Se siete dotati di spirito critico, sicuramente vi sarà capitato di avere una scarsa fiducia in una terapia proposta, soprattutto quando la terapia si avvicina a qualcosa di simile alla stregoneria pura. Anche nella medicina convenzionale esistono molti ottimismi. Spesso chi propone la terapia ha un’ottima conoscenza teorica e sarebbe inutile iniziare una discussione lunga e interminabile. Alla fine di questo articolo imparerete come svelare l’inganno terapeutico e come fermarlo alla fonte, a prescindere dalle motivazioni teoriche addotte. Per problemi come:
- obesità
- cellulite
- ritenzione idrica
- rughe
- invecchiamento
- ecc.
si può fare farmacologicamente (in modo convenzionale o alternativo) molto poco, si è attualmente impotenti e incapaci di una cura reale e definitiva, se il soggetto non cambia stile di vita. È come attaccare un dinosauro con una fionda. Eppure esistono moltissimi farmaci per le patologie soprariportate. Una persona intelligente di fronte a tali proposte dovrebbe ragionare all’incirca così:
se il tal farmaco funzionasse veramente la tal patologia non esisterebbe più.
La medicina convenzionale
Gran parte delle terapie somministrate al paziente servono solo a tamponare la malattia oppure a curarne i sintomi, ma non la guariscono.
Provate a chiedere a un medico quali malattie si possano effettivamente guarire, fra quelle che spontaneamente non guarirebbero da sé (come una banale influenza) e scoprirete che sono veramente poche quelle per cui si fa uso di farmaci, essendo la maggior parte di esse patologie che vanno risolte chirurgicamente. Questa situazione è sottolineata dal fatto che moltissime persone non usano farmaci (il loro errore è però di ritenere che si potrebbe vivere senza di essi, dando per scontato che non si verificherà mai la grave eccezionalità).
In altri termini, la medicina convenzionale si muove su cinque fronti:
- Malattie guaribili – Per esempio grazie alla chirurgia, alla somministrazione di antibiotici o di antimicotici, di vitamine ecc. (attenzione: la somministrazione di un antibiotico non è condizione sufficiente per la guarigione di una patologia, ma lo è per certe patologie!),
- Malattie percentualmente guaribili – A volte capita che, quando si agisce, la diagnosi non è certa (la polmonite sarà virale o batterica?), le condizioni del soggetto sono complicate da altri fattori ecc. Va da sé che in molti casi probabilmente, se si potessero fissare i parametri del caso in modo favorevole, la patologia entrerebbe fra quelle di tipo 1.
- Malattie tamponabili – In realtà non c’è nessuna guarigione e la malattia viene tamponata con un miglioramento parziale; il paziente non guarisce, sta meglio, a volte solo leggermente, a volte decisamente, ma non è guarito. Questa categoria potrebbe essere suddivisa in due sottocategorie, fra malattie migliorabili (la terapia ha come scopo un miglioramento) e quelle non peggiorabili (la terapia ha come scopo il non far peggiorare la malattia che, in assenza di terapia, peggiorerebbe).
- Malattie trattate sintomaticamente – Si eliminano i sintomi, per esempio con la somministrazione di cortisonici in una forma allergica).
- Malattie che non rientrano nelle tre sopraccitate categorie. Il farmaco viene comunque proposto perché, per delirio di onnipotenza, il medico non riesce a confessare la sua impotenza.
Esistono poi tutta una serie di farmaci che sarebbero utili a prevenire malattie, ma questo nulla ha a che vedere con il concetto di guarigione.

La legge di guarigione totale mette in evidenza come gran parte delle terapie somministrate al paziente servono solo a tamponare la malattia oppure a curarne i sintomi, ma non la guariscono.
La quinta categoria
La conseguenza grave del comportamento legato all’ultima categoria è che si millantano comunque successi che derivano da una serie di trucchi. Vediamone i principali.
Effetto tempo – Vale per patologie che comunque sarebbero guarite (sempre o in una buona percentuale dei casi) anche senza fare nulla. Esempi di tali patologie sono l’influenza e i malanni di stagione, la cefalea, l’acne, i dolori mestruali ecc. Una pillola per il mal di testa è efficiente se il problema scompare in 5-10′, quasi miracolosamente (come per alcuni tipi di cefalea con i triptani), ma se si attenua e scompare dopo 3-4 ore, chi può stabilire se quella volta il mal di testa è guarito a causa della pillola o è passato “sua sponte“?
L’effetto tempo vale anche per patologie medio-lunghe: basta far durare la cura un tempo paragonabile con la guarigione spontanea della malattia. Poiché tale tempo è spesso approssimativo (per esempio una tendinite può guarire in una settimana o in un mese con il solo riposo), ecco che se uso una cura di un mese di 10 sedute con la nuova tecnologia LAZZAROALZATIECAMMINA, sono praticamente certo di “guarire” il 90% delle tendiniti.
Effetto coincidenza – Esistono patologie che si risolvono da sé, senza un motivo, spesso miracolosamente. Sicuramente in un buon numero di casi, all’insaputa del medico e del paziente, è stata rimossa la causa scatenante. Causa magari ignota alla medicina attuale. Se il paziente prova n cure e, casualmente, la n-esima prova coincide con la rimozione fortuita della causa, ecco che la n-esima terapia sembra funzionare. Peccato che la stessa terapia non funzioni su un caso analogo perché manca la “coincidenza”. Diventa perciò importante la percentuale dei casi che una terapia risolve.
Effetto placebo – Il soggetto si sente meglio perché crede di assumere una medicina che realmente può giovare alla sua situazione.
Effetto fluttuazione – La combinazione dei tre precedenti effetti in tutte quelle patologie che “sembrano migliorare”. Il miglioramento è spesso associabile con una certa ciclicità dei sintomi, in patologie dove esistono spontanei periodi di remissione, totale o parziale.
Effetto guru – Il terapeuta agisce sulle abitudini del soggetto che in qualche modo sono coinvolte nella patologia. Anche in questo caso la terapia non ha nessun pregio medico perché le abitudini del soggetto possono essere modificate senza la necessità di coinvolgere una terapia medica. In un soggetto non influenzabile psicologicamente la terapia non funziona.
La medicina alternativa
La situazione descritta per la medicina convenzionale vale anche per le medicine alternative, come per esempio per l’omeopatia. Anzi, le medicine alternative sfruttano proprio gli stessi trucchi usati dai medici convenzionali quando gestiscono la quinta categoria. Per esempio, per l’omeopatia (ma il discorso vale anche per le altre medicine alternative)
non esiste nessuna patologia guarita completamente nella quasi totalità dei casi in un tempo ragionevolmente breve.
Chiariamo cosa si intende per “ragionevolmente”. Se la patologia non guarisce spontaneamente da sé, può essere qualche settimana, un mese, non certo un anno (su tempi molto lunghi si fondano millantati successi basati su diagnosi sbagliate); se la patologia guarisce spontaneamente, “ragionevolmente breve” significa una riduzione dei tempi di almeno un fattore 10.
Sono stato più volte contattato da alternativi che si dicevano certi di curare il cancro. Andando a fondo della questione, scoprivo poi che si trattava di forme tumorali comunque facilmente controllabili anche con acqua fresca. Per esempio, il tumore alla prostata colpisce un uomo su 6, ma solo uno su 32 muore di tumore alla prostata (cioè meno del 20% di chi ha contratto la malattia). Che significa? Che il cancro è spesso così lento che, anche non agendo, si muore prima di infarto o di un’altra patologia della vecchiaia, visto che colpisce uomini di età media abbastanza alta. Capito il trucco? Invento un intruglio o un rituale e poi posso dire che blocco il cancro alla prostata nell’80% dei casi!
Tempo fa, parlando con una farmacista che voleva vendermi un prodotto omeopatico, le chiesi di citarmi una patologia a guarigione non spontanea che l’omeopatia poteva guarire nella quasi totalità dei casi. Lei rispose sicura (dovrebbero toglierle la laurea): “la psoriasi“, Probabilmente non faceva che vendere l’esito di una occasionale diagnosi sbagliata oppure vendeva l’esperienza di chi aveva assunto un farmaco omeopatico in un periodo di parziale remissione della malattia. Va da sé che, se esistesse una cura definitiva della maggior parte dei casi di psoriasi, lo scopritore vincerebbe il Nobel!
Per le medicine alternative non esistono malattie in classe 1.
Occorre precisare che qui si parla di medicina alternativa, non di medicina complementare (come per esempio la fitoterapia).
La terapia inutile
Da quanto detto sopra, è quella che tratta le malattie di classe 5.
La terapia proponibile
Si tratta della terapia che tratta una malattia di classe 2, 3 o 4.
In alcuni casi può essere ragionevolmente difficile distinguere fra terapia inutile e terapia proponibile. In questo caso può essere utile un indice di efficienza.
- Si considera un insieme di soggetti affetti dalla patologia sotto esame.
- Si applica correttamente la terapia per un periodo ragionevolmente breve; il periodo d’azione si definisce ragionevolmente breve se dura al massimo 30 gg. o comunque un tempo inferiore alla guarigione spontanea per tutte quelle patologie reversibili (che cioè guariscono da sé).
- Al termine del periodo prefissato si verifica la percentuale di chi (soggetto positivo alla terapia) ha completamente rimesso i sintomi della patologia (malattie di tipo 3) o ha avuto uno stabile e significativo miglioramento (malattie di tipo 2 migliorabili) o si è arrestato il peggioramento (malattie di tipo 2 peggiorabili).
- Si definisce indice di efficienza il rapporto fra il numero di soggetti positivi e il numero totale.
La terapia efficiente
Per la definizione di terapia efficiente si può utilizzare la legge di guarigione totale (Albanesi, 2002):
una terapia è efficiente quando la patologia è guarita completamente nella quasi totalità dei casi in un tempo ragionevolmente breve.
Una terapia efficiente è immune dai vari “trucchi”. Un esempio è la somministrazione di vitamina C nello scorbuto o dei farmaci per il controllo dell’acido urico nella gotta. Scopo del medico è di trovare terapie efficienti e di non fermarsi a quelle proponibili che sono solo l’anticamera della piena comprensione della patologia (se per esempio una terapia proponibile funziona solo sul 50% dei pazienti, perché sull’altro 50% non funziona? Un medico serio si pone l’obiettivo di capire meglio la patologia!).
L’inganno terapeutico
Questa descrizione può sembrare un attacco alla medicina convenzionale, ma non lo è affatto, anzi. La legge di guarigione totale dimostra chiaramente che le medicine alternative hanno scientificità nulla perché non guariscono nulla, non esiste nessuna patologia in classe 1.
Ragionare (come fa il medico tradizionale) in termini di rischio-beneficio non basta a bocciare per esempio l’omeopatia perché, anche se a rischio zero, il sostenere che ha benefici nulli potrebbe essere contestato dai suoi propositori. Questi però non sono in grado di sostenere che esiste anche una sola patologia che l’omeopatia può porre in classe 1.
Anche l’obiezione secondo cui “distinguere una terapia efficiente da una proponibile per un profano (farmaco-fobico) potrebbe equivalere a rifiutare quella solo proponibile” non ha pregio pratico. In casi gravi la farmaco-fobia si dimentica e in casi di lieve entità spesso la terapia proponibile fa effettivamente danni; per esempio la terapia cortisonica in enfisematosi può portare il soggetto a convincersi che “smettere di fumare non sia necessario”. Se la teoria proponibile è l’unica chance dubito che una persona sana di mente la rifiuti.
Un medico onesto e preparato:
- usa terapie efficienti per malattie in classe 1 (per esempio propone la terapia chirurgica, se questa è risolutiva, piuttosto che ricorrere a terapie farmacologiche di dubbia efficacia)
- per malattie di classe 2 non ha paura di esprimersi in termini percentuali (che gli derivano dalla letteratura medica e dalla sua esperienza) sulla possibile guarigione del soggetto
- per malattie di classe 3 fa presente che si tratta di un tamponamento della patologia, non di una guarigione
- per malattie di classe 4 fa presente che si tratta di un miglioramento sintomatico, non di una guarigione
- per malattie di classe 5 dichiara la sua relativa impotenza, senza ricorrere a soluzioni ottimistiche.
Un medico che cura il cancro non può ragionevolmente dire che il paziente è guarito proprio perché non si conoscono ancora i meccanismi della malattia. Il cancro è la classica malattia migliorabile di tipo 2. Chirurgia, radioterapia, chemioterapia ecc. sono in grado di produrre una “guarigione” nella percentuale X di un certo tumore, ma in questo caso sarebbe più corretto parlare di “remissione totale” perché non è detto che fra dieci anni il cancro non si risvegli in altra sede. Si parlerà di guarigione quando i meccanismi della malattia saranno così chiari da poterla aggredire in modo tale che valga la legge di guarigione totale. Per ora, le terapie anticancro sono ovviamente terapie proponibili, ma non ancora terapie efficienti. Anche se ciò può dispiacere a molti medici, questa è la situazione attuale.
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