume corpuscolare medio; indica la grandezza dei globuli rossi).
Una volta riscontrata l’anisocitosi è necessario indagare sulle cause che l’hanno determinata allo scopo di stabilire un protocollo di cura adeguato.
Cura
L’anisocitosi è sostanzialmente un segno che caratterizza un quadro patologico o comunque una situazione fisiologicamente non ottimale; è quindi risolvendo queste situazioni che si arriva alla risoluzione di microcitosi o macrocitosi.
Se il problema è legato a carenze vitaminiche o di nutrienti, molto spesso sono sufficienti adeguati aggiustamenti dietetici per riportare il quadro alla normalità in un periodo di tempo relativamente breve; nel caso in cui, invece, l’anisocitosi sia una delle manifestazioni cliniche determinate da una patologia, è necessario intervenire su quest’ultima con una tempestiva e adeguata terapia che sarà stabilita dal proprio medico curante o dallo specialista.
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