I limiti della medicina sono ancora molti. Nella pagina sul delirio di onnipotenza abbiamo visto i motivi che spingono il terapeuta ad amplificare senza motivo i confini del suo sapere e della sua professione. Molti mi accusano di essere troppo duro con la medicina alternativa, ma se lo sono (ed è vero) ciò accade per gli scarsi risultati globali che ottiene su patologie importanti (potenza di una medicina). Si deve però rilevare che anche la medicina convenzionale è molto lontana dall’ottenere brillanti risultati.
Il test dello scettico – Proviamo a eliminare dalla medicina la prevenzione e la chirurgia (un settore per cui ho il massimo rispetto per gli eccellenti risultati che ottiene). Proviamo a consultare l’elenco delle patologie che è nel sito: quante sono quelle guarite dalla medicina senza ricorrere
- alla chirurgia (spesso decisiva)
- alla prevenzione
- al semplice effetto tempo (un’influenza guarisce comunque!)?
Pochissime. Sicuramente l’impiego degli antibiotici e il miglioramento delle conoscenze mediche generali ha spazzato via molte malattie, ma quelle che restano (e sono tantissime) sono ancora ingestibili, nel senso che non è soddisfatta la legge di guarigione totale. Per molte patologie il medico allevia i sintomi, tende a bloccare la malattia, ma, una volta che si è manifestata (quindi la prevenzione è stata inutile), se non interviene la chirurgia, le possibilità di debellare il male sono veramente poche quando non si tratta di una patologia che guarirebbe comunque da sé (effetto tempo). Questo quadro desolante dovrebbe far capire come per esempio la medicina farmacologica sia ancora lungi dall’essere un supporto valido e affidabile.
Se la medicina non riconosce i suoi limiti
Ogni medico dovrebbe fare un profondo esame di coscienza e rendersi conto che, anziché essere un terapeuta onnipotente, è ancora molto lontano dall’appagare i desideri del paziente.
Quali sono i danni che la medicina (convenzionale e/o alternativa) fa quando non riconosce i suoi limiti? Come spunto di riflessione, ecco un elenco conciso, ma significativo.
- Uso di farmaci inutili. Si ha quando il medico, anziché confessare la propria impotenza di fronte al male (anche lieve) prescrive comunque farmaci che non sono di nessun aiuto. Questo atteggiamento, traslato sul paziente, porta poi molti a credere che se uno è un bravo medico, qualcosa prescrive sempre! Nel campo dell’alternativo, spesso il termine “farmaco” deve leggersi “terapia”.
- Abuso di farmaci. La non ammissione sull’incapacità di guarire definitivamente una patologia porta il paziente a credere che aumentando la dose i risultati siano migliori, perché la “medicina non può fallire”.
- Danno economico. Si ha quando il paziente è ripetutamente visitato senza un reale miglioramento, miglioramento che appare altamente improbabile sin dalle prime visite.
- Illusioni. Si hanno tutte le volte che il soggetto esegue un numero infinito di tentativi perché dà per scontato che una soluzione debba esserci.
- Condizionamenti psicologici. Il paziente interpreta miglioramenti temporanei come il primo passo verso la guarigione definitiva e diventa sempre più dipendente dal terapeuta.

I limiti della medicina possono cambiare nel tempo ma vanno sempre riconosciuti per evitare di portare al paziente più danni che benefici
Di fronte a questo quadro desolante cosa fare? È possibile essere i primi medici di sé stessi e fare le scelte giuste? Sicuramente sì.
- Avere un ottimo stile di vita che minimizzi il rischio. In alcuni casi un ottimo stile di vita azzera il rischio della patologia in questione.
- Orientarsi alla prevenzione con l’aiuto di quei medici che la sanno gestire al meglio.
- Di fronte a soluzioni radicali (chirurgia) non avere paura di affrontarle.
- Non usare farmaci che non danno benefici evidenti.
- Non usare farmaci e/o terapie che non sono efficienti. Per efficienza si intende il guadagno temporale ottenuto nella guarigione con il farmaco rispetto a quella ottenuta con il solo effetto tempo.
- Conoscere e valutare gli effetti collaterali di un farmaco o di una terapia.
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