L’acetonemia (anche acetone o chetosi) è un disturbo metabolico a carattere transitorio che si verifica con una certa frequenza in età pediatrica; il problema si verifica allorquando l’organismo, dopo aver bruciato tutti i glicidi a sua disposizione (ricordiamo che i glicidi sono la fonte primaria di energia) inizia a bruciare anche i lipidi allo scopo di far fronte alle sue necessità energetiche. L’acetone è, quindi, detto in parole povere, una risposta dell’organismo a una notevole carenza di glucosio.
È nota una certa predisposizione all’acetonemia; essa è infatti legata all’età (la fascia più colpita è quella che va dai 3 ai 10 anni circa) e alla costituzione corporea (ne sono maggiormente interessati i bambini molto magri). Detto per inciso: di norma, quando il disturbo in questione riguarda i bambini si è soliti parlare di acetone o di acetonemia; se invece il problema riguarda dei soggetti adulti di solito si utilizza il termine chetosi.
Acetone e corpi chetonici
Prima di entrare nel dettaglio della questione è opportuna una breve premessa che permetterà una miglior comprensione del resto dell’articolo.
In determinate condizioni (attività fisica particolarmente intensa, digiuno prolungato, patologie del metabolismo glicidico ecc.) l’organismo risponde ricavando il glucosio di cui necessita sintetizzandolo da precursori non glicidici; questo processo metabolico è noto come gluconeogenesi (anche neoglucogenesi) e che viene attivato dalla carenza di glucosio nel flusso sanguigno. I lipidi però non possono essere utilizzati a fini energetici (ricordiamo, come molti già sapranno, che i grassi non possono essere bruciati se non è disponibile una quantità sufficiente di carboidrati) e l’organismo, prima di utilizzarli, è “costretto” a trasformarli in corpi chetonici (acetone, aceto acetato e 3-Β-idrossi-butirrato); è in particolar modo il cervello che si adatta all’utilizzo di questi metaboliti.
Acetone nei bambini – Cause
Come già accennato in apertura di articolo, l’acetone è un problema comune nei bambini, si risolve molto velocemente (24-48 ore al massimo) e non deve destare particolari preoccupazioni, anche se la sintomatologia, come vedremo, può essere estremamente fastidiosa.
Le cause principali che possono causare acetonemia nei bambini sono principalmente il digiuno prolungato e un’intensa attività fisica; entrambe queste condizioni sono causa di un esaurimento delle scorte glicidiche e, come detto, l’organismo deve ricavare l’energia che gli è necessaria dai grassi.
Altre cause di acetone sono la febbre (in questo caso il problema è legato a un rallentamento nell’eliminazione dal sangue dei corpi chetonici – che in minima parte sono sempre presenti nell’organismo – favorendone l’accumulo; la febbre può anche causare acetonemia perché è un processo che specialmente nei bambini è molto dispendioso energeticamente), un consumo eccessivo di cibi grassi (in questo caso si verifica un aumento dei prodotti di degradazione degli acidi grassi e, conseguentemente, della loro concentrazione ematica) e, seppure l’evenienza sia molto più rara, le patologie del metabolismo glicidico (per esempio il diabete mellito, da cui i bambini non sono esenti).

Nei bambini il sintomo più caratteristico dell’acetone è l’alitosi (alito cattivo). L’organismo cerca di eliminare la quantità eccessiva di acetone nel sangue e ciò ha ripercussioni nella respirazione.
Acetone (chetosi) nell’adulto – Cause
Se nei bambini l’acetone è un problema transitorio le cui cause sono solitamente di poco conto, nel soggetto adulto in diverse circostanze è spia di problemi più seri.
Ovviamente, anche per quanto riguarda gli adulti, un digiuno prolungato o attività fisiche particolarmente intense e prolungate possono dare origine a un accumulo eccessivo di corpi chetonici.
La chetosi nell’adulto può anche essere indotta da una dieta low carb iperproteica (dieta chetogenica), cioè da un regime alimentare caratterizzato da un alto apporto di proteine e che si basa sul meccanismo della chetosi.
Possono causare chetosi anche forti stress emozionali o fisici che incrementano la produzione di quegli ormoni che influenzano i livelli di glicemia.
Altre cause di acetonemia nell’adulto sono il diabete mellito e le patologie infiammatorie a carico del pancreas.
Possono indurre chetosi anche la gravidanza (non sono infrequenti problemi a livello di metabolismo glicidico nella donna in stato interessante) e l’alcolismo (l’alcol causa notevoli problemi epatici e provoca un aumento della produzione di acetil CoA che a sua volta è responsabile di un incremento del livello dei corpi chetonici).
Acetone: i sintomi
La sintomatologia dell’acetone è diversa a seconda che siano interessati i bambini oppure gli adulti.
Nei bambini il sintomo più caratteristico dell’acetone è l’alitosi (alito cattivo). L’organismo cerca di eliminare la quantità eccessiva di acetone nel sangue e ciò ha ripercussioni nella respirazione; l’alito del bambino assume infatti un caratteristico odore di frutta marcia, eccessivamente dolciastro.
Altri sintomi presenti sono la bocca secca e lingua biancastra; generalmente il bambino riferisce di sentirsi la bocca amara. Tipici anche vomito, forte inappetenza, sensazione di malessere generale e irritabilità.
In alcuni casi il bambino accusa anche crampi addominali, diarrea, cefalea, stanchezza e sonnolenza.
Una certa stanchezza, la sonnolenza e la sensazione di malessere sono sintomi presenti anche negli adulti.
Si registrano inoltre calo ponderale, polidipsia (sete particolarmente intensa) e conseguente poliuria, aritmia cardiaca, ipotensione, sintomi neurologici e abbassamento del pH ematico.
Diagnosi
Per verificare se il proprio bambino è effettivamente vittima di acetonemia, è sufficiente utilizzare un apposito stick urinario per la ricerca di chetonuria (si trovano in tutte le farmacie); basta raccogliere alcune gocce di urina e bagnare le strisce reattive; a seconda della presenza o no di corpi chetonici le strisce assumeranno un determinato colore.
Cura
Nei bambini non è necessaria una particolare dieta anti-acetone; innanzitutto è opportuno non costringere il bambino a mangiare forzatamente; il reintegro dei liquidi (opportuna una bevanda zuccherata come una spremuta, un succo di frutta o un tè) è importante perché spesso l’acetone è associato a vomito, ma non si deve esagerare perché si rischia proprio di stimolarne il riflesso (si deve dissetare il bambino offrendogli i liquidi a piccoli sorsi, magari con un cucchiaio). È opportuno non dare al bambino cibi eccessivamente grassi nel corso della crisi acetonemica.
Per curare l’acetone nei bambini comunque non servono farmaci specifici; potrebbero però essere utili i medicinali per controllare la sintomatologia gastrointestinale se questa risulta particolarmente pesante.
Per quanto concerne gli adulti, la chetosi è generalmente legata a un processo patologico sottostante, quindi è trattando questo che si alleviano i vari sintomi, chetosi compresa.
Ovviamente se il problema è legato a un’intensa attività fisica protrattasi per molto tempo o a un digiuno prolungato, l’accumulo di corpi chetonici verrà smaltito non appena vengono meno le condizioni che lo hanno provocato.
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