Prima di trattare della rianimazione di base nei bambini, è opportuno ripassare la sequenza di intervento negli adulti rileggendo le puntate precedenti; proviamo a immaginare una scena di arresto cardiaco: sapremmo con chiarezza cosa fare? E in che ordine? Abbiamo dei dubbi?
Premessa importante – Se un bambino è incosciente e non respira (oppure, come abbiamo visto nelle puntate precedenti relative agli adulti, respira in modo completamente inefficace), ma non ricordiamo come si rianima un bambino, si può applicare senza alcun timore il protocollo che abbiamo imparato per gli adulti: è infatti preferibile un intervento in quel senso piuttosto che non intervenire; come in molte altre situazioni, il non far nulla è molto più dannoso.
La differenza sostanziale con gli adulti è che nei bambini l’arresto cardiaco è più spesso causato da motivi respiratori, è cioè causato da asfissia (mentre negli adulti è più frequente che il cuore si fermi per un infarto o un’aritmia), per cui le differenze nella scaletta da seguire (evidenziate in grassetto) sono dovute alla necessità di assistere in primo luogo il respiro. Le altre differenze sono dovute all’anatomia e alle dimensioni.
- Chiamare ad alta voce il bambino: è incosciente? (se si tratta di un bambino molto piccolo valutare se reagisce agli stimoli o se rimane immobile, per nulla risvegliabile). Usare la manovra GAS esattamente come nell’adulto.
- Non respira? Eseguire 5 respirazioni artificiali iniziali e poi partire con la solita sequenza 30 compressioni toraciche-2 respirazioni.
- Il torace va compresso di circa un terzo della sua effettiva “profondità” (diametro antero-posteriore) e la frequenza deve essere non inferiore a 100 compressioni al minuto. Bisognerebbe evitare di comprimere l’estremità più bassa dello sterno (il punto dove l’osso dello sterno finisce e inizia l’addome), stando però comunque nella metà inferiore (immagine 3).
- Nei bambini che hanno meno di un anno di vita, per comprimere il torace si possono usare semplicemente due dita (immagine 4); nei bambini più grandi si usa una mano oppure entrambe le mani come negli adulti.
- La respirazione artificiale avviene in modo analogo all’adulto, ma nei bambini piccoli (che hanno, per esempio, meno di un anno), data la difficoltà dovuta alle dimensioni differenti delle bocche, si applica in genere la ventilazione bocca-a-bocca-e-naso cioè si contorna con la propria bocca sia il naso che la bocca del piccolo. Naturalmente, se risulta più comoda o efficace, nulla vieta di usare la respirazione bocca-a-bocca oppure quella bocca-a-naso. La quantità di aria deve essere quella sufficiente a far sollevare il torace del bambino (per esempio, se si usa su un neonato un respiro “grande”, di sicuro gli riempiremo lo stomaco, e con lo stomaco gonfio d’aria un bambino diventa difficile da ventilare e vomita). Anche qui, l’insufflazione deve essere lenta, deve durare infatti circa 1-1,5 secondi.
- Se non si riesce a ottenere una respirazione artificiale efficace, si rimuovono eventuali ostruzioni visibili in bocca, si prova a migliorare la posizione della testa e del mento (si provi ad aumentare o a ridurre l’estensione del capo; si provi a sollevare meglio il mento) e si fanno fino a 5 tentativi, dopodiché si passa comunque al massaggio cardiaco.
- La tempistica per la chiamata al 118 è un po’ diversa, ma di ciò parleremo nella puntata che tratta della posizione di sicurezza.
Una precisazione sulla posizione della testa: nei bambini, a volte, un’eccessiva estensione può causare una difficoltà nell’esecuzione delle respirazioni artificiali. Può essere che per alcuni bambini, specialmente se molto piccoli, sia meglio una posizione del capo quasi normale.
I punti chiave
Anche il bambino svenuto non risvegliabile e che non respira va trattato con la rianimazione cardiopolmonare: compressioni e respirazioni in rapporto di 30 a 2. Si deve avvisare subito il 118.
Dott. Davide Corvi
Anestesista-rianimatore presso: Istituto Ortopedico Galezzi
20161 Milano
Indice materie – Medicina – Pronto soccorso, anestesia e rianimazione – Rianimazione di base nei bambini