Un defibrillatore semiautomatico esterno (spesso abbreviato con la sigla DAE e talvolta con AED) è un macchinario di piccole dimensioni che consente di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore; questo dispositivo è dotato di sensori che sono in grado di rilevare le alterazioni dell’attività elettrica dell’organo cardiaco e, nel caso sia necessario, erogare una scarica elettrica che consenta la defibrillazione.
È doveroso precisare che il defibrillatore eroga una scarica elettrica soltanto in caso di fibrillazione ventricolare (una forma di aritmia cardiaca caratterizzata da contrazioni rapide, inefficaci e irregolari dei ventricoli che è considerata tra le principali cause di arresto cardiaco o di morte cardiaca improvvisa) oppure in caso di tachicardia ventricolare; la fibrillazione ventricolare è il ritmo più comune negli arresti cardiaci, ma non è l’unico; esistono, infatti, molti altri ritmi cardiaci che sono associati all’arresto cardiaco improvviso e che non sono suscettibili di defibrillazione (come, per esempio, l’asistolia ventricolare e l’attività elettrica senza polso).
Secondo statistiche recenti, nel nostro Paese le morti cardiache improvvise, in cui il decesso della persona colpita si verifica nel giro di un’ora dal manifestarsi della sintomatologia, colpiscono ogni anno un numero di persone particolarmente elevato (si registrano più di 45.000 casi).
Uno dei fattori che incidono positivamente sulle possibilità di sopravvivenza della persona colpita da arresto cardiaco improvviso è la tempestività dell’intervento.
L’intervento di primo soccorso con un defibrillatore semiautomatico è in grado, in molti casi, di salvare la vita della persona infartuata.
Una volta messo in funzione, il dispositivo analizza i dati trasmessi dai sensori (costituiti da piastre adesive) e fornisce delle indicazioni vocali al soccorritore che lo sta adoperando per guidarlo nelle manovre da effettuare.
I defibrillatori automatici sono sempre più numerosi e si trovano in diversi luoghi pubblici (aeroporti, centri commerciali, centri sportivi, stadi, palazzetti dello sport, istituti bancari, aziende di grandi dimensioni ecc.).
Il macchinario è contenuto all’interno di teche o di custodie la cui presenza è segnalata con un cartello che riporta un simbolo riconoscibile a livello europeo.
Perché si deve utilizzare un defibrillatore semiautomatico?
Quando si verifica un arresto cardiaco improvviso non vi sono trattamenti in grado di agire in modo diretto sulla fibrillazione ventricolare, fatta eccezione per l’erogazione di elettricità da parte di un defibrillatore; fino a quando non si ha a disposizione un defibrillatore è necessario mettere in atto le tipiche manovre di rianimazione cardiopolmonare; queste svolgono una funzione di supporto alla circolazione del sangue ricco di ossigeno verso cuore e cervello, cosa fondamentale per ritardare la morte cerebrale e quella cardiaca; la rianimazione cardiopolmonare (RCP) aiuta anche il muscolo cardiaco a rispondere più adeguatamente alla defibrillazione, ma, è bene ricordarlo, non è in grado da sola di interrompere la fibrillazione.
Quello che è importante ricordare e sottolineare è che la tempestività degli interventi su un soggetto colpito da arresto cardiaco è fondamentale per evitare la comparsa di danni cerebrali non reversibili.
Come funziona un defibrillatore semiautomatico?
Quando il defibrillatore, una volta applicato al torace del soggetto che è stato colpito da arresto cardiaco, avverte la presenza di una fibrillazione ventricolare, eroga una scarica elettrica che depolarizza il cuore e abolisce il ritmo patologico (in termini più grossolani possiamo dire che il muscolo cardiaco viene “resettato” e ciò permette l’interruzione dell’aritmia). In caso di ritmi non suscettibili di defibrillazione, il dispositivo segnala che lo shock elettrico non è indicato.
Vediamo adesso, a grandi linee, le fasi essenziali dell’utilizzo di un defibrillatore:
- accensione del dispositivo
- collegamento dei cavi delle piastre al defibrillatore
- posizionamento delle piastre adesive sul torace della vittima di arresto cardiaco
- analisi del ritmo
- pressione, se la macchina lo indica, del tasto che eroga la scarica elettrica (pulsante di shock).
L’utilizzo di un defibrillatore non è particolarmente difficile in quanto molte delle procedure sono automatizzate ed è il dispositivo che guida l’operatore nelle operazioni da compiere; è il defibrillatore che indica se l’erogazione della scarica elettrica è indicata oppure no, suggerendo anche, attraverso dei messaggi vocali, le manovre successive che è opportuno compiere sulla persona colpita da arresto cardiaco. I livelli di affidabilità dei defibrillatori sono notevolmente aumentati negli ultimi anni e tali dispositivi hanno ormai raggiunto un grado di precisione tale da permetterne l’utilizzo anche a operatori non particolarmente esperti.
Ovviamente, l’effettuazione della defibrillazione non esenta dal compimento delle altre manovre di rianimazione cardiopolmonare. L’utilizzo di un defibrillatore è quindi un primo passo, ma le manovre di RCP sono fondamentali per la sopravvivenza della vittima.
Chi può utilizzare un defibrillatore semiautomatico?
Per quanto il defibrillatore sia un dispositivo piuttosto semplice da utilizzare, non tutti possono utilizzarlo; le normative vigenti, infatti, prevedono che l’operatore debba superare un breve corso di abilitazione all’utilizzo del defibrillatore. La durata di questi corsi è variabile, ma in genere si va dalle 4 alle 8 ore. I corsi di abilitazione prevedono generalmente che l’iscritto abbia compiuto la maggiore età.
I principali argomenti dei corsi sono il riconoscimento delle condizioni di arresto cardiaco, le manovre di rianimazione di base, il massaggio cardiaco e il supporto alla circolazione e, ovviamente, il funzionamento e le modalità di utilizzo di un defibrillatore semiautomatico.
Nonostante l’abilitazione all’utilizzo, in caso di arresto cardiaco improvviso, la prima cosa da fare è comunque contattare immediatamente gli operatori del 118 (112) allo scopo di attivare prima di tutto i soccorsi da parte di personale qualificato.
Qualora non sia presente nessuno che abbia effettuato un corso di abilitazione, gli operatori del 118 guideranno la persona nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare in attesa che arrivino i soccorsi.
Un soggetto che abbia sostenuto un corso di abilitazione all’uso del DAE e un corso di RCP può essere in grado di gestire situazioni di emergenza, fermo restando che il contatto con gli operatori del 118 (si legga: Quando chiamare il 118?) deve essere costante.

Il defibrillatore semiautomatico è contenuto all’interno di teche o di custodie la cui presenza è segnalata con un cartello che riporta un simbolo riconoscibile a livello europeo
Precauzioni da adottare
L’utilizzo di un defibrillatore richiede l’adozione di alcune precauzioni; è per esempio necessario sincerarsi che la vittima dell’arresto cardiaco non sia bagnata, in quanto ciò potrebbe causare una dispersione della corrente elettrica; il torace della persona va quindi asciugato accuratamente prima di applicare e utilizzare il defibrillatore.
È altresì importante che l’operatore non sia a contatto con la vittima; potrà toccarla, infatti, soltanto dopo che il DAE avrà emesso il segnale di termine della procedura di defibrillazione.
Automatico o semiautomatico?
I defibrillatori vengono spesso indicati utilizzando soltanto l’acronimo DAE; quest’ultimo sta per Defibrillatore Automatico Esterno (in lingua inglese abbiamo AED, acronimo dei termini Automatic External Defibrillator).
La domanda che molti si pongono è: perché in Italia vengono commercializzati soltanto defibrillatori semiautomatici e per la loro denominazione si utilizza l’acronimo che fa riferimento ai defibrillatori automatici?
Intanto facciamo presente la differenza fra versioni automatiche e versioni semiautomatiche; nelle prime è presente un solo tasto (ON/OFF) e, una volta sistemati gli elettrodi, è l’apparecchio che “decide” automaticamente se provvedere o no allo shock; nelle seconde sono presenti sia il tasto ON/OFF che il tasto SHOCK; una volta che gli elettrodi sono stati applicati, l’apparecchio effettua i controlli e, se ricorrono le condizioni, si predispone alla scarica “consigliandola” all’operatore, ma deve essere costui che prende la decisione finale premendo il pulsante apposito.
Nel nostro Paese si è ritenuto che le versioni semi-automatiche fornissero più garanzie e, per legge, soltanto questi defibrillatori vengono commercializzati; la denominazione DAE è però rimasta invariata ingenerando spesso il dubbio cui accennavamo in precedenza.
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