Il voyeurismo (anche disturbo voyeuristico) è un disturbo sessuale classificato nell’ambito delle cosiddette parafilie e cioè quei disturbi che sono caratterizzati da fantasie, impulsi o comportamenti sessualmente, eccitanti, durevoli e intensi che possono coinvolgere oggetti inanimati oppure che implicano la sofferenza o l’umiliazione (che possono essere reali o immaginarie) di sé stessi, del proprio partner o di partner non consenzienti e che sono associati a disabilità o sofferenze clinicamente importanti; esempi di parafilie, oltre al voyeurismo sono la pedofilia, il feticismo, l’esibizionismo, il sadismo e il masochismo sessuale.
Il soggetto affetto da voyeurismo (voyeur o, popolarmente, guardone) trae eccitazione sessuale guardando, a loro insaputa, delle persone che si spogliano o delle persone nude o che compiono atti sessuali. L’orgasmo è generalmente ottenuto tramite la masturbazione durante o dopo l’attività voyeuristica (peeping).
Di norma il disturbo voyeuristico insorge prima del compimento dei 15 anni di età. È difficile comunque fare delle stime sulla prevalenza trattandosi di un comportamento illegale. Si ritiene comunque che si tratti di una delle perversioni sessuali più diffuse.
Il voyeur, generalmente un uomo (il disturbo in questione è molto raro nelle donne), non trova molto eccitante guardare una persona che si sta spogliando per lui; sembra molto importante quindi l’elemento di rischio; il voyeur trae eccitazione anche dal pensiero di come la persona spiata reagirebbe nel caso in cui fosse consapevole di essere osservata.
Per alcuni soggetti, il voyeurismo è l’unica attività sessuale praticata; per altri soggetti è quella preferita, ma non risulta essenziale per la loro eccitazione sessuale.
In alcuni casi, il voyeur fantastica di avere un rapporto, o comunque un contatto sessuale con la persona spiata, ma rarissimamente tenta di entrarvi in contatto realmente.
Il voyeurismo può manifestarsi anche con il solo ascolto di conversazioni a sfondo erotico, ma perché si possa parlare di voyeurismo vero e proprio è necessario che i protagonisti non sappiano di essere ascoltati.
Negli ultimi anni, con l’avvento di mezzi tecnologicamente avanzati (pc, tablet, smartphone ecc.) la tendenza al voyeurismo è decisamente aumentata, tant’è che spesso si parla di voyeurismo mediatico.

Il soggetto affetto da voyeurismo (voyeur o, popolarmente, guardone) trae eccitazione sessuale guardando, a loro insaputa, delle persone che si spogliano o delle persone nude o che compiono atti sessuali.
Le cause del voyeurismo
Molti autori ritengono che il disturbo si sviluppi in seguito all’osservazione accidentale, e gratificante, di persone nude o impegnate in attività sessuali; in seguito a osservazioni ripetute nel corso del tempo, l’attività voyeuristica tenderebbe a diventare cronica trasformandosi nella forma principale di eccitazione sessuale.
Diagnosi
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (DSM, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) sono due i criteri ritenuti necessari alla diagnosi di voyeurismo:
- il disturbo deve manifestarsi per un periodo non inferiore ai 6 mesi; durante questo periodo di tempo il soggetto deve vivere fantasie e impulsi sessualmente eccitanti in modo intenso e ricorrente relativi all’osservazione di persone nude, o nell’atto di spogliarsi oppure impegnate in atti sessuali; fondamentale che le persone spiate non siano consapevoli di essere osservate.
- Le fantasie e i comportamenti in questione devono comportare un disagio significativo a livello di rapporti interpersonali o problemi negli ambiti sociali, professionali ecc.
Ultimamente è stato inserito un terzo criterio: l’età deve essere superiore ai 17 anni.
Trattamento del voyeurismo
Trattare il voyeurismo non è semplice. È fondamentale che il voyeur abbia una forte determinazione a modificare certe caratteristiche del suo comportamento; la difficoltà principale è che molti trovano molto difficile ammettere la presenza del problema e reagire conseguentemente; nei casi più gravi sono gli organi giuridici che obbligano alle cure.
Non esistono terapie farmacologiche e le uniche possibilità sono rappresentate dalla psicoterapia; i risultati comunque, in molti casi, sono abbastanza deludenti; la terapia riesce sì a ridurre la tendenza al voyeurismo, ma spesso ciò è limitato a brevi periodi di tempo; le ricadute, infatti, sono molto frequenti.
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