Ageusia è un termine medico con il quale si indica la perdita della sensibilità gustativa; tale perdita può essere totale (non si è in grado di percepire i sapori) oppure parziale (si riescono a percepire alcuni sapori, ma non tutti); ricordiamo che i sapori fondamentali sono quattro (dolce, amaro, salato e aspro) e che lingua ha un ruolo decisamente importante nella funzione gustativa grazie a recettori del gusto, le cosiddette papille gustative, che si trovano nella sua mucosa.
L’ageusia non deve essere confusa con altri disturbi del gusto quali la disgeusia (distorsione del senso del gusto) e l’ipogeusia (riduzione del senso del gusto).
A prescindere dalle cause che l’hanno provocata, l’ageusia può determinare un certo disinteresse per l’alimentazione (il non percepire i gusti causa spesso una perdita del piacere associato al cibo) e, conseguentemente, in alcuni casi, potrebbe addirittura essere causa di disturbi del comportamento alimentare.
In molti casi l’ageusia è un problema transitorio legato all’assunzione di determinati farmaci oppure a patologie da raffreddamento; altre volte però la perdita del gusto è perdurante ed è quindi opportuno consultare il proprio medico curante.
Un disturbo talvolta associato all’ageusia è l’anosmia, ovvero la perdita della capacità di percepire gli odori.
Cause di ageusia
Le cause che possono portare all’insorgenza di ageusia sono molteplici:
- assunzione di farmaci (molto spesso antibiotici e antiipertensivi)
- radioterapia (in particolare quella al capo e al collo)
- infezioni a carico delle alte vie respiratorie
- lesioni dei nervi in a seguito di traumi oppure di paralisi facciale
- tumori del cavo orale
- bruciature della lingua
- polipi nasali
- reflusso gastroesofageo
- malattie endocrine (ipotiroidismo, diabete mellito, sindrome di Cushing)
- sindrome di Sjögren (una malattia infiammatoria cronica che colpisce le ghiandole lacrimali e salivari e in generale tutte le ghiandole esocrine)
- disturbi odontostomatologici (stomatite, gengivite, parodontite ecc.)
- inalazione o ingestione di prodotti tossici
- tabagismo
- carenze nutrizionali (in particolari quelle di vitamina PP e zinco)
- invecchiamento (il gusto tende a diminuire con il passare degli anni; prima si assiste a un calo della percezione dell’amaro, poi del dolce, del salato e infine dell’aspro).
Relativamente alle infezioni delle vie respiratorie, l’ageusia, insieme all’anosmia, è una manifestazione che è stata riscontrata in diversi soggetti che sono stati affetti da COVID-19 (infezione da Coronavirus); la perdita della sensibilità gustativa è stata riferita soprattutto durante la fase di guarigione dalla malattia o subito dopo di essa.
In rari casi il problema è ereditario (vi è assenza di recettori del gusto).
In casi particolari poi il disturbo interessa solo una parte della lingua (come nel caso della paralisi di Bell, una forma di paralisi facciale causata da una disfunzione del VII nervo cranico) e non sempre il paziente la nota.
Diagnosi di ageusia
Chi avverte una parziale o una totale perdita del gusto, se non è assolutamente certo della sua transitorietà in quanto sono note le sue cause (patologie delle alte vie respiratorie oppure assunzione di antibiotici o altri medicinali che causano ageusia) dovrebbe rivolgersi a un otorinolaringoiatra.
Lo specialista effettuerà un’accurata indagine anamnestica (storia medica, trattamenti farmacologici in corso, abitudini personali, stile di vita); valuterà anche il grado di igiene orale ed effettuerà anche una valutazione neurologica.
Fra i vari esami che lo specialista potrebbe richiedere, ricordiamo quelli più particolari:
- elettrogustometria (attraverso piccolissime scariche elettriche si scatenano le sensazioni del gusto)
- gustometria chimica (esame che permette di valutare la percezione dei quattro sapori fondamentali attraverso il ricorso a sostanze dolci, amare, salate e aspre)
- biopsia delle papille gustative
- olfattometria (metodica che serve a va la capacità di percepire gli odori ricorrendo a sostanze odorose di diversa natura).
Grazie a questi esami, in genere lo specialista è in grado di valutare se siamo di fronte a un vero e proprio problema relativo al gusto oppure se il disturbo interessa la capacità olfattiva; servono inoltre a distinguere se l’ageusia è legata a un disturbo del cavo orale oppure se il problema è originato da una lesione nervosa.
In alcuni casi, sfortunatamente, non si riesce a risalire alla causa del disturbo (ageusia idiopatica).

Ageusia è un termine medico con il quale si indica la perdita della sensibilità gustativa; tale perdita può essere totale (non si è in grado di percepire i sapori) oppure parziale (si riescono a percepire alcuni sapori, ma non tutti).
Rimedi
Come facilmente si può intuire, i rimedi sono causa-dipendente, vale a dire che si deve necessariamente intervenire sulla condizione che ha determinato l’ageusia; quando, per esempio, il problema è iatrogeno (ovvero legato all’assunzione di farmaci) è sufficiente attendere la fine del trattamento; se questo è cronico o comunque deve essere protratto nel medio-lungo termine, si può valutare il ricorso a farmaci egualmente efficaci, ma che non comportino tale effetto collaterale.
Se l’ageusia è conseguente a disturbi gastrici (per esempio il reflusso gastroesofageo) oppure odontostomatologici, si dovrà ricorrere a specifici trattamenti.
Nel caso di lesioni nervose il problema, purtroppo, potrebbe non essere risolvibile.
Nel caso di ageusia idiopatica, alcuni suggeriscono l’assunzione di solfato di zinco.
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