Parliamo di massaggio cardiaco. Abbiamo visto che la sequenza di 30 compressioni-2 ventilazioni è il ciclo fondamentale di una rianimazione cardiopolmonare (RCP). Questo ciclo va ripetuto senza interruzioni fino all’arrivo dei soccorsi avanzati. Ma come si eseguono le compressioni?
Come disporsi – Inginocchiati al fianco della vittima. Se la vittima non si trova su un piano rigido (per esempio è a letto) bisogna spostarla: un massaggio eseguito su un materasso molle non è efficace.
Dove comprimere – Al centro del torace.
Appoggiare il palmo di una mano al centro del torace e il palmo dell’altra mano sopra alla prima mano incrociando le dita. La compressione andrà effettuata con il palmo e non con le dita, e il più possibile al centro, in modo da comprimere lo sterno e non le coste. Bisognerebbe evitare di comprimere l’addome o la parte dello sterno che è più vicina all’addome. Però nella concitazione del momento bisogna evitare anche una perdita di tempo: se non vi ricordate il resto si tengano in mente almeno queste parole: “al centro del torace“. Se la vittima ha vestiti ingombranti andrebbero slacciati in modo da comprimere efficacemente, ma senza perdere secondi preziosi per questo.
Come comprimere – Con le braccia diritte e perpendicolari al torace.
Quanto comprimere – Circa 4-5 centimetri. (il nostro parere personale -al di fuori delle linee guida- è che sia meglio essere energici ed evitare di trattenersi per paura di aver superato i 5 centimetri).
A quale velocità – 30 colpi alla velocità di circa 100 al minuto, cioè un po’ meno di 2 compressioni al secondo.
Se non lo si ricorda, si tenga in mente almeno questa parola: “velocemente!“.
Con quale tecnica comprimere – Senza mai staccare le mani dal torace in modo da non perdere la posizione corretta, ma rilasciando completamente la pressione dopo ogni compressione per favorire il ritorno elastico della parete toracica. La compressione e il rilasciamento dovrebbero durare lo stesso lasso di tempo.
A COSA SERVE IL MASSAGGIO CARDIACO? A generare un flusso artificiale di sangue, sostituendo almeno in parte la funzione di “pompa” del cuore.
Massaggio cardiaco: i punti chiave
Due i punti chiave fondamentali:
- Non perdetevi nel ricordare tutto in dettaglio! La tecnica sopra esposta è la più efficace per eseguire un massaggio cardiaco, ma se vi trovate in una situazione simile ci sarà una certa tensione e forse la vostra memoria farà cilecca. Sarebbe sbagliato rallentare (o peggio ancora non eseguire) la manovra di rianimazione solo perché non ricordate bene qual è la velocità giusta: ricordate almeno questo: comprimere al centro del torace, rapidamente.
- Se per qualche ragione non leggerete la prossima lezione e non avrete ben chiara la respirazione artificiale oppure se non potrete praticarla per la vostra sicurezza (per esempio nel caso in cui la bocca del paziente sia piena di sangue o secrezioni) sappiate che il massaggio cardiaco da solo è sempre meglio di niente, ha cioè una sua efficacia nel migliorare la sopravvivenza: meglio massaggiare senza respirazioni che non massaggiare per niente.
Nella prossima puntata studieremo la respirazione artificiale.
Crediti
Dott. Davide Corvi
Anestesista-rianimatore presso:
Istituto Ortopedico Galezzi
20161 Milano
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