Il tumore alle ovaie è una neoplasia ginecologica non particolarmente frequente. Esistono forme benigne, forme maligne e forme intermedie (tumori ovarici borderline).
Allo stato attuale, il tumore alle ovaie è il tumore ginecologico che causa il maggior numero di morti ed è al quinto posto fra le cause di decesso per tumore nei soggetti di sesso femminile per quanto riguarda i cosiddetti Paesi sviluppati.
Stime attuali parlano di circa 65.000 diagnosi annue di tumori ovarici; nel nostro Paese questa forma tumorale conta circa 5.000 nuovi casi all’anno.
Il tumore alle ovaie colpisce in particolar modo le donne che hanno un’età compresa tra i 50 e i 65 anni circa.
Il tumore alle ovaie è purtroppo gravato da un elevato tasso di mortalità (la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore alle ovaie è ancora oggi inferiore al 40%); il problema fondamentale è legato al fatto che questo tipo di cancro viene diagnosticato quando ormai si trova a uno stadio avanzato e si à già diffuso all’addome. Soltanto nel 20% dei casi circa la diagnosi è precoce (e in questi casi la sopravvivenza a 5 anni è del 94%).
Il ritardo nella diagnosi è legato al fatto che i segni e i sintomi del tumore alle ovaie sono poco specifici e, in molte circostanze, vengono confusi con problemi di altra natura, ma di scarsa importanza (disturbi digestivi, leggeri dolori addominali ecc.).
La ricerca di marker biologici nel sangue in grado di facilitare la diagnosi precoce non ha, purtroppo, ancora dato i risultati sperati e i test disponibili non sono sufficientemente affidabili;
La patologia nasce spesso dalle tube di Falloppio e dà origine a metastasi per la caduta “a pioggia” di cellule tumorali dall’organo di origine sul peritoneo.
I tumori delle ovaie sono caratterizzati da una notevole variabilità di mutazioni genetiche che rendono difficile l’identificazione del target più efficace per una terapia mirata.
Tumore alle ovaie – Cause
Al momento non sono note le cause che inducono allo sviluppo di un alle ovaie, ma sono stati identificati alcuni fattori di rischio; fra i principali ricordiamo i seguenti:
- endometriosi
- esposizione all’amianto
- età (raramente i tumori ovarici si sviluppano prima dei 40 anni; superato questo limite anagrafico, il rischio di ammalarsi tende ad aumentare)
- malattia infiammatoria pelvica
- menarca precoce
- menopausa tardiva
- mutazioni genetiche a carico dei geni BRCA1 e BRCA2
- nulliparità (assenza di gravidanze)
- obesità
- prima gravidanza tardiva (dopo i 35 anni)
- sindrome di Lynch di tipo II
- storia familiare di tumore alle ovaie
- terapia ormonale
- tumore al seno diagnosticato in giovane età.
Sono invece ritenuti fattori protettivi la prima gravidanza in età inferiore ai 26 anni, la multiparità, l’utilizzo di contraccettivi orali e l’allattamento al seno.
Tipologie principali
Esistono diversi tipi di tumore ovarico maligno; sostanzialmente possiamo identificare tre categorie principali:
- tumori epiteliali
- tumori germinali
- tumori stromali.
I tumori epiteliali, così definiti perché si sviluppano dalle cellule epiteliali, quelle del tessuto che riveste le ovaie, sono quelli più frequenti, il 90% dei tumori alle ovaie, infatti, fanno parte di questa categoria; i tumori germinali sono piuttosto rari e si manifestano soprattutto nelle giovani donne o nelle adolescenti (l’80% dei tumori germinali si sviluppano prima dei 30 anni di età); questi tumori si sviluppano dalle cellule che producono gli ovociti.
Anche i tumori stromali sono forme tumorali piuttosto rare; originano dalle cellule stromali che svolgono una funzione di sostegno delle cellule germinali e hanno attività endocrina (ovvero producono ormoni, in particolare estrogeni e progesterone).
Un breve cenno va a tumori borderline; si tratta di neoplasie con un basso grado di malignità e con una scarsa tendenza alle metastasi; in generale sono tumori che hanno una buona prognosi, ma possono dare origine a neoplasie epiteliali. Sfortunatamente hanno la tendenza a recidivare, anche se è possibile controllarli con un certo successo.

Ogni anno in Italia ci sono circa 5.200 diagnosi di tumore alle ovaie, e le forme maligne provocano 3.300 morti all’anno
Tumore alle ovaie – Sintomi e segni
Come già accennato nel paragrafo iniziale, la sintomatologia del tumore alle ovaie è poco specifica; peraltro i segni e i sintomi possono essere molto diversi da soggetto a soggetto. Quelli che si manifestano più frequentemente sono dolore o malessere addominale, gonfiore all’addome, difficoltà digestive, crampi, scarso appetito o rapido senso di sazietà anche dopo pasti non particolarmente abbondanti, urgenza urinaria, aumento della frequenza minzionatoria, diarrea o stitichezza, variazioni ponderali apparentemente inspiegabili, sanguinamenti vaginali anomali ecc.
Come si vede, si tratta di manifestazioni cliniche piuttosto generiche e che possono essere riscontrate in diverse altre patologie; è per questo motivo che molte volte vengono trascurate o attribuite a problematiche di scarsa importanza.
Diagnosi
Qualora si sospetti la presenza di un tumore alle ovaie, è necessario indagare in modo approfondito per verificare se ci troviamo di fronte a una patologia benigna o, al contrario, maligna; in quest’ultimo caso si dovranno mettere in atto urgentemente tutte le misure necessarie a fronteggiare il problema. Una diagnosi precoce risulta fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza.
Tra i mezzi diagnostici a disposizione del medico vanno ricordati l’esplorazione pelvica (esame interno delle strutture della vagina, della cervice uterina, dell’utero, delle tube di Falloppio e, ovviamente, delle ovaie), ecografia pelvica ed ecografia transvaginale, dosaggio del marker tumorale CA 125, laparatomia esplorativa (una tecnica chirurgica che consente una valutazione delle strutture interne; nel corso di questo intervento si può procedere anche a un prelievo bioptico) e lavaggio peritoneale.
Tumore alle ovaie – Terapia
Nel caso di un tumore alle ovaie, la scelta della terapia è influenzata da vari fattori, tra i quali la sede, il suo grado di gravità, la sua estensione, il tipo di tessuto da cui è originato, la sua velocità di crescita e lo stato di salute generale del soggetto.
La chirurgia è fondamentale nel trattamento di questa forma tumorale; può essere eseguita sia in laparoscopia sia ricorrendo alla laparotomia tradizionale.
Se il tumore è in uno stadio avanzato, l’obiettivo della chirurgia è quello di asportare tutto la massa tumorale macroscopicamente visibile (citoriduzione primaria).
Se il tumore è limitato all’ovaio è possibile optare per la chirurgia mini-invasiva.
Molte donne affette da tumore alle ovaie devono essere sottoposte a chemioterapia post-chirurgica.
L’utilizzo della radioterapia è riservato a quei casi nei quali il tumore fa la sua ricomparsa dopo l’intervento chirurgico e la chemioterapia e non vi siano a disposizione altre opzioni terapeutiche maggiormente indicate. In altre circostanze ha funzione palliativa.
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