Le verruche sono neoformazioni superficiali provocate da alcuni genotipi di HPV (Human Papilloma Virus, papilloma virus umani), virus appartenenti al gruppo dei Papovavirus (gruppo che comprende tre sottogruppi: Papilloma virus, Polyoma virus e agente Vacuolante).
Esistono diversi tipi di verruche e diverse modalità di classificazione, invero molto simili tra loro; fra le tipologie che vengono riscontrate con maggiore frequenza si ricordano le verruche comuni (note anche come verruche volgari o porri), le verruche piane, quelle plantari e quelle genitali (note anche come condilomi; vista la loro importanza, le trattiamo a parte nell’articolo Condilomi).
Le verruche sono un problema abbastanza comune, si stima infatti esso interessi circa il 10% della popolazione globale con tendenza all’aumento.
La fascia di popolazione più interessata è quella che comprende i bambini in età scolare, i ragazzi e i giovani adulti; il picco viene raggiunto nella fascia di età tra i 10 e i 15 anni. La tipologia di più comune riscontro è quella delle verruche volgari (circa il 70% del totale); seguono quelle plantari e quelle piane. I condilomi sono un’evenienza relativamente più rara.
Fattori predisponenti
Alla base dell’insorgenza di una verruca vi sono vari fattori; in primis va segnalato un indebolimento delle difese immunitarie dell’organismo, indebolimento che può essere determinato da molti fattori (patologie in atto, forti stress psicofisici, denutrizione ecc.); altri fattori predisponenti sono le lesioni cutanee, l’uso promiscuo di accappatoi, asciugamani, ciabatte, accessori per la cura delle unghie, calzature e calze inadeguate (in particolar modo quelle fabbricate con materiali non traspiranti), la scarsa igiene e l’eccessiva esposizione ai raggi solari.
È assolutamente poi da evitare l’abitudine di camminare scalzi negli spogliatoi delle piscine, delle palestre o di altri impianti sportivi.
Modalità di trasmissione
Il virus che provoca le verruche può trasmettersi per contatto o per autoinoculazione.
Vi sono diversi fattori che influiscono sulla possibilità di contrarre l’infezione virale. Innanzitutto esistono individui geneticamente più resistenti di altri al virus che lo eliminano immediatamente. Inoltre lo stato di salute della pelle gioca un ruolo molto importante: una pelle sana, bene idratata, priva di ferite è più resistente all’attacco virale. Per questa ragione chi soffre di verruche dovrà curare particolarmente lo stato di igiene della pelle.
Verruche comuni (mani e dita)
Le verruche comuni, o volgari, sono generalmente localizzate sul dorso di mani e dita, mentre la manifestazione palmare è più rara; rara anche la comparsa nei gomiti e nelle ginocchia. Sono formazioni rilevate che tendono a espandersi verso l’esterno (esofitiche), di grandezza variabile e di forma rotondeggiante; la superficie appare rugosa e dal colore grigiastro. Alla pressione possono essere più o meno dolenti. Talvolta il problema può limitarsi a un’unica verruca, in altri casi possono esserci più verruche riunite.
Le verruche periungueali e quelle subungueali possono provocare alterazioni a livello dell’annesso e, in alcuni casi, possono provocare il distacco della lamina dal letto ungueale.
Le verruche comuni che compaiono a livello cefalico hanno generalmente aspetto filiforme o digitato; si trovano generalmente vicino agli orifizi o nel collo; negli adolescenti possono comparire nella zona in cui cresce la barba (autoinoculazione provocata dai microtraumi della rasatura).
L’agente eziologico più spesso coinvolto è l’HPV-2; altri genotipi coinvolti sono l’HPV-1, l’HPV-4 e l’HPV-7. Questi ultimi due genotipi sono stati frequentemente associati alle verruche che compaiono nelle mani dei lavoratori che manipolano abitualmente carni e animali (per esempio macellai e allevatori).
Verruche piane
Le verruche piane sono un reperto di più comune riscontro nei bambini e nei giovani adulti (tant’è che spesso si parla di verruche piani giovanili). Trattasi di piccole lesioni micro-papulose leggermente rilevate (fino a due mm di spessore) il cui diametro oscilla fra i due e i quattro mm.
Spesso hanno lo stesso colorito della cute o tendono al rossastro. Le sedi prevalentemente interessate dal problema sono il dorso delle mani, il volto, le braccia e le ginocchia. Si tratta di lesioni non facilmente trattabili che possono persistere per lunghi periodi di tempo, persino anni. Possono però andare incontro a regressione spontanea.
Gli agenti eziologici generalmente coinvolti sono l’HPV-3 e l’HPV-4.
Verruche plantari
Esistono diverse varietà di verruche plantari; generalmente si suole distinguerle in semplici, a mosaico e periungueali.
Le verruche plantari semplici (note anche come mirmecie) rappresentano la forma clinica che si riscontra più comunemente; l’agente eziologico coinvolto è generalmente l’HPV-1. Si tratta di lesioni di tipo endofitico (tendono a espandersi verso l’interno), solitamente profonde e dolenti alla palpazione. Può esserci un’unica verruca oppure si può avere, più raramente, la presenza di più elementi. Hanno forma discoide e il loro diametro oscilla di solito fra uno e cinque mm. Al centro della lesione è visibile un’ipercheratosi dalla colorazione giallastra; in alcune occasioni possono essere presenti dei piccoli punti molti scuri; trattasi solitamente di capillari colpiti da trombosi. Al tatto sono ruvide, spesse e squamose.

Esistono diverse varietà di verruche plantari; generalmente si suole distinguerle in semplici, a mosaico e periungueali
Le verruche plantari compaiono solitamente in quelle zone del piede in cui il soggetto esercita una maggiore pressione (tallone e avampiede); a motivo della continua pressione esercitata su di esse sono solitamente piatte.
Le verruche plantari a mosaico sono una variante meno comune. L’agente eziologico coinvolto è solitamente l’HPV-2. Trattasi di piccoli elementi che ricordano i piccoli pezzi di un mosaico (di qui la denominazione) e che tendono a confluire in placche. Sono verruche caratterizzate da un’estrema contagiosità e che hanno purtroppo la tendenza a recidivare velocemente una volta che sono state asportate.
Le verruche plantari periungueali sono verruche che interessano sia le pliche laterali che prossimali delle unghie. Con il tempo possono svilupparsi anche tra unghia e letto ungueale originando verruche subungueali. L’agente eziologico comunemente coinvolto è l’HPV-2; come nel caso delle verruche plantari a mosaico, anche quelle periungueali sono caratterizzate da alta contagiosità e frequente recidivazione.
Verruche plantari e attività sportiva – Come si può facilmente immaginare una verruca plantare può essere particolarmente fastidiosa per gli sportivi, a volte più esposti al contagio per la frequentazione di palestre, piscine e spogliatoi. Dal momento che il nostro sito è frequentato da molti sportivi, in particolare da runner, riteniamo opportuno approfondire il problema e fornire qualche suggerimento ad hoc.
Per scoprire la presenza di verruche plantari, illuminate il piede con una luce piuttosto intensa, quindi verificate la presenza di zone di colore marrone-nero, che indicano la zona occupata dalla verruca. Sfregate la zona interessata con la pietra pomice e osservatela nuovamente. Se è ancora di colore marrone, allora si tratta di una verruca.
Per alleviare temporaneamente il dolore, applicate un cerotto ad anello attorno alla verruca. Il consiglio più logico è di rivolgersi a un dermatologo per valutare la possibilità dell’eliminazione chirurgica. Per chi ama il fai da te esistono alcuni metodi, il cui unico svantaggio è la durata del trattamento.
Per eliminare la verruca, applicate una preparazione a base di acido salicilico; in farmacia si trovano preparazioni liquide, in gel o di altro tipo (seguite attentamente le indicazioni del prodotto, per evitare bruciature alla pelle). Trattate periodicamente la verruca con la pietra pomice e la preparazione, dal momento che la sua eliminazione può richiedere anche diversi mesi. Inoltre le verruche possono diffondersi, per cui controllate attentamente i piedi e intervenite quando le verruche sono ancora di piccole dimensioni.
Un’altra possibilità è l’applicazione di vitamina A una volta al giorno, rompendo una capsula e spargendo il liquido sulla zona interessata. Questo metodo richiede da uno a nove mesi prima dell’eliminazione completa. Le verruche traggono beneficio dall’umidità, perciò mantenete i piedi molto asciutti e indossate calze sintetiche cambiandole due volte al giorno.
Come eliminare le verruche
La maggior parte delle verruche guariscono spontaneamente nell’individuo sano. Le terapie dipendono dal tipo di verruca, dalla sua posizione, dalla profondità, dal numero e dall’estensione cutanea colpita.
In linea generale non viene ritenuto né necessario né opportuno trattare in modo aggressivo tutte le tipologie di verruca; questa linea di comportamento è dettata sia dal fatto che la percentuale delle recidive è piuttosto alta sia dal fatto che non è possibile escludere con certezza esiti cicatriziali permanenti dopo il trattamento.
La terapia di prima scelta consiste in trattamenti effettuati utilizzando soluzioni cheratolitiche o citotossiche.
Per trattare le verruche comuni e le verruche plantari si utilizza solitamente una soluzione di acido salicilico addizionata con acido lattico o con rame acetato; il trattamento può durare alcuni mesi (da uno a tre). Spesso la parte viene coperta con un cerotto. Si trovano in commercio anche cerotti imbevuti con acido salicilico che vanno applicati sulla zona interessata e fermati con cerotti adesivi.
Per il trattamento delle verruche piane si possono usare creme con acido retinoico all’0,1%; in genere la crema viene applicata una volta al giorno per un periodo di circa mese; eventuali reazioni di tipo eritematoso possono essere controllate con apposite creme emollienti. Il trattamento con retinoidi va effettuato con determinate cautele dal momento che si tratta di sostanze teratogene; va quindi evitato l’utilizzo nelle donne in stato interessante e anche in quelle che allattano. Vanno evitate anche le esposizioni prolungate ai raggi solari.
Un farmaco utilizzato nel trattamento delle verruche delle mani e dei piedi è l’argento nitrato; si somministra tramite un apposito applicatore che deve essere appoggiato sull’area interessato per un paio di minuti ogni 24 ore. Non si devono effettuare più di 6 applicazioni; dopo la prima applicazione, prima di procedere con applicazioni successive è necessario rimuovere la cute superficiale; una volta applicato il farmaco è necessario bendare la zona con una garza sterile.
Altra sostanza utilizzata è il glutaraldeide, un farmaco ad azione cheratolitica reperibile come soluzione al 10%; la posologia prevede due applicazioni giornaliere di prodotto direttamente sulla verruca.
Crioterapia
Altra possibilità di cura è rappresentata dalla resina di podofillina, un farmaco per applicazione topica spesso associato ad acido salicilico. È soprattutto indicato nelle verruche anali e in quelle genitali esterne.
Se le terapie di prima scelta non sortiscono gli effetti sperati è possibile il ricorso alla crioterapia dermatologica, solitamente utilizzata per trattare verruche comuni e plantari nonché i condilomi. Sono disponibili in commercio erogatori da quali fuoriescono getti di azoto liquido che vanno diretti sulle verruche da trattare; esistono anche kit appositi sempre basati sull’azoto liquido: si immerge una piccola spugna nella bomboletta del kit e la si mette a contatto con la pelle per un numero limitato di secondi (al massimo 20). La procedura può essere dolorosa, ma in molti casi si rivela decisamente efficace. Il kit può essere usato a casa, ma occorre seguire attentamente le avvertenze ed evitare di usarlo se si hanno dubbi sulla reale natura della verruca.
Alternative alla crioterapia
In alternativa al ricorso alla crioterapia vi sono la diatermocoagulazione e il laser a CO2; il problema principale di queste metodiche è legato al fatto che si tratta di trattamenti dolorosi, in particolar modo il primo, e che potrebbero avere esiti cicatriziali di tipo permanente.
In casi particolarmente difficili è possibile tentare il ricorso a trattamenti di tipo intralesionale (infiltrazioni di bleomicina o interferon alfa-ricombinante). Le infiltrazioni di bleomicina (un farmaco che viene utilizzato anche in oncologia per trattare il tumore al testicolo, il linfoma di Hodgkin e il carcinoma a cellule squamose della testa e del collo) sono una procedura estremamente dolorosa e la percentuale di successo non supera quella ottenuta dal trattamento crioterapico. I trattamenti con interferon alfa-ricombinante sono molto costosi e, anche in questo caso, la percentuale di successo non sembra estremamente significativa.
Un’altra tipologia di trattamento proposta per trattare le verruche, soprattutto quelle genitali, è l’utilizzo di crema contenente imiquimod al 5% (nome commerciale Aldara®); l’utilizzo di tale terapia (sfruttata anche nel caso di carcinoma basocellulare) è basato sul presupposto che tale sostanza induce la produzione di interferon che a sua volta è un inibente della replicazione virale.
Particolari cautele vanno adottate in caso di verruche piane localizzate al volto; il medico potrà scegliere in questi casi fra astensione terapeutica o applicazioni locali di acido retinoico.
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