L’ulcera gastrica è una forma di ulcera peptica* che si riscontra meno frequentemente dell’ulcera duodenale.
I soggetti più colpiti da questa patologia sono gli uomini (il rapporto maschi/femmine è 3:1); questa patologia fa generalmente la sua comparsa nel periodo di età compreso fra i cinquanta e i sessanta anni, circa 10 anni più tardi di quanto si registra invece nel caso di ulcera del duodeno.
Nella stragrande maggioranza dei casi (85% circa), l’ulcera gastrica, che può essere più o meno profonda, è localizzata entro 6 cm dal piloro, lungo la piccola curvatura, mentre nel rimanente dei casi si presenta lungo la grande curvatura.
Si tratta di una patologia che non deve essere assolutamente trascurata in quanto le complicazioni a essa legate sono piuttosto importanti (emorragia e conseguente anemia, perforazione della parete gastrica e conseguente peritonite, pancreatite ecc.).
Cause e fattori di rischio
Le cause dell’ulcera gastrica non sono del tutto chiare; molti autori ritengono che vadano ricercate nella contemporanea presenza di diversi fattori; l’ipotesi che sembra più plausibile è quella di una ridotta resistenza della mucosa gastrica agli attacchi delle secrezioni acido-peptiche.
Un ruolo particolarmente importante nell’insorgenza di un’ulcera gastrica è sicuramente quello dell’infezione da Helicobacter pylori; in circa il 55-65% dei casi, infatti, si apprezza la presenza del batterio in questione.
Altri fattori predisponenti sono:
- assunzione prolungata di farmaci antinfiammatori non steroidei – i cosiddetti FANS – e cortisonici (i meccanismi di azione non sono ancora del tutto chiari)
- abuso di caffeina (aumenta le secrezioni acide gastriche)
- presenza di gastrite da Helicobacter pylori
- pessimo stile di vita (cattive abitudini alimentari, obesità, fumo di sigaretta e abuso di alcolici e superalcolici)
- ansia e stress (si ipotizza che i soggetti ansiosi e stressati abbiano maggiori probabilità di sviluppare la patologia in questione).
Si deve anche notare che esiste una predisposizione di tipo genetico legata all’insorgenza della patologia; si è infatti osservato che nei soggetti di gruppo sanguigno 0, il rischio di contrarre la malattia è più elevato.
Segni e sintomi di ulcera gastrica
Come accade per l’ulcera duodenale, talvolta la patologia non dà segno di sé; nel caso essa si manifesti, il primo sintomo è generalmente la dolenzia a livello epigastrico (sensazione dolorosa che insorge nella zona centro-superiore dell’addome); il dolore può essere più o meno intenso e generalmente si manifesta trascorsa mezz’ora dal pasto (dolore post-prandiale).
L’introduzione di cibo può temporaneamente ridurre la sintomatologia dolorosa, ma il sollievo è temporaneo; anzi, in alcuni casi, in seguito si può registrare un aumento del dolore.
Altri segni e sintomi della presenza di ulcera gastrica sono la nausea e il vomito. In alcuni casi i sintomi possono aggravarsi in condizioni di elevato stress o modifica delle proprie abitudini di vita.
Alcuni soggetti lamentano una certa perdita di peso che è essenzialmente dovuta al calo dell’appetito e all’avversione per il cibo che viene indotta dai disturbi legati alla patologia.
Non è infrequente la manifestazione di anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica) più o meno severa; condizione indotta dalle croniche emorragie causate dalla presenza dell’ulcera.
La periodicità delle manifestazioni è giornaliera, ma in alcuni periodi dell’anno (primavera e autunno) si registra spesso un’acutizzazione della sintomatologia.
La comparsa improvvisa di dolore epigastrico seguito da segni e sintomi di addome acuto (dolore addominale intensissimo, addome duro, nausea, vomito, tachicardia, polso debole, sudorazione e necessità di assumere una posizione antalgica) deve indurre il sospetto di possibile perforazione dell’ulcera in peritoneo.

I soggetti più colpiti da ulcera gastrica sono gli uomini, soprattutto tra 50 e 60 anni (il rapporto maschi/femmine è 3:1)
Ulcera gastrica: la diagnosi
Si giunge alla diagnosi di ulcera gastrica tramite la sintomatologia riferita dal paziente e con l’esecuzione di vari tipi di indagine.
Le tecniche diagnostiche più utilizzate sono l’esofagogastroduodenoscopia (EGDS, più comunemente detta gastroscopia) e il pasto baritato (oggi decisamente meno utilizzato che in passato) al quale si ricorre soltanto nel caso in cui, per vari motivi, non sia possibile effettuare l’EGDS.
La diagnosi differenziale va posta con diverse altre patologie o condizioni patologiche (gastrite in primis, ma anche ulcera duodenale, ernia iatale, duodenite, tumore allo stomaco ecc.). Importante è anche la ricerca dell’Helicobacter pylori.
Terapia dell’ulcera gastrica
L’approccio terapeutico all’ulcera gastrica può essere di diverso tipo. Gli obiettivi che ci si pongono con le varie forme di trattamento sono quelli di risolvere la sintomatologia, guarire le lesioni e prevenire eventuali ricadute.
Innanzitutto è necessario, quando possibile, eliminare quei fattori noti che sono alla base di una diminuzione delle capacità protettive della mucosa gastrica (utilizzo di farmaci ad azione gastrolesiva come i FANS, i corticosteroidi e l’acido acetilsalicilico); è inoltre opportuna l’abolizione di quei fattori comportamentali che aumentano il rischio di insorgenza della patologia quali il vizio del fumo, l’abuso di sostanze alcoliche e superalcoliche, l’eccessivo consumo di bevande contenenti caffeina ecc.
Sono inoltre validi i consigli contenuti in questi nostri articoli: Dieta per il reflusso gastroesofageo, Dieta per la gastrite, Dieta per la cattiva digestione e Stile di vita.
Fra i farmaci che sono utilizzati per ottenere la guarigione o la riduzione della sintomatologia dell’ulcera peptica vi sono tutti quei farmaci che tamponano o comunque inibiscono le secrezioni acide gastriche (farmaci antiacido).
La guarigione dall’ulcera gastrica può avvenire in tempi relativamente brevi; il problema fondamentale e che in molti casi (85% circa), sospesa la terapia, si verificano recidive della patologia nel giro di un anno dalla sospensione. Per evitare questo problema è possibile ricorre a terapie di mantenimento (bassi dosaggi di inibitori della pompa protonica e H2-antagonisti); il successo della prevenzione delle recidive dipende molto anche dal successo nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori; alcuni studi infatti hanno mostrato come un’eradicazione totale dell’infezione da Helicobacter pylori porti la percentuale delle recidive a livelli bassissimi (<2%).
Si veda l’articolo sulla gastrite per le modalità di trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori.
Nelle ulcere peptiche nelle quali la terapia farmacologica non sembra funzionare adeguatamente è possibile prendere in considerazione l’eventualità di un intervento chirurgico.
La chirurgia, tra l’altro, si rende spesso necessaria in caso di complicanze di una certa gravità (emorragie cospicue, perforazioni, occlusioni ecc.).
L’intervento chirurgico varia secondo la sede dell’ulcera. Può per esempio essere effettuata una gastrectomia totale (si asporta tutto lo stomaco ripristinando la continuità dell’intestino con un’anastomosi tra esofago e digiuno) oppure una gastrectomia distale (rimozione della parte distale dello stomaco (corpo, antro, piloro) e della prima porzione duodenale).
Un’altra possibilità di tipo chirurgico è la vagotomia selettiva o super-selettiva, il cui scopo è quello di bloccare la secrezione acida; l’intervento consiste nel sezionamento di alcuni rami dei nervi vaghi.
* L’ulcera peptica è un processo patologico di cui esistono due forme principali, l’ulcera gastrica (ulcera dello stomaco) e l’ulcera duodenale (ulcera del duodeno).
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